Fantacalcio: il centrocampo va alle romane, ma la sorpresa è in attacco

Giornata incredibile per i tifosi di Sampdoria e Napoli. Oltre a sconfiggere corazzate come Milan e Fiorentina, possono vantare anche molti giocatori nella top 11 del mercoledì. Molto spesso sono i tifosi di determinate squadre ad avere in rosa giocatori dei club non di prima fascia, e a parte Lavezzi, gli altri che appariranno in questa formazione potrebbero essere tra questi.
Ma anche gli altri calciatori provengono da formazioni più o meno sorprendenti, e questo avrà contribuito a rivedere verso il basso i punteggi odierni.

Le big stentano ancora. Detto di Milan e Fiorentina, anche Juventus, Inter e Roma vanno maluccio, e così i giocatori più inflazionati avranno punteggi bassi e gli scontri diretti si risolveranno con pochissimi gol. Ma mai come quest’anno il Fantacalcio sarà equilibrato, e non ci sarà tanta distanza tra chi ha in squadra i fuoriclasse e chi gli “operai” del calcio.

Lo Stadio delle Alpi diventerà la casa della Juventus

Chiedo scusa agli affezionati lettori che il giovedì si aspettano di trovare su queste pagine la storia dei numeri uno, ma l’attualità stravolge il programma, facendo slittare a domani la rubrica settimanale. Oggi ci occuperemo dello Stadio delle Alpi, che diventerà la casa della Juventus a partire dal 2011.

E’ di ieri infatti la notizia dell’approvazione in consiglio di ammnistrazione di un progetto di rifacimento dell’impianto torinese, che prevede una spesa pari a 105 milioni di euro.

Il club bianconero da anni puntava a costruire uno stadio di proprietà, ma finora si erano sempre trovati ostacoli di ordine sia economico che burocratico. Ora sembra che l’affare vada in porto, soprattutto grazie all’intervento di uno sponsor, che a lavori ultimati darà anche il nome allo stadio.

Fantacalcio: dubbi sulla tenuta atletica nel turno infrasettimanale

Ultimo turno infrasettimanale in serie A. Teoricamente dovrebbero essere favorite le big, con rose più larghe e con calciatori più abituati a giocare ogni 3 giorni. Ma ripetiamo, teoricamente, perchè non vorremmo essere smentiti come l’ultima volta.
Intanto scontri diretti al vertice non ce ne sono, a parte il derby di Roma che tanto vertice non è, quindi si prospetta vita abbastanza facile per i campioni.

Partita, almeno sulla carta, abbastanza agevole per la Juventus, che affronta un Empoli spuntato, vista la squalifica inflitta dal giudice sportivo a Saudati per tre giornate, e che schiererà Volpato come unica punta. Il ragazzo è troppo giovane per affrontare i vecchi volponi juventini, e avendo giocato da titolare solo ad Arezzo, difficilmente troverà spazio in avanti. Compito facilitato anche per la Reggina, contro avrà un Livorno privo del portiere titolare Amelia, che ha regalato finora agli amaranto almeno una decina di punti. Anche la Fiorentina sarà in difficoltà viste le tante assenze, e dovrà affrontare un Napoli arrabbiato dopo la sconfitta di Torino, che finalmente ha terminato questo filotto di partite impressionante, in cui ha incontrato le prime 4 in classifica.

Lazio-Inter 4-2: la partita del secolo secondo gli interisti!

La partita del secolo? Secondo i tifosi interisti è Lazio-Inter 4-2 del famigerato 5 maggio 2002 (almeno fino a ieri, perché stamattina la classifica è magicamente cambiata)! Sembra strano eppure sul sito cento.inter.it, creato appositamente dalla società nell’anno del centenario, è proprio quella la gara più votata. Uno scherzo di cattivo gusto dei tifosi avversari, magari invidiosi del primo posto attuale in classifica? Probabilmente si, visto che la partita in questione è destinata si ad essere ricordata, ma non dagli interisti, che in quell’occasione vissero una delle pagine più tristi della loro storia.

Era l’ultima giornata del campionato numero cento e l’Inter si apprestava a vincere lo scudetto, dopo 13 anni di astinenza. Le premesse per la festa finale c’erano tutte e mancava solo l’ostacolo Lazio per salire sul tetto d’Italia. La classifica recitava Inter 69, Juventus 68, Roma 67, ma le insiguitrici non preoccupavano i nerazzurri, forti del vantaggio (seppur esiguo) e dell’ambiente favorevole trovato in quel di Roma.

I tifosi laziali erano apertamente schierati per la squadra di Hector Cuper e poco importava se con una sconfitta la Lazio avrebbe dovuto rinunciare all’accesso in Coppa Uefa: quello che contava era non veder vincere di nuovo la Juventus e impedire che la Roma si qualificasse per la Champions League. Quel giorno l’Olimpico era vestito di nerazzurro, le due tifoserie erano gemellate e pronte a festeggiare insieme la vittoria dell’Inter.

Inter: la quiete dopo la tempesta, ma quanto durerà?

Aria pesante in casa Inter. L’eliminazione dalla Champions League ha portato dietro di sé uno strascico di malumori e polemiche difficili da superare. Mancini non aveva certo contribuito a rasserenare l’ambiente con l’uscita infelice subito dopo la gara con il Liverpool ed era toccato a Moratti rimettere le cose a posto, convocando il tecnico e convincendolo a tornare sui suoi passi.

Il dubbio è lecito e ne avevamo già parlato: per quanto ancora Mancio sarà l’allenatore dell’Inter? L’impressione è che il divorzio sia più vicino di quanto si creda e che, subito dopo l’ultima gara di campionato e la probabile conquista delo scudetto, il tecnico faccia le valigie.

E’ ciò che si augura anche una parte dello spogliatoio, ma mai avremmo potuto pensare che a guidare il plotone dei ribelli fosse proprio Zatlan Ibrahimovic, trattato sempre con i guanti bianchi e difeso a spada tratta dall’allenatore, persino dopo la sconfitta nella gara di andata contro il Liverpool, quando tutti erano d’accordo nell’indicare lo svedese come uno dei peggiori in campo.

Amarcord Lucarelli, esordio Cuper e riscatto Tiago: le storie della domenica

Giornata di grandi emozioni oggi a Livorno, con il passato che ritorna sia in campo che in panchina. Chissà che effetto farà vedere quella che per anni è stata una bandiera degli amaranto, vestire una maglia diversa, dopo aver proclamato per lungo tempo il suo amore eterno per i colori del club toscano. E’ la storia di Cristiano Lucarelli, bomber di razza, livornese nella pelle e nelle ossa, tanto da giurare che mai avrebbe abbandonato la sua squadra del cuore.

Così non è stato e le sirene straniere lo hanno convinto ad accasarsi presso lo Shakhtar, dove avrebbe avuto la possibilità di mostrare finalmente il suo valore anche a grandi livelli (leggi Champions League). Ma i sogni sono rimasti nel cassetto e, subito dopo l’eliminazione della squadra ucraina, Cristiano ha cominciato a sentire la nostalgia per il Bel Paese, chiedendo di essere rispedito al mittente. La destinazione scelta, però, non è stata la ridente Toscana, ma l’Emilia, sponda Parma, e la curva amaranto non ha gradito.

Appena rientrato lo scorso gennaio ha già avuto modo di pregustare i fischi ed i cori che i suoi ex tifosi gli avevano riservato. A distanza, certo, ma non abbastanza da non poter essere sentiti. Oggi è il giorno della verità e chi si aspetta appalusi e ovazioni per la bandiera, che bandiera non è più, resterà fortemente deluso. Il minimo che può aspettarsi dalla trasferta in terra toscana è che gli diano del traditore, ma comunque vada la “sua” curva sarà tutta per lui.

Gaetano Scirea: un esempio di lealtà sportiva

Se mai c’è stato uno per cui bisognava ritirare la maglia, era Gaetano Scirea, grandissimo calciatore e grandissima persona.

Parole di Enzo Bearzot che ha conosciuto bene l’uomo prima che il campione. Gaetano era un mito e non lo scopriamo certo adesso, a quasi vent’anni dalla sua prematura scomparsa. Amato e apprezzato da tutti, juventini e non, era un vero esempio di lealtà sportiva e di amore per la professione. Questo è lo striscione che gli dedicò la curva romanista la domenica successiva alla sua morte e, se considerate la rivalità storica tra Juve e Roma, avrete la misura di quanto Gaetano fosse rispettato.

Mosse i primi passi da professionista nell’Atalanta, ma il suo era un destino già scritto e non poteva mancare l’interesse dei grandi club nei suoi confronti. Arrivò la Juventus e Scirea finì in bianconero, grazie all’ottimo rapporto che legava le due società. Fu chiamato a sostituire quello che fino ad allora era considerato un mito nella difesa della Juve, Sandro Salvadore, un difensore rude e arcigno, tipico di quegli anni.

Trezeguet-Del Piero meglio di Sivori-Charles

David Trezeguet fa 111 in serie A con la maglia bianconera, che sommati agli 86 gol di Del Piero, permettono alla coppia di entrare nella storia del club. Nessuno come loro: la coppia Bettega-Anastasi si era fermata a 109, ma il record spettava a Sivori-Charles, che in cinque stagioni riuscirono a mettere a segno 196 gol.

Un record durato 46 anni, uguagliato qualche settimana fa al Granillo di Reggio Calabria grazie ad Alex Del Piero, in una gara in cui c’era ben poco da festeggiare, visto il risultato negativo e le polemiche per il rigore assegnato alla squadra di casa. Ieri è toccato a David Trezeguet spingere in rete quel pallone che vale il primato assoluto in questa speciale classifica.

E chissà se nell’esultanza avrà rivolto un pensiero a quella strana coppia che faceva tremare il mondo a cavallo degli anni ’50-’60! Il Cabezon e il Gigante, due tra i più grandi campioni che abbiano mai vestito la maglia della Juventus. L’italo-argentino era un autentico funambolo, con quei calzettoni arrotolati alle caviglie e la voglia di divertirsi di un ragazzino.

Serie B: Gerarchie sovvertite, l’Albinoleffe guarda tutti dall’alto

La serie B ha una nuova capolista. Chi credeva che le corazzate del Brescia, del Bologna o del Chievo potessero correre da sole, si dovrà ricredere. In vetta alla classifica, a 13 giornate dalla fine, c’è l’Albinoleffe, squadra costruita con un decimo della spesa delle formazioni precedenti.
E’ forse l’ultimo baluardo del calcio di una volta fatto di squadre che si formano dalle giovanili, e con gli anni acquisiscono quell’esperienza che serve per salire in serie A.

La dimostrazione l’hanno data gli uomini di Gustinetti quando, in una difficile partita contro il Messina, sono riusciti a strappare la vittoria al 94esimo con un gol in mischia di Peluso.
Sono stati aiutati i bergamaschi anche dalle dirette concorrenti. Il Chievo, nonostante abbia giocato in superiorità numerica per buona parte della gara, e per una ventina di minuti con due uomini in più, non è riuscito ad avere la meglio contro un durissimo Rimini, che le prova tutte per rimanere attaccato a quel carro dei play-offs che gli sfugge ormai da 3 anni a questa parte.
Stesso discorso per il Bologna, un pò troppo timoroso per essere la capolista, sul difficile campo del Lecce. I salentini partono forte, ma Tiribocchi non è il solito cobra d’area, e Zanchetta colpisce anche una traversa su punizione, e così i bolognesi si accontentano più del punto guadagnato che dei due persi. Anche perchè adesso hanno il cammino più facile tra le pretendenti alla serie A, avendo già superato molti scontri diretti.

Markus Merk riapre la questione della moviola in campo

Serve la moviola in campo, così evitiamo errori. Con tutte le possibilità che abbiamo a disposizione oggi, ogni situazione discutibile potrebbe essere risolta nel giro di un minuto. Non parlo solo da arbitro, mi metto anche nei panni dei calciatori. Una decisione errata non è mai positiva, non è mai la soluzione ideale.

Parola di Aldo Biscardi? No, parola di Markus Merk, miglior arbitro tedesco, votato per tre volte numero 1 mondiale dei fischietti. Una presa di posizione decisa, che riapre l’annosa questione della tecnologia applicata allo sport più bello del mondo: potrebbe aiutare gli arbitri a sbagliare di meno o alimenterebbe le polemiche intorno ad ogni singola azione di gioco?

Nell’episodio recente che ha visto coinvolto l’arbitro tedesco, di sicuro la moviola sarebbe servita ad evitare una figuraccia fatta davanti ad un intero stadio. Merk infatti ha convalidato una rete viziata da un fuorigioco piuttosto evidente ed ha potuto rivedere l’azione qualche secondo dopo dalle immagini trasmesse sul maxischermo del Weserstadion, ma ormai era tardi per tornare indietro e cambiare decisione.

Fantacalcio: 5 nomi nuovi per la top 11

Quante sorprese nella 26esima giornata di un Fantacalcio che sembra impazzito.
I pronostici della vigilia sono stati ribaltati, e i Fantallenatori saranno più confusi che mai. Una volta il Fantacalcio era una scienza quasi esatta (per quanto possa essere esatta la scienza della palla rotonda), e cioè se avevi i campioni vincevi, altrimenti rimanevi nella parte bassa della classifica. Nelle ultime giornate, per non dire negli ultimi mesi, questa teoria è stata cancellata. Saranno i troppi impegni dei calciatori, ma fatto sta che chi aveva in campo mostri sacri come Kakà e Ibrahimovic sta ancora raccogliendo i cocci delle gambe dei propri beniamini, che ormai giocano una partita al mese, quando va bene. Materazzi non è più il miglior difensore, anzi i suoi continui 5 lo fanno essere uno dei peggiori, e Trezeguet, dopo un avvio da paura, si è dimenticato come si segna, e ormai non ricordiamo più da quanto è fermo a quota 15.

Anche questa giornata non fa eccezione. L’unico tra i big che compare nella top 11 è Totti, e come dargli torto dopo il 4-0 al Parma. Ma per il resto, le sorprese non mancheranno.