Zeman risponde a Vialli: “Pensavo che avesse smesso con i farmaci”

Continua senza sosta la polemica a distanza tra Vialli e Zeman, cominciata qualche anno fa e mai chiarita faccia a faccia. Qualche giorno fa l’ex bomber della Juventus aveva riacceso i fuochi, accusando il boemo di abbracciare solo le cause che gli portano vantaggio (“paraculo” era il termine usato per definire l’allenatore). Ed oggi il tecnico della Roma risponde davanti ai taccuini, usando parole stizzite e velenose nei confronti dell’attaccante:

Pensavo che Vialli avesse smesso di prendere farmaci.

Vialli contro Zeman: “E’ un gran paraculo”

Gli anni passano, i protagonisti in campo cambiano, ma certepolemiche sembrano non voler mai finire. ne è l’esempio lampante l’ultima frecciata lanciata da Gianluca Vialli a Zeman, sebbene l’ex attaccante sia lontano dai campi di calcio da diversi anni. Secondo l’ex bomber di Sampdoria e Juventus, l’attuale tecnico della Roma sarebbe un gran furbo (il termine esatto è paraculo), poiché pronto ad abbracciare solo alcune cause, tralasciandone altre:

E’ una persona molto intelligente, ma è anche un grandissimo paraculo, combatte le battaglie che gli convengono e le altre se le dimentica. Io, tra l’altro, non l’ho mai perdonato.

Zeman – Vialli, è guerra aperta

E’ passato un secolo (quasi tredici anni) da quando Zeman lanciò i propri sospetti sulla Juventus ed in particolare sulla muscolatura di calciatori come Vialli e Del Piero, che – a suo dire – dovevano necessariamente far uso di sostanze dopanti per giustificare una crescita così “miracolosa”.

Sospetti infamanti che Gianluca Vialli non ha mai dimenticato, tanto da cercare una vendetta sul boemo a tanti anni di distanza. L’allenatore ora è alla guida di un Pescara che tanto bene sta facendo nel campionato cadetto. Tutto merito della cura Zeman? Forse sì, ma l’ex attaccante della Vecchia Signora vuole comunque insinuare il dubbio.

La Juve ricorda Andrea Fortunato

Foto: AP/LaPresse

Era il 25 aprile de 1995, quando Andrea Fortunato, giovane promessa della Juventus e del calcio italiano, morì di leucemia all’età di 24 anni. Nel giorno del 16anniversario della sua morte, la Vecchia Signora ha voluto ricordare lo sfortunato difensore, dedicandogli un pensiero dal suo sito internet:

Un altro anno è passato. Un altro anno senza Andrea Fortunato.

Di anni da allora ne sono passati davvero parecchi, ma il popolo bianconero ancora ricorda la vicenda umana di questo ragazzo originario della Campania, che sognava di ripercorrere le orme dei grandi terzini del passato e di sfondare nel mondo del calcio.

Lippi-show alla Sapienza di Roma

Si sa che ogni volta che Lippi rilascia qualche dichiarazione, sono sempre titoloni sui giornali. Quando poi lo lasciano andare a ruota libera, allora non lo tiene più nessuno e diventa uno spettacolo in stile Fiorello. Ci manca solo che si metta a ballare, ma poco ci manca.

Davanti agli studenti della Sapienza di Roma il ct della nazionale sciorina aneddoti dei suoi ultimi anni da allenatore, meritevoli di un libro per ognuno. Da premettere comunque che all’Università romana il ct della nazionale ci è andato non per un one man show, ma per tenere una letio magistralis nell’ambito del tema La squadra di successo: gestire, valorizzare e integrare le differenze. E così, tra una lezione di vita ed un’altra, non potevano di certo mancare le sue battute e le esperienze di una vita tutt’altro che ordinaria.

Platini chiude la porta alla moviola in campo

Visto che era tanto occupato nella decisione di nuove regole con cui “aggiustare” il giocattolo calcio, rotto da tempo, come non chiedere a Platini il suo parere sull’annoso problema della moviola in campo. Intervistato da Vialli e Paolo Rossi nella trasmissione “Attenti a quei due” di Skysport, il presidente Uefa ha detto come la pensa sulla tecnologia nel calcio, e questo di certo non farà piacere ai tanti biscardiani d’Italia.

L’unica tecnologia che Platini approva è l’auricolare con cui arbitri e guardalinee comunicano tra loro. Ma non solo. Le nuove regole con gli arbitri d’area sono in dirittura d’arrivo, e presto verranno utilizzati anche in Italia. Per la precisione, secondo Le Roi, ci sarebbero 5-6 campionati professionistici che già dal prossimo anno vorrebbero sperimentare i due arbitri aggiuntivi, mentre per l’Italia la stagione 2009-2010 potrebbe vedere l’esordio del sestetto arbitrale solo in serie B.

La top ten dei mister stranieri in Inghilterra

Poveri inglesi, costretti ad ammirare la kermesse continentale senza esserne protagonisti, lasciati a casa da una Croazia che invece continua a vincere.

Ma questa è storia del passato. Ora sulla panca dei Tre Leoni c’è un italiano, chiamato appositamente per risollevare le sorti di un’Inghilterra alla deriva.

Forse è la motivazione che ha spinto il Sun a stilare la classifica dei migliori tecnici giunti nel Regno Unito dall’Oltremanica, nella speranza che lo straniero porti bene. In particolare l’italiano, visto che due tecnici nostrani, Vialli e Ranieri, sono stati inseriti nella top ten.

Gianluca Vialli: goleador di razza

Stacchiamo la spina per un po’ dalla stretta attualità fatta di biscotti e sospetti di combine e torniamo alle nostre care rubriche, occupandoci di un grande del passato che ha fatto bene in patria e ha tenuto alto il nome degli italiani in terra straniera.

Stiamo parlando di Gianluca Vialli, fenomenale atttaccante degli anni ’80-’90, nonché vero campione di simpatia.

Mosse i primi passi da calciatore (come direbbe il buon giornalista) nella Cremonese, squadra della sua città, contribuendo alla promozione dalla serie C alla B e poi al salto nella massima serie nell’anno di grazia 1984.

Supermercato Inghilterra apre ai saldi

Scemato l’interesse per i club europei a saccheggiare lo spogliatoio del Barcellona per accaparrarsi i pezzi migliori; passata la mania di vendere i propri calciatori dei club italiani, sembrerebbe che la prossima nazione a fare da ipermarket del calciomercato sarà l’Inghilterra.

Ci ha pensato Abramovich già due mesi fa a mettere sul mercato mezza squadra, a partire da due campioni come Drogba e Shevchenko, ma anche con possibilità per Lampard e Malouda, giusto per citare alcuni nomi. Adesso apre i battenti anche il Liverpool. Sembra che la società abbia in mente una mezza rivoluzione per ovviare al “fallimento” di essere arrivati solo in semifinale di Champions, e per un quarto posto in campionato che non ha dato mai ai Reds la possibilità di lottare per il titolo, come invece è successo alle altre tre squadre delle “Big Four”.

Storia degli Europei: Germania Ovest 1988

1988: ancora la Germania Ovest a legare il proprio nome alla manifestazione continentale più importante a livello di nazionali. Stavolta come paese ospitante e quindi esentata dalla qualificazione, conquistata di diritto.

La formula è ancora quella sperimentata otto anni prima durante gli Europei italiani, con 31 squadre divise in sette gironi, da ognuno dei quali uscirà una sola qualificata. Immancabili le sorprese al termine della prima fase, prima fra tutte l’eliminazione della Francia campione in carica, ormai orfana di Platini, che nel frattempo aveva detto addio alla Juventus ed alla nazionale.

Anche il Belgio a sorpresa non riuscì a strappare il biglietto per la fase finale, dimostrando che il quarto posto, conquistato ai mondiali messicani di due anni prima, era stato solo un fuoco di paglia.

Juventus-Ajax 5-3: bianconeri sul tetto d’Europa

Amarcord bianconero quest’oggi sulle pagine di Calciopro per ricordare una delle notti più felici della storia juventina. Era il 22 maggio del 1996 e allo Stadio Olimpico di Roma andava in scena l’atto finale della Champions League, lungamente inseguita e conquistata una sola volta fino ad allora, quando ancora si chiamava Coppa dei Campioni, nella triste notte dell’Heysel.

Undici anni dopo la Juve ci riprova, con una marcia di avvicinamento trionfale che vede cadere come birilli avversari del calibro di Borussia Dortmund, Steaua Bucarest, Glasgow Rangers, Real Madrid e Nantes.

In finale però c’è l’avversario più ostico, quello che nessuno vorrebbe mai incontrare, quello che solo a nominarlo fa tremare le gambe: il terribile Ajax di Van Gaal. Gli olandesi si presentano all’appuntamento da campioni uscenti, decisi a ripetere l’impresa dell’anno precedente, quando avevano alzato la Coppa davanti ad un Milan sconsolato. Ai bianconeri non resta che sperare in un passo falso degli avversari, largamente favoriti per la vittoria finale.