Lippi-show alla Sapienza di Roma

di Redazione Commenta

Si sa che ogni volta che Lippi rilascia qualche dichiarazione, sono sempre titoloni sui giornali. Quando poi lo lasciano andare a ruota libera, allora non lo tiene più nessuno e diventa uno spettacolo in stile Fiorello. Ci manca solo che si metta a ballare, ma poco ci manca.

Davanti agli studenti della Sapienza di Roma il ct della nazionale sciorina aneddoti dei suoi ultimi anni da allenatore, meritevoli di un libro per ognuno. Da premettere comunque che all’Università romana il ct della nazionale ci è andato non per un one man show, ma per tenere una letio magistralis nell’ambito del tema La squadra di successo: gestire, valorizzare e integrare le differenze. E così, tra una lezione di vita ed un’altra, non potevano di certo mancare le sue battute e le esperienze di una vita tutt’altro che ordinaria.

Il primo aneddoto Lippi lo dedica proprio alla città di Roma, e si riferisce al suo primo mandato da commissario tecnico della nazionale italiana. Si stava recando in taxi in Federazione per firmare il contratto quando gli si avvicina un uomo in moto che, con inconfondibile accento romano, gli urla:

Lo sai che vor di’ ct? Cazzi tuaaaa!

E diciamo che almeno da questo punto di vista il ct se l’è cavata egregiamente. Riferendosi invece al mondiale vinto, Lippi fa capire l’aria di tensione, ma al contempo anche l’aria di goliardìa che si respirava a Casa Azzurri. Ci trovavamo nell’immediata vigilia della semifinale contro la Germania, con gli azzurri che si sottoponevano all’ultimo allenamento a Dortmund. Lì, insospettito da qualche losco figuro, Lippi interrompe l’allenamento e, insieme ad alcuni suoi collaboratori, si avvicina alle persone sospettate di essere spie tedesche e…si abbassa i pantaloni. Diciamo perlomeno che questo gesto ha portato fortuna.

Unico neo della sua carriera è stata l’esperienza all’Inter, dove però, a detta sua, altri 15 o 16 allenatori hanno fallito, mentre uno dei più bei ricordi è legato alla Juventus, primo grande club ad avere fiducia in lui. A proposito di un incontro con Vialli, Lippi racconta:

Feci pre­parare la sala grande della sede. Un tavolo ovale enorme, io a un capo, lui all’altro. Ri­mase spiazzato. Allora lo chiamai vicino a me, sorridendo. Mi chiese di aiutarlo a esse­re ceduto. Io gli dissi “ma sei matto? Io arri­vo e lascio partire il miglior centravanti d’Eu­ropa? Piuttosto sei te che devi aiutare me”. Era quello che voleva sentirsi dire.

Ed infatti Vialli rimase e Lippi diventò uno dei migliori allenatori del mondo. Speriamo che tra altri 4 anni di esperienze così divertenti ne avrà da raccontare ancora tante.

Fonte: [Goal]

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