Luxury tax, le 11 regole di Platini e le altre proposte dell’Uefa per il calcio di domani

di Redazione 1

Il mondo sta cambiando, e con esso non poteva essere esonerato il calcio. Una delle industrie più prolifiche del pianeta, tra le prime tre in Italia, deve affrontare la crisi finanziaria che, seppure nata in altri campi, tocca anche il pallone.

Per questo dirigenti Uefa, dirigenti delle varie federazioni, ed il capo attuale del calcio europeo Michel Platini si stanno riunendo in questi giorni per dettare le nuove regole per il calcio del domani. Non soltanto regole economiche, ma anche e soprattutto morali. Partendo dal presupposto che per adesso l’idea della super-lega con le migliori formazioni europee rimane nel cassetto, proviamo a capire quali sono le 11 nuove regole imposte da Platini, e quali invece vengono dagli uffici Uefa.

L’ex capitano della Juventus ha imposto 11 regole che tutti devono rispettare:

  1. Il calcio dev’essere messo in primo piano, anche e soprattutto davanti al business;
  2. Struttura piramidale Fifa-Uefa-Federazioni, ecc. da rispettare per mantenere la sussidiarietà nelle scelte politiche;
  3. Per ogni scelta non ci sarà mai l’imposizione dall’alto, ma verrà discussa con tutti gli organi federali, ed in alcuni casi anche con i tifosi;
  4. Democrazia, trasparenza ed autonomia di ogni federazione calcistica;
  5. Solidarietà per difendere le federazioni più deboli, preservare l’identità locale, ecc.;
  6. Protezione dei più giovani, con l’istruzione garantita a chi dovrà lasciare la propria città o la propria nazione quando non è ancora maggiorenne;
  7. Proteggere l’integrità dello sport, soprattutto per quanto riguarda le scommesse;
  8. Evitare i debiti ed avere i bilanci sempre a posto;
  9. Difesa dei club nazionali (indirettamente significa niente super-lega che sarebbe sovra-nazionale);
  10. Tolleranza zero contro il razzismo e le altre forme di mancanza di rispetto;
  11. Mantenere il calcio come modello sportivo e non come mezzo per far soldi.

Queste le regole che tutte le società dovranno seguire. Più che altro si tratta di regole morali a cui non c’è nemmeno bisogno di aderire, perché dovrebbero essere naturali. Ma questo endecalogo fa capire che prima o poi, se qualcuno non lo dovesse rispettare, verranno fatti dei regolamenti scritti con le rispettive sanzioni. Un mezzo a cui Platini fa capire che non vuole arrivare, ma che sarà inevitabile in casi estremi. Questa invece la risposta, più concreta, del Comitato Esecutivo dell’Uefa:

  1. Composizione di un organismo di controllo sui bilanci, il quale concederà o negherà le licenze a seconda della loro regolarità;
  2. Divieto di trasferire i giovani da una nazione ad un’altra fino a quando non avranno compiuto 18 anni;
  3. Promuovere una campagna morale a cui tutti gli iscritti all’Uefa saranno tenuti ad aderire;
  4. Lista dei requisiti necessari che le federazioni dovranno rispettare per potersi candidare ad ospitare le competizioni internazionali, a partire da Euro 2016 (in cui sarà candidata anche l’Italia).

Insieme a queste norme morali e di correttezza economica, si aggiungeranno anche quelle che riguarderanno casi più specifici, come l’introduzione di un salary cap (un totale massimo di ingaggi) e di una luxury tax, cioè una tassa da pagare per quelle squadre che superano il salary cap, la quale sarà suddivisa tra le altre squadre che lo rispettano. Altre proposte al vaglio dei dirigenti europei sono anche il blocco delle rose fino ad un massimo di 25 calciatori (esiste già per le liste Uefa, ma non per i campionati nazionali), e il draft, cioè la scelta a turno degli acquisti da inserire in squadra da parte di ogni club come accade già nell’Nba, in cui non ci sarà la sfida a chi offre condizioni più vantaggiose, ma soltanto un turno da rispettare per accaparrarsi il miglior calciatore di turno.

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