Van Basten su Conte: ‘In panchina sembra un fanatico’

 Ad accedere la vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Juventus e Milan, che si giocherà questa sera a Torino, ci pensa un grande ex dei rossoneri: Marco Van Basten. Nel corso di un’intervista concessa a Sky Sports, il prossimo allenatore dell’Heerenveen ha parlato di Ibrahimovic, Messi, del suo futuro e anche dei suoi colleghi che attualmente allenano le due squadre oggi più forti in Italia, con un particolare aggettivo scelto per Antonio Conte, tecnico dei bianconeri.

Van Basten allenerà l’Heerenveen

Torna in panchina Marco Van Basten dopo le non molto fortunate avventure degli ultimi anni. Dopo il suo ritiro infatti l’ex attaccante del Milan aveva allenato la squadra B dell’Ajax, ma aveva fatto subito il grande salto sulla panchina della nazionale olandese su cui però non aveva ottenuto grossi risultati.

Eliminato agli ottavi al Mondiale 2006 e ai quarti ad Euro 2008, era tornato all’Ajax, e mentre gli Oranje senza di lui stupivano il mondo con il record di vittorie in qualificazione ed il secondo posto al Mondiale, lui falliva clamorosamente non solo la vittoria nel campionato olandese, ma persino la qualificazione in Champions League.

Associazione Calcio Milan

Foto: AP/LaPresse

Associazione Calcio Milan

Nasce il 16 dicembre 1899, grazie ad un gruppo di inglesi – e infatti il suo primo presidente è stato Alfred Edwards -, a cui successivamente si unirono anche diversi italiani, con il nome di Milan Cricket and FootBall Club.

La prima sede viene stabilita presso la Fiaschetteria Toscana di Via Berchet a Milano. Pochi giorni dopo – era il 15 gennaio 1900 – il club viene affiliato alla Federazione Italiana Football e quattro mesi dopo arriva il debutto in una partita ufficiale contro l’FC Torinese per le semifinali del campionato. Il 27 maggio dello stesso anno vince il suo primo trofeo: supera per 2 a 0 la Juventus e si aggiudica la Medaglia del Re, un trofeo creato in onore di Re Umberto I.

Allegri: Ibra è come Van Basten

Foto: AP/LaPresse

Si è conquistato sul campo la sua grande occasione ed ora che l’ha avuta non ci sta proprio a porsi dei limiti. Lui è Massimiliano Allegri, sulla panchina del Milan dalla scorsa estate e già nel cuore dei tifosi, che sognano di rivivere gli antichi fasti, dopo qualche anno di appannamento. La piazza gli chiede successi, specie dopo aver visto trionfare per anni i cugini nerazzurri e lui non si tira indietro e giura di non voler rinunciare a nessuno degli obiettivi:

Nella mia filosofia e in quella del Milan ci sono tre obiettivi: campionato, Champions League e Coppa Italia. Fino al 22 febbraio possiamo pensare a campionato e alla partita di Coppa Italia del 12 gennaio, quando riprenderà la Champions cercheremo di correre sui tre fronti e ottenere il massimo. La rosa è ampia e la squadra ha trovato il giusto equilibrio.

Il Milan batte il Real per Borgonovo

Il mondo del calcio continua a manifestare solidarietà nei confronti dello sfortunato Stefano Borgonovo, colpito da Sla e costretto ad una sedia a rotelle. Stavolta a regalargli un sorriso sono state le vecchie glorie del Milan (una delle squadre in cui ha militato) e quelle del Real Madrid, che hanno dato vita ad una gara benefica in quel di San Siro di fronte a cinquemila spettatori.

Tanti i campioni che hanno risposto all’appello, da Van Basten (che ha dato il calcio d’inizio in blue jeans e casacca rossonera) a Evani, da Maldini (che ha accompagnato Stefano al centro del campo) a Baresi, da Weah a Boban. Presenti in tribuna anche Leonardo e Claudio Ranieri, che si è detto onorato dell’invito ricevuto da Stefano via mail. I rossoneri sono riusciti ad imporsi per due reti a zero, ma quel che conta è il risultato economico della serata, 57mila euro da devolvere alla onlus Viva la Vita e al gruppo di ricerca dell”Ospedale Maggiore della Carità di Novara. A voi la gallery della serata.

Panchine italiane, che confusione: il prossimo anno rivoluzione in serie A

Molte delle panchine più importanti della serie A potrebbero cambiare titolare il prossimo anno. In primis, c’è un’asta internazionale per accaparrarsi Carletto Ancelotti. Galliani se lo tiene stretto e dice di non avere intenzione di mollarlo almeno fino alla fine del contratto (che scade nel 2010), ma i tabloid inglesi (che però non è che ci azzeccano sempre) non sono affatto sicuri di questo.

Nonostante la grande gara di ieri del Chelsea, e l’amore incondizionato del suo pubblico, Hiddink conferma di non voler rimanere il prossimo anno a Londra, almeno come allenatore. Per questo, secondo il Sun, pare sia sceso in campo Abramovich in persona, che dopo aver mediato con la federazione russa per far sedere il tecnico olandese sulla panchina del Chelsea, sembra che adesso stia cercando di convincere addirittura Berlusconi a far andare via Ancelotti.

Convincere l’allenatore invece non è difficile. Sembra infatti che le due parti già si siano messe d’accordo sulla base di un contratto di 5,8 milioni di sterline all’anno, più di quanto prendono Capello o Mourinho. Ma sarà tutto così semplice? Secondo gli inglesi sembra di sì (il Sun dice che Ancelotti ha promesso di prendere in mano il Chelsea la prossima estate), ma secondo noi mica tanto.

Che fine ha fatto Ruud Gullit?

In gioventù era noto come “Il tulipano nero“, centrocampista con il fiuto del gol insieme a Van Basten e Rijkaard formava il trio che ha fatto la storia del Milan. Ma gli anni pesano per tutti, e così prima o poi ci si doveva ritirare. Il primo, Van Basten, ha fatto la sua fortuna all’ultimo Europeo facendo un’ottima figura con la sua Olanda dei ragazzini. Il secondo si è fatto valere in una delle squadre più forti degli ultimi anni, il Barcellona di Ronaldinho-Messi-Eto’o.

E allora anche lui, Gullit, ha tentato la strada della panchina, nonostante sia stato l’ultimo dei tre a ritirarsi e sembrava volesse rimanere a giocare per tutta la vita. E forse questo suo ritardo gli è costato caro, vista poi la carriera che ha fatto dal ’98 in poi.

La Russia fa più paura dell’Olanda, è semifinale meritatissima

Una splendida Russia ha la meglio sull’Olanda dei talenti. Non sono servite stavolta a Van Basten le sue bocche da fuoco, proprio perchè i russi sono schierati in maniera perfetta e non permettono agli arancioni di tirare in porta. L’Olanda è lontana parente di quello squadrone capace di strapazzare Italia e Francia, e merita pienamente di uscire dall’Europeo, dopo una partita in cui si è resa pericolosa solo su calcio di punizione, e che durante i tempi supplementari non ha mai tirato in porta.

Nell’Olanda a sorpresa viene schierato Boulahrouz, nonostante la tragedia che ha colpito la sua famiglia pochi giorni fa. Per il resto non ci sono novità, Arshavin fa coppia con Pavlyuchenko, Kuyt è schierato a centrocampo, in un ruolo completamente diverso da quello che ha nel Liverpool.