Penultimo atto dell’Europa League 2013, con Chelsea e Fenerbahce impegnate a difendere il vantaggio dell’andata contro Basilea e Benfica. Gli inglesi partivano dal 2-1 conquistato in terra svizzera e miravano a raggiungere la seconda finale europea consecutiva (lo scorso anno i Blues hanno conquistato la Champions League).
Dopo l’abbuffata di reti in Champions League, scendeva in campo la kermesse di minore importanza a livello di club, con l’andata delle semifinali di Europa League. Basilea, Chelsea, Fenerbahce e Benfica si contendevano due posti nella finalissima di Amsterdam e speravano di mettere un piede nell’ultimo atto sin dalla gara di questa sera.
Sull’occhiolino di Vida ai giocatori del Lione la Fifa non ha mosso un dito, affermando che era tutto regolare. Quando però di mezzo c’è l’esclusione del Manchester United, eliminato clamorosamente dal Basilea, ecco che immediatamente il padrone del calcio mondiale agisce, e lo fa col pugno duro. L’occasione per far tornare la truppa di Ferguson in Champions League la offre il Sion, squadra penalizzata la scorsa estate per aver schierato in Europa League 6 giocatori non convocabili, e che dopo essere stata squalificata a tavolino, aveva effettuato dei ricorsi che una società calcistica non può fare.
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Roma cercava la posta piena in terra svizzera per restare in corsa in Champions League e continuare a cullare sogni di gloria. La gara contro il Basilea non era delle più facili da disputare, sia per le defezioni pesanti nell’undici di Ranieri che per il risultato umiliante della partita di andata, quando gli svizzeri avevano fatto il buono e il cattivo tempo sul terreno dell’Olimpico.
Ma stavolta la Roma è riuscita a ritrovare la grinta e la voglia di vincere, sebbene la testa fosse già alla stracittadina della prossima domenica. E se Menez si mette a segnare, se Totti ritrova il gol dopo mesi di digiuno e se anche un rincalzo come Greco mette il sigillo sulla gara, allora è facile portare a casa i punti che tengono ancora in corsa per la qualificazione al prossimo turno.
Quarta giornata Champions League gruppo E
Stadio St. Jakob-Park, Basilea: Basilea-Roma 2-3 Reti: 17′ pt Menez (R), 24′ pt rig. Totti (R), 24′ st Frei (B), 31′ st Greco (R), 39′ st Shaqiri (B)
I tre punti in classifica (tanti quanti il Basilea e il Cluj) impongono alla Roma di uscire dal St. Jakob-Park con almeno il pari. Di contro, gli svizzeri (già vittoriosi all’Olimpico) vivono una condizione di forma eccellente e con il successo si candiderebbero quale concreta outsider dei tedeschi del Bayern Monaco (primi del girone, 6 lunghezze avanti al terzetto). Claudio Ranieri, inoltre, ha necessità di capire quale sia l’effettiva forza dei giallorossi: altalenanti in campionato, insufficienti in Europa.
Al testaccino, tuttavia, tocca saggiare la forza dela rosa senza l’apporto di pedine importanti quali Pizarro, Taddei, Mexes, Brighi e – non bastasse – Borriello, acciaccato e in panchina. I capitolini se la giocano con Vucinic al fianco di Totti e l’innesto di Menez in fascia. De Rossi e Simplicio in mediana, Perrotta è l’altro esterno di centrocampo. Fin dalle prime battute, si intuisce la chiave dell’incontro: è il transalpino al rientro, Menez.
Spina nel fianco della retroguardia ospite, motivato come poche altre volte, cinico e concreto come difficilmente lo si ricorda: suo il primo spunto (3′) con una conclusione in diagonale che manda il pallone un metro sopra la traversa. La replica svizzera arriva dopo 4′: Stocker al tiro dalla distanza, la sfera sorvola sulla testa di Julio Sergio. L’estremo ospite è decisivo al 12′, quando gli tocca respingere una conclusione ravvicinata di Huggel sugli sviluppi di una mischia. Dal 15′ al 16′ Juan si immola in un paio di circostanze, poi il tridente giallorosso cambia marcia e va a siglare il vantaggio: è il 17′ quando Totti tocca per Vucinic e il montenegrino appoggia per Menez.
La Roma non c’è, non può essere quella ammirata questa sera sul prato dell’Olimpico, di fronte ad un Basilea generoso, ma – almeno sulla carta – inferiore ai giallorossi. Il tecnico degli svizzeri aveva dichiarato di voler vincere contro l’illustre avversaria, ma in pochi alla vigilia si sarebbero aspettati un’umiliazione simile, con la Roma incapace di reagire alle folate offensive degli avversari, che scendevano verso la porta di Lobont come un’orda di barbari alla conquista della Capitale.
Colpa delle assenze pesanti (De Rossi e Vucinic su tutti), delle poche idee o della scarsa condizione fisico-atletica, fatto sta che la Roma di stasera non ha entusiasmato, rimediando l’ennesima batosta della stagione. Non si può certo dire che i giallorossi non abbiano provato a raddrizzare la gara, ma non si può affermare nemmeno che la vittoria del Basilea sia immeritata o che sia frutto di pura fortuna.
Terza giornata Champions League gruppo E
Stadio Olimpico, Roma Roma-Basilea 1-3 Reti: 12′ Frei (B), 21′ Borriello (R), 43′ Inkoom (B), 47′ st Cabral (B)
Pacco regalo di Claudio Ranieri a Philippe Mexes: in barba alle attese (Juan titolare), il testaccino opta per il francesino affidando, a lui e Burdisso, la zona centrale della retroguardia. Per il resto, confermati i giallorossi schierati dal 1′ contro il Genoa. Nelle file del Basilea nessuna modifica dell’ultima ora: l’esperienza di Frei e Streller (unica punta nel 4-4-1-1 scelto da Fink) innanzitutto, poi la solidità di una squadra compatta in ciascun reparto.
Solidi, per nulla intimoriti: gli elvetici iniziano come studiato a tavolino. Tempestivi nelle chiusure, corti e concentrati, pronti nelle ripartenze: i capitolini si affidano a spunti personali (Borriello al 5′: salta l’uomo ma calcia con esiti da dimenticare) ma faticano a ingranare. Solita titubanza, fatica a impostare: se ne accorgono, eccome, gli ospiti a cui non resta, dopo aver preso coraggio, che rilanciare l’azione. E andare in gol.
E’ il 12′ e la coppia Streller-Frei (l’ordine è temporale) castiga i locali duettando al limite. Sinistro di controbalzo di Frei, Lobont può solo mostrare tutta la perplessità del caso. Contraccolpo giallorosso per i successivi 10′: c’è confusione in mezzo al campo (dove Taddei trotterella a pieni polmoni), Totti è spesso in fuorigioco (due volte in due minuti tra il 16′ e il 18′). Poi, manco fosse la Polly cinematografica, arriva lui. Che, in fondo, te l’aspetti. Marco Borriello.
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Gli Europei in corso di svolgimento ci hanno offerto la possibilità di scoprire stadi di cui ignoravamo persino l’esistenza, vista la scarsa importanza a livello continentale dei campionati dei paesi ospitanti.
Qualche tempo fa vi abbiamo proposto un mini giro turistico tra gli impianti svizzeri e austriaci, tessendo le lodi degli organizzatori, che sono riusciti in breve tempo a dotare le varie città di strutture all’altezza della situazione.
A quanto pare, però, non tutti hanno fatto i conti con le piogge torrenziali che si sono abbattute nel centro Europa nei giorni scorsi e che hanno condizionato lo svolgimento di alcune gare. Anzi, di una in particolare, che vedeva impegnata la squadra di casa contro la Turchia al St Jakob Park, in quel di Basilea. Lo spettacolo è stato pietoso e, soprattutto nel primo tempo, il campo era al limite della praticabilità , con la palla che faceva fatica a rimbalzare. Un bel problema, visto che il campo in questione è stato scelto per ospitare due quarti di finale ed una semifinale, con il rischio di penalizzare le squadre più tecniche. Ed è per questo che subito dopo la gara tra Svizzera e Turchia si è provveduto alla rizollatura completa del terreno di gioco.
Domenica, giornata dedicata al campionato. Finito quello di serie A, e della maggior parte dei campionati nazionali europei, cerchiamo di fare un piccolo riassunto, per capire anche il quadro degli eventi e delle prossime competizioni internazionali che ci aspettano nella stagione 2008/2009.
Il campionato italiano, come detto e stradetto, è stato vinto all’ultima giornata dall’Inter, per la terza volta consecutiva (di cui due sole sul campo). In Champions League, con i milanesi, ci andrà la Roma, finita solo 3 punti dietro i nerazzurri. In Inghilterra si conferma campione lo United, che come l’Inter ha dovuto aspettare l’ultima giornata per esultare. A darle battaglia fino all’ultimo c’è stato il Chelsea, che ha mollato solo negli ultimi minuti dell’ultima gara di campionato, quando ormai i Red Devils vincevano e il sorpasso era impossibile. E così solo due sono stati i punti che hanno diviso le due finaliste di Champions League, che sarebbero potute arrivare tranquillamente pari, assegnando la vittoria ugualmente alla squadra di Alex Ferguson.
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