Zarate, un laziale “quasi” romanista

Ne avevamo parlato lo scorso inverno, tracciandone un profilo più che dettagliato nella speranza che qualche presidente nostrano si lasciasse convincere a scommettere su di lui. Mauro Matias Zarate alla fine ce l’ha fatta ad approdare nel nostro campionato, grazie alla scommessa (finora vinta) del patron laziale Claudio Lotito, ma pochi sanno che il ragazzino terribile ha “rischiato” di indossare la maglia degli odiati cugini.

A rivelarlo è il sito di fede giallorossa RomaNews.eu che dedica un articolo al fenomeno biancazzurro, svelando il lavoro nascosto (e poco apprezzato a quanto pare) di Luis, argentino di origine e romano di adozione (nonché romanista convinto e molto vicino ai Sensi).

Ebbene pare che l’osservatore avesse notato da tempo le qualità fuori dal comune del giovane Zarate (campione del mondo Under 20 lo scorso anno), al punto da proporlo a Pradè in sede di campagna acquisti. Ma a Roma evidentemente avevano altri progetti, troppo impegnati forse ad inseguire sogni impossibili (vedi Mutu) o talenti tutti da verificare (Menez, Loria…) e la scheda dell’argentino non è stata neppure presa in considerazione. Luis a questo punto, sentendosi poco considerato nell’ambiente giallorosso, si è dimesso dall’incarico di osservatore.

Incredibile svolta di Gerrard, potrebbe lasciare il Liverpool, ma non per l’Inter

Dopo che per tutta l’estate Mourinho ha provato in tutti i modi (e senza riuscirci) a portare Gerrard a Milano, sembrava proprio che il capitano dei Reds dovesse rimanere a Liverpool per tutta la vita. Il ritrovato amore con i tifosi faceva pensare che non avesse più intenzione di andar via, e il contratto che lo aveva blindato confermava questa impressione.

Soltanto una squadra però al momento è in grado di sovvertire qualsiasi regola del calcio: il Manchester City, che con i tanti milioni da poter spendere si è fatta avanti con il Liverpool per acquistare il cartellino di colui che in patria è considerato il centrocampista più forte del mondo.

Coppa Uefa: alla festa delle italiane manca solo il Napoli

Poteva essere una serata di festa per le quattro italiane impegnate nel ritorno del primo turno di Coppa Uefa, forti dei risultati positivi conquistati all’andata. Alla fine ci ritroviamo a commentare una vittoria quasi scontata (quella della Samp), una ottenuta correndo qualche rischio di troppo (quella del Milan), una conquistata solo ai calci di rigore, anche se ampiamente meritata (quella dell’Udinese) e la sconfitta del Napoli, chiamato all’impegno più gravoso (ma non impossibile) contro il Benfica.

Chi proprio non aveva problemi di risultato era la Sampdoria, partita da Genova con in tasca un 5-0 più che confortante. La gara di ieri contro il Kaunas si è trasformata in una specie di allenamento per gli uomini di Mazzarri, che hanno comunque voluto regalare ai propri tifosi la gioia della seconda vittoria in Coppa Uefa, rimontando il gol di Zelmikas con Fornaroli e Bonazzoli.

Anche il Milan partiva da un ottimo 3-1 ottenuto a san Siro, ma a Zurigo è stato messo spesso in difficoltà da una squadra che ha dimostrato di credere nei miracoli. E per fortuna che Shevchenko ha deciso di sbloccarsi al momento giusto (su assist di Ronaldinho), con un gol che ha messo fine alle speranze degli svizzeri.

Coppa Uefa: fuori Everton e Besiktas

Nella notte si sono giocate 36 partite di coppa Uefa, e purtroppo pare proprio che il tonfo più grande sia quello di una italiana, il Napoli, che deve già dire addio al sogno di ripetere le gesta della squadra che fu di Maradona, contro un Benfica troppo esperto per poter essere battuto.

Uscendo dall’Italia, tonfi veri e propri non ce ne sono stati. La maggior parte delle gare si sono chiuse con la qualificazione della squadra favorita, a parte forse un paio di casi. A parte Napoli quindi, forse l’eliminazione più clamorosa è stata quella dell’Everton, eliminato dallo Standard Liegi, una squadra che comunque in campo internazionale, nel suo piccolo, si è sempre fatta valere.

Il Milan ad un passo da Ramos

Sergio Ramos, uno dei difensori più forti della Liga, nonchè titolare inamovibile nella nazionale campione d’Europa della Spagna, potrebbe presto lasciare il Real Madrid, dove è in rotta di collisione

Mourinho, l’uomo da copertina

Che la squadra vinca o perda è sempre lui ad occupare le prime pagine dei giornali, più dell’attaccante che l’ha buttata dentro, più del difensore che ha perso il contrasto, facendosi superare. E’ il destino di Josè Mourinho, professione mister, ma con un futuro assicurato di attore, grazie a quella faccia da uomo sicuro di sé e a quell’inclinazione innata  per la recitazione.

E così, da quando è sbarcato a Milano lo abbiato ritrovato spesso a far notizia con quel suo modo di porsi presuntuoso ed arrogante, che più di una volta ha innescato polemiche infinite con il “nemico” di turno. Sarà che agli italiani interessano più i pettegolezzi che il calcio giocato (come dice lui), ma non si può certo dire che il portoghese sia esente da colpe.

Ma negli ultimi quattro giorni la sua espressione è mutata rispetto al passato e, pur continuando a ripetere che l’Inter sta raccogliendo meno di quanto semina, è evidente che alcune sue certezze cominciano a vacillare.

Ligue 1: il Lione scappa verso lo scudetto

Poco importa se il presidente del Lione aveva imposto ai propri calciatori di vincere la Champions League, anche a discapito del campionato. E poco ha importato anche che 4 giorni dopo i leoni di Francia dovessero incontrare i campioni di Germania del Bayern Monaco. La storia vuole che in vetta al campionato francese ci sia sempre una sola squadra, e così sarà anche quest’anno.

Contro il Nancy, il Lione mette in campo l’11 titolare, e quindi non c’è avversario che tenga. Risultato finale 2-1 maturato tutto nella prima mezz’ora di gioco, e che vede protagonista ancora una volta Benzema, sempre più solo in vetta alla classifica cannonieri.

La Roma sorride, l’Inter mugugna

Il calcio è veramente strano e al termine della seconda giornata di Champions League ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. Archiviati i pareggi di Juventus e Firentina nelle gare di martedì, toccava a Roma ed Inter difendere l’onore dell’Italia in campo internazionale.

Impresa agevole per la squadra di mister Mourinho, impegnata in casa contro un Werder Brema decisamente inferiore a livello tecnico. Compito più difficile per la Roma contro il Bordeaux e non per un discorso di inferiorità o meno, ma semplicemente perché orfana di molti pezzi pregiati (Totti in testa, ma non solo).

Ma il campo ha capovolto le situazioni, tanto che questa mattina ci ritroviamo a commentare il pareggio dell’Inter (che a tempo scaduto poteva trasformarsi addirittura in disfatta) e la vittoria corsara della Roma su un campo difficile come quello francese.

Champions: storico Anorthosis, polemiche contro il Barça

Seconda giornata di Champions League e seconda pagina della storia del calcio. Ancora una volta a scriverla è l’Anorthosis Famagosta, che dopo aver registrato il proprio nome come prima squadra cipriota a partecipare alla competizione, adesso porta a casa anche i primi 3 punti, impensabili all’andata.

Stesso risultato sfiorato dal bielorusso Bate Borisov, raggiunto ieri da Iaquinta che gli nega la gioia della prima storica vittoria. Ma la giornata è ugualmente piena di spunti, soprattutto polemici, che hanno caratterizzato una settimana che si preannunciava tranquilla, ma che si è trasformata in trambusto.