Coppa Uefa: fuori Everton e Besiktas

Nella notte si sono giocate 36 partite di coppa Uefa, e purtroppo pare proprio che il tonfo più grande sia quello di una italiana, il Napoli, che deve già dire addio al sogno di ripetere le gesta della squadra che fu di Maradona, contro un Benfica troppo esperto per poter essere battuto.

Uscendo dall’Italia, tonfi veri e propri non ce ne sono stati. La maggior parte delle gare si sono chiuse con la qualificazione della squadra favorita, a parte forse un paio di casi. A parte Napoli quindi, forse l’eliminazione più clamorosa è stata quella dell’Everton, eliminato dallo Standard Liegi, una squadra che comunque in campo internazionale, nel suo piccolo, si è sempre fatta valere.

Il Milan ad un passo da Ramos

Sergio Ramos, uno dei difensori più forti della Liga, nonchè titolare inamovibile nella nazionale campione d’Europa della Spagna, potrebbe presto lasciare il Real Madrid, dove è in rotta di collisione

Mourinho, l’uomo da copertina

Che la squadra vinca o perda è sempre lui ad occupare le prime pagine dei giornali, più dell’attaccante che l’ha buttata dentro, più del difensore che ha perso il contrasto, facendosi superare. E’ il destino di Josè Mourinho, professione mister, ma con un futuro assicurato di attore, grazie a quella faccia da uomo sicuro di sé e a quell’inclinazione innata  per la recitazione.

E così, da quando è sbarcato a Milano lo abbiato ritrovato spesso a far notizia con quel suo modo di porsi presuntuoso ed arrogante, che più di una volta ha innescato polemiche infinite con il “nemico” di turno. Sarà che agli italiani interessano più i pettegolezzi che il calcio giocato (come dice lui), ma non si può certo dire che il portoghese sia esente da colpe.

Ma negli ultimi quattro giorni la sua espressione è mutata rispetto al passato e, pur continuando a ripetere che l’Inter sta raccogliendo meno di quanto semina, è evidente che alcune sue certezze cominciano a vacillare.

Ligue 1: il Lione scappa verso lo scudetto

Poco importa se il presidente del Lione aveva imposto ai propri calciatori di vincere la Champions League, anche a discapito del campionato. E poco ha importato anche che 4 giorni dopo i leoni di Francia dovessero incontrare i campioni di Germania del Bayern Monaco. La storia vuole che in vetta al campionato francese ci sia sempre una sola squadra, e così sarà anche quest’anno.

Contro il Nancy, il Lione mette in campo l’11 titolare, e quindi non c’è avversario che tenga. Risultato finale 2-1 maturato tutto nella prima mezz’ora di gioco, e che vede protagonista ancora una volta Benzema, sempre più solo in vetta alla classifica cannonieri.

La Roma sorride, l’Inter mugugna

Il calcio è veramente strano e al termine della seconda giornata di Champions League ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. Archiviati i pareggi di Juventus e Firentina nelle gare di martedì, toccava a Roma ed Inter difendere l’onore dell’Italia in campo internazionale.

Impresa agevole per la squadra di mister Mourinho, impegnata in casa contro un Werder Brema decisamente inferiore a livello tecnico. Compito più difficile per la Roma contro il Bordeaux e non per un discorso di inferiorità o meno, ma semplicemente perché orfana di molti pezzi pregiati (Totti in testa, ma non solo).

Ma il campo ha capovolto le situazioni, tanto che questa mattina ci ritroviamo a commentare il pareggio dell’Inter (che a tempo scaduto poteva trasformarsi addirittura in disfatta) e la vittoria corsara della Roma su un campo difficile come quello francese.

Champions: storico Anorthosis, polemiche contro il Barça

Seconda giornata di Champions League e seconda pagina della storia del calcio. Ancora una volta a scriverla è l’Anorthosis Famagosta, che dopo aver registrato il proprio nome come prima squadra cipriota a partecipare alla competizione, adesso porta a casa anche i primi 3 punti, impensabili all’andata.

Stesso risultato sfiorato dal bielorusso Bate Borisov, raggiunto ieri da Iaquinta che gli nega la gioia della prima storica vittoria. Ma la giornata è ugualmente piena di spunti, soprattutto polemici, che hanno caratterizzato una settimana che si preannunciava tranquilla, ma che si è trasformata in trambusto.

Zenit campione d’Europa grazie alla mafia russa

Ne abbiamo decantato le lodi per settimane intere durante la scorsa stagione, indicandola come squadra rivelazione dell’anno. Un club venuto dal nulla e arrivato sul tetto d’Europa con la conquista della Coppa Uefa. La vittoria dello Zenit St. Pietroburgo ci aveva regalato una bella pagina di sport, strappando a squadroni più blasonati la leadership a livello continentale.

Ma ora il sogno sembra infrangersi di fronte ai sospetti avanzati da un’inchiesta partita dalla Spagna, dalla quale risulta che lo Zenit avrebbe beneficiato di qualche aiuto dall’esterno per raggiungere l’obiettivo. E che aiuto ragazzi!

Non stiamo parlando di arbitri corrotti o degli imbrogli tanto cari anche al nostro calcio, ma di un intervento della mafia russa nella persona di Guenadis Petrov, uno dei massimi esponenti della Tambobskaya.

Bundesliga: rischia Klismann, il Werder ne fa ancora 5

Perdere una volta passi. Perderne due no, soprattutto se ti chiami Bayern Monaco. Se poi a questo si va ad aggiungere che due sono le sconfitte della squadra di tutto lo scorso anno, e ora sono arrivate una di fila all’altra; l’ultima è arrivata dopo aver subito 5 gol: hai la squadra che sulla carta è la più forte del torneo; e soprattutto la seconda sconfitta arriva contro l’Hannover, di certo non un avversario ostico, le cose cominciano a farsi complicate.

Trema, e non poco, la panchina di Jurgen Klinsmann, in un periodo più nero di quello che si può immaginare. Il suo squadrone non va, Toni fa quel che può, e infatti è uno dei pochi salvi dalle critiche dei giornali tedeschi, ma i miracoli il ragazzone italiano ancora non ha imparato a farli.

La Juve trema, la Fiorentina arranca

La serata che non ti aspetti. Juventus e Fiorentina erano chiamate a due impegni non certo priobitivi nella seconda giornata di Champions League, ma non hanno saputo sfruttare la superiorità tecnica (l’una) ed il fattore campo (l’altra).

E così ci ritroviamo a dover commentare due pareggi e a ringraziare il cielo che almeno la classifica si sia mossa, in attesa di tempi migliori.

I bianconeri sono partiti nel peggiore dei modi sul campo del Bate Borisov, scioccati oltremodo da una squadra che corre, lotta e per metà primo tempo fa la parte del leone, ritrovandosi in vantaggio di due gol. Sugli altari Kryvets e Stasevich, eroi per una notte nel freddo di Minsk, davanti all’armata bianconera. La fortuna della Vecchia Signora è che Ranieri abbia deciso di schierare sin dal primo minuto quel metro e mezzo (o poco più) di classe cristallina che risponde al nome di Sebastian Giovinco.

La polizia boccia le celle negli stadi

Per l’ordine pubblico negli stadi le hanno provate tutte. Dalle leggi a tolleranza zero alla moltiplicazione delle forze armate, fino a tornelli elettronici e telecamere all’avanguardia. Addirittura il Presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese ci aveva provato con la forza, chiedendo le celle negli stadi, ma stavolta questa misura di sicurezza è risultata un pò eccessiva.

A dirlo è il capo della polizia Antonio Manganelli ai microfoni di Sky Tg24, che ricorda che le celle in Italia ci sono eccome (anche se non tante ndr), e lui si augura di non doverle usare. Purtroppo però molto spesso andrebbero riempite eccome, ma si finisce sempre per risolverla all’italiana, con un nulla di fatto.