Serie B: Gerarchie sovvertite, l’Albinoleffe guarda tutti dall’alto

La serie B ha una nuova capolista. Chi credeva che le corazzate del Brescia, del Bologna o del Chievo potessero correre da sole, si dovrà ricredere. In vetta alla classifica, a 13 giornate dalla fine, c’è l’Albinoleffe, squadra costruita con un decimo della spesa delle formazioni precedenti.
E’ forse l’ultimo baluardo del calcio di una volta fatto di squadre che si formano dalle giovanili, e con gli anni acquisiscono quell’esperienza che serve per salire in serie A.

La dimostrazione l’hanno data gli uomini di Gustinetti quando, in una difficile partita contro il Messina, sono riusciti a strappare la vittoria al 94esimo con un gol in mischia di Peluso.
Sono stati aiutati i bergamaschi anche dalle dirette concorrenti. Il Chievo, nonostante abbia giocato in superiorità numerica per buona parte della gara, e per una ventina di minuti con due uomini in più, non è riuscito ad avere la meglio contro un durissimo Rimini, che le prova tutte per rimanere attaccato a quel carro dei play-offs che gli sfugge ormai da 3 anni a questa parte.
Stesso discorso per il Bologna, un pò troppo timoroso per essere la capolista, sul difficile campo del Lecce. I salentini partono forte, ma Tiribocchi non è il solito cobra d’area, e Zanchetta colpisce anche una traversa su punizione, e così i bolognesi si accontentano più del punto guadagnato che dei due persi. Anche perchè adesso hanno il cammino più facile tra le pretendenti alla serie A, avendo già superato molti scontri diretti.

Garrincha: il re del dribbling

Manoel Francisco Dos Santos, per tutti semplicemente Garrincha, è stato uno dei calciatori brasiliani più forte di tutti i tempi. Deve il suo soprannome al problema fisico che lo affliggeva sin da bambino, quando una malattia lo rese zoppo, con una gamba nettamente più corta dell’altra. Chiunque al suo posto avrebbe avuto difficoltà persino a camminare, ma la sua determinazione gli permise di conquistare il mondo con le sue giocate magiche ed i suoi dribbing irresistibili.

Nato in una famiglia povera di Pau Grande, iniziò a giocare a pallone nei campetti sterrati della città, dove oltre agli avversari, doveva affrontare lo scetticismo con cui veniva visto a causa delle sue gambe storte. Il Botafogo fu la prima squadra a scommettere su di lui, grazie a Gentil Cardoso, che lo aveva visto giocare e lo inserì subito in prima squadra. Con questa maglia resterà per dodici stagioni, vincendo tre campionati di Sao Paolo e due Carioca e mettendo a segno per 230 reti.

Il dribbing era il suo pezzo forte: il difetto fisico, che gli avrebbe dovuto impedire persino di camminare, si rivelò la sua arma vincente. Ancora oggi capita di sentir dire “un dribbling alla Garrincha”, ma difficilmente quel gesto può essere emulato. Finta verso sinistra, accellerazione, passo a destra, ancora accellerazione e conversione al centro: solo a descrivere il movimento fa girare la testa, figuriamoci come restavano i suoi avversari nel vederlo scappare!

Torna il “Derby del Sole” al San Paolo: Napoli e Roma le squadre del momento

Napoli, 15.30: dopo sette lunghi anni di attesa, il San Paolo riabbraccia il “Derby del Sole”. La sfida numero 122 (da quando il campionato è composto dal girone unico) non poteva capitare in un momento migliore per Roma e Napoli: i giallorossi sono reduci dalla conquista dei quarti di finale di Champions League ai danni dei galattici di Madrid, mentre il Napoli ha saputo infliggere alla capolista Inter la prima sconfitta del campionato (riaperto proprio a vantaggio degli uomini di Spalletti).
Ma a prescindere dal momento di grazia delle due compagini, quella del San Paolo sarebbe stata comunque una sfida dalle tinte forti: in Napoli-Roma si intrecciano storie di ex e clamorosi colpi di mercato falliti per un soffio, scambi di panchine e incontri mozzafiato, senza dimenticare la vicenda di un gemellaggio sfociato in un acerrima rivalità.

Inter: 100 di questi giorni!

Era il 9 marzo 1908 quando 43 dissidenti dell’Associazione Calcio Milan si riunirono nel ristorante milanese L’Orologio, per fondare una nuova società sportiva. La rottura con il precedente club era dovuta alla dura presa di posizione dei dirigenti, che avevano intenzione di impedire ai calciatori stranieri di vestire la maglia rossonera.

Nacque così il Football Club Internazionale Milano e chissà se quei 43 soci riuniti intorno ad un tavolo avrebbero mai immaginato che la società da loro fondata potesse arrivare a festeggiare proprio oggi i suoi 100 anni di storia.

Momenti gloriosi tanti per una società che può vantare l’invidiabile primato di non aver mai conosciuto l’onta della serie B: dal primo scudetto conquistato sul velluto nel 1910, contro una squadra di ragazzini, mandati in campo dalla Pro Vercelli per protesta (gli era stato negato il permesso di spostare la partita ad altra data, visto l’impegno di alcuni calciatori nei tornei militari), fino all’ultimo, quello dei record della scorsa stagione con 97 punti conquistati, 30 vittorie in una sola stagione, di cui 17 consecutive, 15 vittorie in trasferta (11 di fila) e +21 di media inglese.

Fantacalcio: il ritorno di Ibra e un grande Palermo

Dagli anticipi di sabato, l’unico spunto positivo viene dai calciatori del Palermo. I rosanero sono, statisticamente, tra i giocatori più presenti nelle formazioni del Fantacalcio, dato che costano poco per appartenere ad una squadra di medio-alta classifica.
Da qualche mese, con le dovute eccezioni, i punteggi erano parecchio bassi, ma stavolta i Fantallenatori che hanno creduto in loro potranno tornare a sorridere.

Non saprei dire quale dei palermitani possa avere il voto più alto, ma so che difficilmente ci sarà qualcuno di loro che possa scendere sotto la sufficienza. Ai fini del Fantacalcio, sicuramente il punteggio più alto sarà quello di Simplicio, autore del gol, ma le alte pagelle di Amauri e del sorprendente Jankovic, oltre che del solito Barzagli, contribuiranno ad alzare la media voto della squadra.
Dall’altro lato non si può dire la stessa cosa per i giocatori dell’Udinese. Una delle squadre più in forma del momento dovrà leccarsi le ferite e ringraziare il cielo per non aver perso la gara. Se non fosse stato per il portiere Handanovic (ripresosi in pieno dopo le 5 scoppole rimediate contro il Genoa), il passivo sarebbe stato di molto superiore.

Europei 2008: Gruppo B

Secondo capitolo della nostra rubrica dedicata all’Europeo 2008 che si terrà in Svizzera ed Austria nel prossimo mese di giugno. Oggi andiamo alla scoperta del gruppo B, in cui si troveranno di fonte l’Austria, la Croazia, la Germania e la Polonia.

Alla vigilia del sorteggio, chiunque avrebbe firmato per essere inserito in questo girone, vista la presenza dell’Austria qualificata di diritto in quanto Paese organizzatore, ma piuttosto debole sul piano del gioco. Le amichevoli disputate negli ultimi due anni hanno confermato la pochezza tecnica degli uomini di Josef Hickersberger, che non sono andati oltre il pareggio contro Malta, Ghana, Paraguay, Repubblica Ceca, Giappone e Tunisia, rimediando sonore sconfitte contro Inghilterra, Francia, Scozia, Cile e Svizzera.

La sola vittoria nella gara con la Costa d’Avorio la dice lunga sulle possibilità di passaggio alla fase successiva dell’Europeo, che per l’Austria sarebbe già un ottimo risultato. Inutile cercare di individuare grandi nomi, in una squadra che dovrà fare affidamento soprattutto sul fattore campo e sull’entusiasmo dei giovani, desiderosi di mettersi in mostra, in una competizione dove l’Austria è al debutto assoluto.

Eduardo: “Non ho mai perdonato Taylor”

C’era una volta quando i giocatori in campo erano galantuomini, se commettevano un fallo chiedevano scusa, e se l’avversario si faceva veramente male poi lo andavano a trovare in ospedale.

Nel calcio moderno, dove tutti corrono e nessuno ha tempo nemmeno di ragionare (peccato), può capitare di assistere a due tipi di interventi, quello in campo, e quello fuori, che fa ancora più male.
Ne sa qualcosa Eduardo, giocatore dell’Arsenal che 13 giorni fa ha subito la rottura di mezza gamba a causa dell’intervento assassino di Taylor che non ci ha pensato su due volte ad entrargli a piedi uniti sullo stinco.
I dettagli sono noti più o meno a tutti, e non voglio soffermarmici più di tanto.
Vorrei piuttosto porre l’attenzione sul secondo tipo di fallo, quello psicologico, che è più cattivo perchè sicuramente intenzionale. E anche questo secondo fallo lo ha compiuto il difensore del Birmingham, che oltre al danno, ha voluto rifilare al povero attaccante croato anche la beffa.

Sepp Blatter: tolleranza zero per il gioco violento!

E’ ancora vivo il ricordo del fallaccio assassino di Taylor ai danni di Eduardo, che gli ha causato la frattura esposta di tibia e perone, costringendolo ad un lungo periodo di inattività (dai nove ai quindici mesi, secondo le prime ipotesi).

E proprio prendendo spunto da quell’episodio, Sepp Blatter torna a parlare del gioco violento e delle pene che dovrebbero essere inflitte a chi si macchia di simili colpe. Lo fa dalle pagine del Times e spara a zero sui giocatori violenti, che rischiano di mettere a repentaglio la carriera dei loro colleghi.

In questo momento, i takle violenti sono uno degli argomenti più importanti nel mondo del calcio e i giocatori che fanno questo genere di interventi intenzionalmente dovrebbero essere banditi per sempre dai campi di gioco.

Fantacalcio: la variabile impazzita è la concentrazione

Le coppe sono passate, e la fatica si farà sentire. Milan, Roma e Fiorentina dovranno recuperare in fretta, le avversarie non aspettano, e non avranno pietà a colpirle, soprattutto nel finale, quando anche i campioni saranno stanchi. Se poi ci si mettono anche gli infortuni (ben 9 in casa rossonera) che non ti danno la possibilità di fare il turn over, allora la situazione si fa piuttosto seria. A queste tre squadre si potrebbe aggiungere l’Inter, che non ha ancora giocato il ritorno di Champions, ma dovrà farlo il prossimo mercoledì, e quindi bisognerà valutare la tenuta della squadra dal punto di vista della concentrazione. Certo, la Reggina è sempre stata una squadra che ha dato pochi problemi agli uomini di Mancini, ma non è detto che, con le carte in tavola un pò mischiate, la situazione non possa cambiare.

Dalla sua la Reggina ha anche il rientro dalla lussazione alla spalla di Modesto, e dovrà fare a meno solo di Campagnolo e di Vigiani, peraltro fuori già da un bel pò. Chi potrà approfittare del turno infrasettimanale potrebbe essere il Siena, che incontra una Fiorentina in alto con il morale, ma con le gambe pesanti, dato che gli 11 che scenderanno in campo saranno gli stessi che tre giorni prima hanno corso come i dannati contro l’Everton.
Ma l’occasione è ghiotta anche per il Parma. La strada per la salvezza passa soprattutto dal Tardini, e quale occasione migliore di quella che gli offre la Samp, senza attaccanti? Cassano sarà fuori fino ad Aprile per la squalifica, Bellucci e Montella non si sa quando guariranno dagli infortuni alle ginocchia, mentre Bonazzoli è reduce da una contusione, che lo costringerà a stringere i denti per a scendere in campo non al meglio.

Maldini non pensa più al ritiro

Una frase che si sente spesso dire tra tifosi, in questo calcio moderno, è che non esistono più le bandiere. In effetti basta poco per un calciatore cambiare maglia. Basta che gli si offra un milione di euro in più di contratto, e decine di anni di militanza con una maglia vanno a finire nel dimenticatoio.
Ma come al solito le eccezioni ci sono sempre. La più lampante è Paolo Maldini, 39 anni (40 a giugno), di cui 24 nel Milan ad alti livelli, e strisce rosse e nere cucite sulla pelle.

Lo scorso anno Paolone dichiarò:”voglio vincere la Champions e poi mi ritiro“. Riuscì nel suo intento e disse:”voglio vincere il mondiale per club – unico trofeo che ancora non aveva messo in bacheca, visto che era alla prima edizione – e mi ritiro”.
Riuscì anche in questo caso, e a questo punto come terminare al meglio la sua ultima stagione, se non con la sua nona finale di Champions?
Ci aveva pensato Paolo, ma poi quella maledetta sera del 4 marzo i ragazzini dell’Arsenal gli hanno rovinato il sogno. Forse segnale delle nuove generazioni che prendono il posto di quelle vecchie.