Il Lecce torna in A

Un ritorno in A mai in discussione. Non lo è stato in tutto il campionato, passato sempre tra il secondo e il terzo posto, non lo è stato in questi play-offs, dove la superiorità si è sempre notata. Dopotutto una squadra che poteva vantare gente come Tiribocchi, Abbruscato, Valdes, Diamoutene, e tanti altri calciatori di categoria, non poteva rimanere in B ancora per molto.

L’Albinoleffe intanto la sua parte l’ha fatta. All’andata non meritava assolutamente di perdere, dato che lo 0-1 è arrivato con l’unico tiro in porta di tutta la gara dei salentini, mentre nella gara di ritorno è riuscito a chiudere con un pareggio che serve più per il morale che per raggiungere una serie A che per ora torna ad essere un sogno.

Luca Toni: un modello perfetto per i pittori!

In patria è uno degli attaccanti più apprezzati, punta di diamante della Nazionale e bomber di razza. Sulle sue spalle è caricato il peso dell’attacco azzurro, sebbene nelle prime due gare degli Europei non abbia ancora dimostrato pienamente il suo valore. A dire il vero, Luca Toni un gol alla sua maniera l’ha pure segnato, ma una bandierina dispettosa si è alzata in modo inopportuno, strozzando sul nascere la sua esultanza tipica.

Pioggia di recriminazioni sui giornali italiani per quel gol che poteva voler dire qualificazione alla fase successiva, mentre nella sua terra d’adozione, la Germania, si divertono, mettendo a confronto alcune sue curiose espressioni con particolari di quadri rinascimentali.

Niente a che vedere con le prese in giro a John Terry, dopo il rigore sbagliato nella finale di Champions League, né con l’immagine di cattivo gusto apparsa su un quotidiano polacco, che mostrava Leo Beenhakker con in mano le teste mozzate di Ballack e Loew.

Delirio Turchia, clamoroso a Ginevra

Incredibile ribaltone da parte della Turchia. In una partita in cui accade di tutto la squadra di Terim riesce a capovolgere il risultato da 0-2 a 3-2 nell’ultimo quarto d’ora, e si qualifica per i quarti di finale. I cechi, in vantaggio nemmeno tanto meritato, decidono di suicidarsi (calcisticamente parlando) rinunciando a giocare, e così il ribaltone è più che giusto.

Nell’altra gara, ormai con poca importanza, dato che sia la Svizzera che il Portogallo conoscevano il loro destino, i padroni di casa salutano il proprio pubblico con la soddisfazione di aver ottenuto una vittoria contro una delle squadre più in forma dell’Europeo, anche se imbottito di riserve. Yakin si congeda con la doppietta che porta al 2-0 finale.

Gianluca Vialli: goleador di razza

Stacchiamo la spina per un po’ dalla stretta attualità fatta di biscotti e sospetti di combine e torniamo alle nostre care rubriche, occupandoci di un grande del passato che ha fatto bene in patria e ha tenuto alto il nome degli italiani in terra straniera.

Stiamo parlando di Gianluca Vialli, fenomenale atttaccante degli anni ’80-’90, nonché vero campione di simpatia.

Mosse i primi passi da calciatore (come direbbe il buon giornalista) nella Cremonese, squadra della sua città, contribuendo alla promozione dalla serie C alla B e poi al salto nella massima serie nell’anno di grazia 1984.

Calciomercato: il punto sulla prima metà di Giugno

Eccoci al secondo appuntamento con il calciomercato. I primi 15 giorni di giugno non ci hanno regalato grossi colpacci, almeno non quanti avvenuti a maggio, o quanti ci si aspettava. La “colpa” principale è delle milanesi, che fanno tanti annunci da far venire l’aquolina in bocca, per poi lasciar cadere tutto nel vuoto.

Nel mese di giugno infatti, davanti a nomi come Adebayor, Drogba, Deco, Ronaldinho, Eto’o, e mille altri, sono state capaci soltanto una di prendere Antonini e cedere in prestito Gourcuff e l’altra di ingaggiare un nuovo allenatore, un pò poco per due squadre di quel livello.

Ora Cassano diventa il salvatore della patria!

Italia, terra di navigatori, poeti e… commisari tecnici. E’ così da sempre, specie quando ci si trova a dover affrontare una competizione internazionale. Perché non fa giocare Tizio? Perché non convoca Caio? Il ct di turno deve fare orecchie da mercante e decidere in totale libertà, non lasciandosi condizionare dall’umore popolare e rischiando anche critiche a non finire in caso di magra figura.

L’ultimo caso di esclusione, nonostante la chiamata a furor di popolo, fu quella di Roberto Baggio in occasione dei mondiali nippo-coreani, ma il buon Trapattoni trovò, buon per lui, un capro espiatorio nell’arbitro Moreno. In ogni caso uno esperto e vincente come il Trap avrebbe trovato il modo di difendersi dagli attacchi della critica.

Non così Donadoni, giovane allenatore con poca esperienza in panchina, in partenza per l’avventura europea con una spada di Damocle sulla testa ed il fantasma di Lippi a seguirlo ad ogni passo. Meglio portare Del Piero dunque, ascoltando il parere del popolo, per poter poi dire di averle tentate tutte. Succede poi che il capitano della Juve entra a partita iniziata contro l’Olanda ed in mezz’ora dimostra di non aver perso lo smalto di un tempo. Fallo giocare! E gioca contro la Romania. E stecca pure, purtroppo. Ed ora il popolo di commissari tecnici invoca a gran voce il nome di Cassano.

I campioni d’Europa escono in anticipo

La seconda giornata dell’Europeo si chiude con la Grecia che raggiunge la Svizzera tra le squadre che lasciano il torneo anzitempo. Gli ex campioni d’Europa sono apparsi la squadra che più di tutti si è dimostrata meno competitiva, e siccome la formazione era in buona parte la stessa di 4 anni fa, la vittoria del 2004 viene delegittimata e risulta come fortunosa e niente di più.

Nel pomeriggio intanto la Spagna si prende il primo posto nel girone battendo a tempo scaduto una Svezia molto buona nel primo tempo, ma inesistente nella ripresa, con Villa che si conferma capocannoniere del torneo con 4 reti. I risultati di giornata sono stati 2-1 nel pomeriggio e 0-1 la sera.

L’onestà di Van Basten ci eviterà il biscotto?

La storia si ripete. Dopo Euro 2004 ed il biscotto servitoci caldo caldo e impacchettato dall’accoppiata Svezia-Danimarca, ci ritroviamo ancora una volta nella condizione in cui non basta fare il nostro dovere e battere la Francia, ma sperare che su un altro campo qualcuno dimostri la propria sportività e si giochi fino in fondo la partita.

Oggi sui giornali non si parla d’altro. Il biscotto recita un ruolo da assoluto protagonista, rubando la scena alle valutazioni sulla gara di ieri. E come d’abitudine più che concentrarci sulla gara dell’anno, siamo tutti presi a guardare in casa altrui, avanzando sospetti di combine o di scarso impegno da parte di un’Olanda già qualificata, che avrebbe la possibilità di estromettere in sol colpo i campioni del mondo ed i vice-campioni.

Domenech ha detto la sua, ma si sa, lui più che degli uomini si fida delle stelle e non può credere che gli orange mettano in campo contro la Romania la stessa voglia di successo dimostrata nelle prime due gare.