Italia: l’importante è vincere

Già, quel che conta è l’aver portato a casa i tre punti, che ci permettono di guardare le avversarie dall’alto della leadership in classifica. E non è poco, se si considera che siamo ancora a settembre, che le gambe non girano come dovrebbero e che la maggior parte delle squadre è più avanti di noi in fatto di preparazione.

Lippi in settimana aveva auspicato per le prossime stagioni un avvio di campionato anticipato, per permettere anche agli azzurri di essere in palla sin dalle prime uscite, ma in attesa che prevalga il buon senso sulle questioni economiche, accontentiamoci di aver messo nel carniere sei punti utilissimi ai fini della qualificazione al mondiale sudaficano del 2010.

Dopo l’esordio deludente e fortunato in quel di Cipro, dobbiamo registrare qualche passo in avanti della nostra nazionale, dimostratasi più squadra e meno distratta di fronte ad una Georgia che ci ha creato ben poche preoccupazioni. E se con i ciprioti ci avevano salvato le prodezze di Buffon e Di Natale, stavolta gran parte del merito spetta a De Rossi, autore della prima doppietta in nazionale e candidato al ruolo di leader nel centrocampo di Lippi.

De Rosa lascia il calcio, troppo business per lui

Gaetano De Rosa si ritira. Il granitico difensore di Bari, Reggina e Genoa ha deciso di lasciare il calcio dopo essere rimasto senza squadra a 35 anni, ma quando comunque le offerte non gli mancavano.

Al momento era svincolato, gli era scaduto il contratto con i grifoni quest’estate e lui aveva voluto prendersi un pò di tempo per decidere sul suo futuro. Era stato accostato insistentemente al Chievo e a diverse squadre di B come Mantova o Modena, ma lui ha deciso, ai microfoni di Radio Toscana, di dichiarare:

“Ho detto basta! Il calcio di oggi non è piu’ il mio calcio che era fatto di rispetto e valori che oggi trovo meno a dispetto del business, anche se questa è una brutta parola. La vita scorre troppo veloce per non viverla a pieno, oggi ho deciso di vivere altre situazioni, fare altre cose che mi interessano e
che il calcio non mi permette di fare”

Il Real Madrid tra tatuaggi e aerei

Con il campionato fermo a causa delle gare di qualificazione per i mondiali del 2010, i giornali spagnoli vanno alla ricerca di storie bizzarre da raccontare. Vi riportiamo le due notizie più curiose pubblicate rispettivamente da Marca ed As, ma riguardanti entrambe il Real Madrid.

Partiamo da Marca che riporta il diktat dei dirigenti delle merengues a proposito dei tatuaggi, così di moda tra i calciatori (non solo, ma soprattutto). A sentire il quotidiano spagnolo, da oggi in poi chiunque voglia farsi dipingere la pelle in modo permanente deve prima avvisare i medici della squadra. Il motivo? Le numerose infezioni che possono presentarsi in seguito ad un tatuaggio fatto non rispettando le norme igieniche.

Questo significa che non vedremo più in campo emuli di Beckham completamente dipinti? Non è proprio così. In realtà la società non obbliga i propri tesserati a chiedere il permesso, ma fa sapere che sarebbe preferibile far visita ad un artista del tatoo nel periodo di vacanza o quando si è infortunati, sempre avvisando prima la società della propria intenzione. E meno male che Beckham si è traferito ai Galaxy, altrimenti chissà quante volte sarebbe stato costretto a passare in sede per avvertire…

La caduta del Trap

Imprevedibile Trap! L’ex ct azzurro ancora una volta ha dato dimostrazione di grande simpatia, anche se stavolta si è trattato di una scenetta del tutto involontaria. Il tutto è avvenuto

L’Italia giocherà con il muro, non davanti a Buffon, ma subito dietro

Curve chiuse anche allo stadio Friuli di Udine. Anzi, ad essere più precisi una curva, la Sud. Stavolta però non si tratta di provvedimenti contro il tifo violento, ma solo del mega-concerto che Vasco Rossi sta preparando proprio nello stadio dell’Udinese, e che tra poche ore ospiterà la gara della Nazionale contro la Georgia.

Quando Vasco si muove, si sa, gli va dietro mezza città. La struttura per il concerto è talmente grande che, nonostante l’evento sia programmato per venerdì prossimo, non era possibile costruirla in 48 ore, ma ci sono voluti così tanti giorni da costringere i nostri azzurri a giocare senza uno spicchio di stadio.

Fabian Espindola: l’esultanza che fa male!

Il colmo per un calciatore? Infortunarsi durante un’esultanza e poi scoprire che il gol è stato annullato! Non sappiamo se il colmo sia proprio questo, ma certo fa sorridere quanto accaduto ieri durante una partita della Major League, tra Real Salt Lake e Los Angeles Galaxy.

Correva il 6° minuto del primo tempo e Fabian Espindola spediva la palla in rete su colpo di testa, portando i suoi in vantaggio contro la squadra di David Beckham (impegnato nelle qualificazioni mondiali con la sua nazionale). Gioia irrefrenabile per l’argentino che, come dopo ogni rete, si esibiva in una serie di capriole, deliziando il pubblico con numeri da circo. E una volta piombato a terra, ha scoperto l’amara verità: non solo il suo gol era stato annullato, ma nella caduta dopo l’ultima piroetta si era anche procurato una distorsione alla caviglia, che lo terrà fuori dal campo per un mese e mezzo.

Ma questo poco importa, visto che, pur avendo segnato 7 gol nella Major League, con lui in campo il Real Salt Lake non ha mai vinto, quello che conta è che per strappare un applauso in più un giocatore rischi di rompersi l’osso del collo.

L’amore di Kakà per il Milan è eterno finchè dura

Kakà non si muove, punto e basta. Lo conferma lui, lo conferma Ancelotti, ed è d’accordo anche il Presidente Berlusconi. Kakà è un patrimonio del Milan, non solo come calciatore ma soprattutto come uomo, e quindi non si può vendere, a nessun prezzo.

Almeno per ora. Anche su questo il calciatore lascia una porticina piccola piccola aperta. Ha finalmente chiarito il suo volere Kakà, quello di rimanere a Milano almeno finchè i dirigenti lo fanno sentire apprezzato e coccolato, e finchè gli obiettivi comuni rimangono intatti. Non smentisce e non conferma quindi le parole del suo portavoce Kotscho, che parlavano di un’apertura verso il campionato inglese, ma lascia capire che per adesso lui vuole solo la Serie A.

La Spagna campione presa a pallonate

A due mesi e mezzo dalla finale di Vienna, torna d’attualità il campionato europeo ed in particolare la vittoria della Spagna ai danni della Germania. In quei giorni di grande festa per una nazionale che non conquistava il titolo da ben 44 anni, ci si chiedeva come avrebbero reagito alla vittoria i tifosi della catalogna, da anni alla ricerca di un’indipendenza politica prima che sportiva.

Il timore era che si potessero verificare degli incidenti in quel di Barcellona tra gli estremisti catalani e quanti invece si riconoscono nella grande nazione spagnola e volevano comunque festeggiare la coppa conquistata dai ragazzi di Aragones. Alla fine la Spagna intera si è unita intorno a quei ragazzi che sul campo avevano dimostrato di essere superiori a qualunque avversario, conquistando meritatamente il titolo.

Ma evidentemente qualcuno non ha digerito la questione ed ora approfitta della festa nazionale catalana (giovedì 11 settembre) per ribadire il proprio desiderio di indipendenza, usando proprio quella vittoria come simbolo di non appartenenza alla nazione spagnola. Come? Prendendo a pallonate gli eroi della notte di Vienna.

Lippi: Di Natale si, Toni forse

Prove generali per l’Italia di Lippi, impegnata domani sera nella seconda gara di qualificazione ai mondiali sudafricani del 2010. L’allenamento di questa mattina ha dato qualche utile indicazione riguardo alla

Mancini non allena, ma fa sempre sentire la sua voce

In attesa di vederlo su qualche panchina di Serie A, per ora Roberto Mancini lo si può vedere solo in Sardegna, mentre trascorre le vacanze e spende qualcuno dei milioni di euro che sta prendendo dall’Inter senza nemmeno muovere un dito.

Ringrazia Mourinho il Mancio dalla sua lussuosissima villa, per avergli dato la possibilità di guadagnare senza lavorare, e così la sua abbronzatura continua ad aumentare. Nonostante questo, i giornalisti italiani gli hanno voluto ugualmente conferire il premio Maestrelli, premio che si assegna al miglior allenatore del 2008. E lì Mancini ha avuto la possibilità di fare il punto della situazione.

Leggete ridete: le ultime curiosità del pallone!

Potrebbe diventare una divertente rubrica sulle pagine di Calciopro, ammesso che il mondo del pallone continui ad offrici spunti interessanti, come quelli trovati oggi qua e là sui vari giornali. Si tratta di una serie di curiosità dentro e fuori il rettangolo di gioco, raccolte per voi, nella speranza di stapparvi un sorriso.

Partiamo dalla foto che vedete in alto. Ebbene, si è proprio lui, quello che per anni è stato considerato il migliore fischietto del mondo, il più mediatico delle giacchette nere, che oggi passa il tempo a decidere quale sia l’arbitro giusto da mandare in questa o quella partita, proprio lui, Pierluigi Collina.

Stavolta si è esposto in prima persona ed è sceso nuovamente in campo, per dirigere una gara di beneficenza tra vecchie glorie d’Inghilterra e Resto del Mondo. Beh, forse ha dimenticato che anche lui è una specie di vecchia gloria e non può più permettersi il lusso di correre per novanta minuti senza allenamento. E allora eccolo qui, dolorante a terra, mentre aspetta la barella e la sostituzione.

Vieira ritorna in campo, sfortuna o no, contro il Catania

Il test infrasettimanale di Locarno consegna un bel regalo a Josè Mourinho: il ritorno in campo di Vieira. Il colosso francese era fuori dallo scorso campionato, quando dopo un exploit nel finale che consentì all’Inter di mettere a distanza di sicurezza la Roma, fu costretto a casa per l’ennesimo infortunio.

Sembrava avesse recuperato per l’inizio del campionato, ma lo stiramento al retto femorale di Luglio lo ha bloccato per l’ennesima volta in una carriera che lo ha visto più tempo in ospedale che sull’erba con il pallone tra i piedi.