Manca un mese abbondante al 1° aprile (con relativo pesce), ma in Argentina hanno ugualmente voglia di scherzare, se è vero che per tutta la giornata di ieri sul web è rimbalzata una notizia che aveva del clamoroso: Maradona torna in campo alla veneranda età di 53 anni!
Genio e sregolatezza, come e più di altri che lo hanno preceduto. Un giorno idolo delle folle, trascinatore indiscusso in campo quanto debole ed indifeso fuori dal rettangolo verde. Oggi è l’ombra di se stesso Paul Gascoigne, tornato prepotentemente in prima pagina per via dell’ennesimo guaio legato all’abuso di alcol. Ieri lo davano in pericolo di vita, abbattuto da un collasso cardiocircolatorio e ricoverato d’urgenza in un costoso ospedale privato. Oggi il calcio inglese di mobilita per aiutarlo nella difficile lotta contro l’alcolismo, nella speranza che per Gazza ci sia ancora un domani.
C’eravamo tanto amati, almeno così sembrava quando si giocava per la stessa bandiera. Ma oggi Marco Materazzi non le manda a dire a Zlatan Ibrahimovic, per sua stessa ammissione “uno dei più forti calciatori con cui abbia giocato”, rivelandone il carattere non proprio docile, che lo portava ad insultare i compagni quando in campo commettevano qualche errore.
Se oggi il calcio è meno spettacolare di un tempo ma si pensa solo al risultato è per colpa di Italia-Brasile 3-2 del 1982. Parola di Zico. Se permettete, a mio modesto parere questa frase è più dettata da una sconfitta che brucia ancora che dalla verità. Se il calcio moderno guarda solo al risultato forse è perché arrivare in Champions League frutta 20 milioni di euro e vincerla ne frutta 100, mentre se giochi bene ma perdi fai la fine (con tutto il rispetto) di Zeman, le cui partite finiscono con 6 gol, ma la bacheca dei trofei resta vuota dopo 30 anni di carriera.
Sembrava avesse detto stop al calcio giocato, ed invece eccolo lì ancora a correre sui campi in erba. Edgar Davids, ex di Juventus, Milan e Inter, ritorna a giocare dopo il temporaneo addio dello scorso anno, e lo farà nella veste di giocatore e allenatore. L’ex Pitbull, come l’avevano soprannominato ai tempi dell’Ajax, è stato ingaggiato dal Barnet, uno dei mille club di Londra, ufficialmente per fare il vice di Mark Robson.
Andriy Shevchenko non è più un calciatore. Anzi, non resterà nemmeno nel mondo del calcio. Lo ha annunciato lui stesso oggi. Il suo sogno era quello di disputare al meglio l’Europeo di casa, ed ha di fatto salutato un mondo che lo ha ospitato per oltre vent’anni con una doppietta nella prima partita, ma per lui, a quasi 36 anni, è arrivato il momento di smettere.
Centinaia di rigori infilati in rete e poi improvvisamente l’errore nel momento decisivo, nell’attimo che decide una stagione. E’ capitato ai più grandi fenomeni del calcio e continua a capitare a talenti puri, che non dovrebbero sentire la pressione nel momento della trasformazione del penalty. Nelle semifinali di Champions League sia Messi che Ronaldo hanno fallito il tiro dagli undici metri, contribuendo all’uscita delle rispettive squadre dalla massima competizione europea.
A distanza di 8 anni dal suo ritiro dal calcio giocato, Gabriel Omar Batistuta, uno dei più grandi centravanti della storia, ritorna sui suoi ultimi anni da calciatore in un’intervista a France Football. L’attaccante argentino ha spiegato di essersi ritirato dal calcio che conta relativamente presto, all’età di 33 anni, a causa di problemi alle ginocchia.
Dopo anni ed anni passati a valorizzati giovani talenti, l’Arsenal fa dietrofront e pesca a piene mani nel passato più o meno recente, andando a ripescare vecchie glorie. E allora ecco tornare il figliol profigo Thierry Henrym che dopo l’esperienza con la maglia del Barcellona e quella più recente in USA, torna a calcare il verde terreno dell’Emirates Stadium, siglando anche la rete decisiva nella gara di FA Cup contro il Leeds.
Una scelta azzeccata – per ora – quella del club inglese, che potrebbe ripetersi in futuro con il ritorno di Robert Pires, 62 gol in 189 presenze con la maglia dei Gunners.
Probabilmente i più giovani non lo ricorderanno, ma Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio conosciuto solo come Socrates, era una stella del calcio degli anni ’80 che purtroppo oggi non c’è più. E’ morto questa notte all’età di appena 57 anni dopo un ricovero avvenuto per un malore.
L’ex calciatore e commentatore era stato ricoverato più volte negli ultimi tempi, in particolar modo per l’abuso di alcool che gli ha causato alcuni problemi intestinali ed una cirrosi epatica, ed anche ieri sera un malore dopo cena lo ha costretto a recarsi in ospedale. E dopo poche ore purtroppo è deceduto.
Ennesima stoccata di Pelè nei confronti di Lionel Messi, pupillo di Maradona, suo avversario numero uno nell’Olimpo dei migliori del calcio di tutti i tempi. Stavolta il brasiliano mette a
Nessuno metta in dubbio il talento di Messi! Questo in sostanza il messaggio inviato da Diego Armando Maradona ai tanti detrattori della Pulce, accusata di non rendere al massimo in nazionale come invece accade con il Barcellona. El pibe de oro non ci sta e difende il suo pupillo:
Leo va lasciato tranquillo. Lui è argentino anche quando va in bagno, la smettano con questa storia. Se nella Seleccion non riesce a rendere come nel Barcellona aspettiamolo, altrimenti puntiamo su qualcun altro, perché il ragazzo si stuferà di tutte queste critiche da parte di chi non ha mai calciato un pallone in vita sua. Lui ha voglia di dimostrare quello che sa fare e a volte non ci riesce ma è umano e può sbagliare. Non ho dubbi sul fatto che prima o poi esploderà anche in Nazionale e ci darà tante soddisfazioni.
Quello che vedete in queste immagini d’annata altri non è che Gerd Müller, uno dei migliori attaccanti che abbiano mai vestito la maglia della nazionale tedesca e probabilmente uno dei più forti centravanti della storia del calcio. Perché tirare fuori la sua storia proprio adesso? Perché l’ex calciatore, ormai dirigente-accompagnatore delle giovanili del Bayern Monaco ha messo in apprensione l’intera Germania (ed il mondo del calcio in generale), facendo perdere ogni traccia di sé per una quindicina di ore.
Müller si trovava in ritiro con la squadra in quel di Trento, quando si è allontanato senza dare notizie. Dopo qualche ora, non vedendolo rientrare, i dirigenti del club bavarese hanno dato l’allarme e sono scattate immediatamente le ricerche. A distanza di quindici ore dalla scomparsa, Gerd è stato ritrovato mentre vagava in stato confusionale per le vie della città.
Era il 22 giugno del 1986, quando un piccolo uomo beffò gli avversari, facendo sobbalzare i tifosi per ben due volte nel giro di pochi minuti. Siamo ai quarti di finale dei Mondiali messicani, Stadio Azteca della capitale, e va in scena Inghilterra-Argentina, sfida che va al di là dell’evento sportivo, per via della guerra delle isole Falkland di qualche anno prima.
Corre il minuto numero 51 ed il tabellone luminoso segna ancora lo 0-0, ma la vendetta dell’albiceleste sta per maturare. Un passaggio all’indietro di Steve Hodge si trasforma in un’occasione imperdibile per Diego Armando Maradona, che sull’uscita di Shilton salta in alto, colpisce la palla con la mano ed infila il gol del vantaggio per l’Argentina. Pentito del gesto? Macché! Il numero 10 si vanterà fin troppo della sua furbata, dichiarando che si era trattato di un aiuto divino, della Mano de Dios, che aveva sistemato le cose.
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