Italia-Brasile 3-2: la partita del secolo!

Che strani scherzi fa la memoria, quando si tratta di ricordare qualcosa di così lontano nel tempo! Di anni ne sono passati 26 ed all’epoca ero poco più di una bambina, innamorata di quel pallone che rotolava su un campo verde, di quel calcio lento e statico, che a guardarlo oggi fa veramente sorridere.

Dovrei aver dimenticato determinate immagini, sostituendole nella mente con qualcosa di più recente, con scene che nel tempo sono passate davanti ai miei occhi, regalandomi grandi emozioni. E invece ancora adesso, se mi chiedete qual è la partita che più di ogni altra è stampata nella mia memoria e nel mio cuore, non ho dubbi: Italia-Brasile 3-2! Nessuna come quella mi ha emozionato tanto, nemmeno la finale con la Germania e nemmeno la finale in Germania.
A queste ultime dedicherò dei capitoli a parte nelle prossime puntate, ma ora permettetemi di dar sfogo ai ricordi di quell’afoso pomeriggio d’estate del 1982.

Erano le 17 e 15 del 5 luglio e al Sarrià di Barcellona andava in scena la storia, anche se nessuno lo sospettava, guardando le formazioni schierate a centrocampo al momento degli inni nazionali. La “povera” Italia si apprestava ad essere l’ennesima vittima sacrificale dell’immenso Brasile, che macinava bel gioco e risultati e che poteva permettersi anche di pareggiare, per raggiungere la semifinale. L’Italia veniva invece dalla vittoria con l’Argentina, ma ancora non si era placato lo scetticismo degli addetti ai lavori, inviperiti per le deludenti prestazioni degli azzurri nel girone eliminatorio.


Ricordo la mia rassegnazione sin dal fischio d’inizio, le unghie consumate dai denti e quella vocina nella testa che mi consigliava di togliere la bandiera dalla finestra, perché mai l’Italia avrebbe potuto avere la meglio su quei mostri sacri, che rispondevano ai nomi di Zico, Falcao, Eder, Socrates e Junior.

Cinque minuti e segna proprio lui, Paolo Rossi, oggetto misterioso fino a quel momento del Mondiale e bersaglio di tutte le critiche di giornalisti e tifosi, che si chiedevano come mai Bearzot continuasse a puntare su uno che di mestiere fa il centravanti, ma non la butta mai dentro. Esultanza indescrivibile su quel colpo di testa e la mia voce che cominciava a mostrare i primi segni di cedimento, anche se ammetto di aver pensato: “ora ci stritolano!”.

E infatti la gioia durò poco più di 5 minuti e Socrates mi riportò in fretta sulla Terra, trafiggendo il povero Zoff sul palo alla sua sinistra. Seguirono momenti che misero a dura prova le mie giovani coronarie, con i verdeoro che facevano il loro gioco e l’Italia che si limitava a guardare lo spettacolo. Una melina infinita accompagnava lo scorrere dei minuti, mentre la mia rassegnazione cresceva a dismisura.

Ma lui, ancora lui, si stancò di stare a guardare e rubò palla a Junior sulla trequarti, involandosi verso Valdir Perez: due a uno al 25′ ed il cuore che ricominciava a battere. La fine della gara, però, era troppo lontana per poter gridare vittoria e ad ogni azione dei brasiliani mi aspettavo il colpo di grazia, quello che taglia le gambe e che ti sveglia dal sogno.

Arrivò anche quello, purtroppo, e in un momento in cui era difficile continuare a sperare, visto che mancavano solo 20 minuti al fischio finale e ormai la qualificazione del Brasile sembrava cosa fatta. Ci abbiamo provato, pazienza: è tempo di ripiegare la bandiera e sperare nei prossimi Mondiali. Ma non avevo fatto i conti con Pablito, che in soli sei minuti trasformò la mia delusione nell’emozione più grande mai vissuta davanti ad una partita di calcio.

Tripletta per lui e raucedine per me, che a quel punto non avevo più un filo di voce e trascorsi l’ultimo quarto d’ora nel più assoluto silenzio. Solo un urlo tentato quando Zoff afferrò un colpo di testa di Oscar ad un minuto dal 90′, mettendo la parola fine sulle speranze dei verdeoro: grande Dino!

Fischio finale, esultanza come se avessi vinto al Totocalcio ed una grande consapevolezza nel cuore: avevo appena assistito alla più emozionante partita di tutti i tempi e nessun’altra ne avrebbe preso il posto nel mio cuore. E così è stato!

23 commenti su “Italia-Brasile 3-2: la partita del secolo!”

  1. ero un bambino di 9 anni…non dimentichero’ mai quel pomeriggio infuocato
    con tutte quelle emozioni.resteranno nei ricordi di un bambino..

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  2. io ne avevo 14 di anni nel 1982; quella partita la ricordo molto bene e ricordo molto bene anche la “paura” dei brasiliani;
    i carioca erano i più forti del torneo e nessuno li avrebbe mai battuti eccetto gli azzurri che erano già dei campioni affermati (ricordate Argentina ’78) ma non avevano trovato la giusta condizione per esprimere la loro vera potenzialità; ebbene gli italiani nel ’82 ci riuscirono, ma inconsciamente perchè gli antefatti (Vigo nel girone di qualificazione) gli avevano fatto scatenare la voglia di riscatto e quando gli italiani trovano la giusta condizione…(ahimè solo in questi casi) allora non c’è ne per nessuno!!! … ecco perchè quel Brasile di Zico, Falcao, Socratel Junior, Eder… avrebbero perso quella partita e l’avrebbero vinta 99 volte se si fosse giocata per 100 volte… ecco perchè si disse poi che in quella partita l’Italia avrebbe segnato sempre un goal in più!!!

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  3. Andrea dice:

    Mi hai fatto venire le lacrime agli occhi :’)

    Il grande Paolo Rossi, prechè quando scende in campo l’ Italia scende in campo col cuore.

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  4. Pingback: L’esultanza di Radio Padania al gol del Paraguay (audio)
  5. Sei mitica! Gia’ sei pregiata ad essere donna, ma cosi’ competente ed appassionata di calcio mi fai proprio esaltare! Oggi ho 41 anni, all’epoca ne avevo 13 e quella partita la identifico col giorno probabilmente piu’ bello della mia vita, anche perche’ lo vissi con persone che oggi purtroppo non ci sono piu’. Che gioia incredibile fu, mi davo continuamente dei pizzicotti per persuadermi che fosse tutto vero ma non bastavano mai…quella partita rappresenta davvero la magia della vita, e’ un’emozione che l’ha resa degna di essere vissuta…GRAZIE

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  6. @ mauro:
    Grazie per i complimenti Mauro, fanno davvero piacere 🙂
    Non mi ritengo una competente in materia calcistica, amo e conosco il pianeta calcio, ma nello scrivere il più delle volte mi lascio guidare solo dalla pura passione per quella palla che rotola e non dalle conoscenze specifiche.
    E quel 5 luglio del 1982 la mia passione raggiunse vette inimmaginabili di fronte a quella tv in bianco e nero che rimandava le immagini di un momento storico per l’Italia, per il calcio italiano, per la mia vita di ragazzina.. Negli anni successivi ho assistito a partite epiche con magie e colpi di genio del fantasista di turno, ma l’emozione vissuta quel giorno rimane unica e irripetibile. Si Mauro, “quella partita rappresenta davvero la magia della vita” e siamo fortunati ad averla vissuta 🙂

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  7. Grazie della tua risposta GIOIA, mi ha fatto davvero piacere riceverla, stasera 5 Luglio 2010 mettero’ la cassetta a 10227 giorni di distanza, anche per distrarmi dallo sfacelo odierno, calcistico e non…

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  8. @ mauro:
    Sono felice di poter rispondere ai commenti, specie se arrivano da persone che hanno condiviso la mia felicità e che possono capire le mie sensazioni in quel particolare momento della storia non solo calcistica dell’Italia.
    Quella cassetta fa parte della mia collezione di ricordi e credo di averla consumata a furia di guardarla e riguardarla. Buona serata 🙂

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  9. @ Gioia Bò:
    Grazie, scusa il ritardo. Certo che i tuoi riferimenti storici tecnologici e psicologici e il tuo linguaggio mi fanno letteralmente “sbroccare”.

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  10. @ Gioia Bò:
    Carissima Gioia, ti saluto con affetto ed amicizia. So che sarai d’accordo se approfitto di questo tuo meraviglioso spazio per salutare l’Artefice. Ti saremo sempre grati, Grandissimo Enzo: il Tempo stavolta esce sconfitto, perche’ non ha offuscato ne’ mai lo fara’ la luce vivida di quell’Impresa Leggendaria. Per quanto mi riguarda dico solo che il dolcissimo ricordo e la grande forza che ne derivarono mi hanno aiutato a salvarmi, nel corso della mia vita, dal commettere sciocchezze, d’ogni tipo. Sei gia’ Immortale nei nostri cuori e nelle nostre menti, Grandissimo Enzo: stavolta voglio sperare e credere che Tu lo sia anche nella realta’, da qualche parte.

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  11. L’altalena della vita in 90 minuti. Gioia, attesa, depressione, speranza, estasi. Per chi in quel periodo viveva la gioventù ed il primo amore, è la chiusura del cerchio.
    Una congiuntura astrale irripetibile.

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  12. yo tambien estoy de acuerdo que es el mejor partido de futbol que he visto en mi vida. yo solo tenia 7 años y no me gustaba el futbol. es gracias a este impresionante partido que comenzo a gustarme el futbol.

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  13. Io avevo 17 anni al tempo. La partita l’ho vista nella hall di un albergo del trentino in cui ero andato a fare il cameriere. Ero in prima fila e dietro di me un salone pieno di ragazzi. Televisione a tutto volume ma non ho sentito una parola di telecronaca perché ogni volta che l’italia prendeva la palla era un boato. Vivevo la storia e non lo sapevo. Indimenticabile!!!

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