Il Napoli porta bene: Denis, Lavezzi e Gargano in nazionale

Essere convocati dalla propria nazionale è già il traguardo più importante della carriera di un calciatore. Quando poi a convocarti è un certo Diego Armando Maradona, la soddisfazione diventa doppia. Nonostante la sconfitta di domenica scorsa contro il Milan, il Napoli di quest’anno resta la più bella realtà del campionato, merito di un ambiente caldo, un allenatore preparato, ma soprattutto di grandi giocatori che hanno saputo rischiare per poi venire premiati.

Intervistato da Napolissimo il neo ct della nazionale argentina ha confermato di voler puntare molto sul Pocho Lavezzi, probabilmente il suo erede nella squadra partenopea, nonchè nuovo Messi, secondo alcuni. Ma siccome sta facendo bene, anche Denis d’ora in avanti verrà convocato da Maradona, che conoscendo l’ambiente napoletano sa che lì i calciatori crescono bene e sereni.

Un super Del Piero umilia il Real. Alla Fiorentina non basta Mutu

Il cronometro segnava il minuto 92 quando Ranieri richiamava in panchina Alex Del Piero nell’inferno di un Santiago Bernabeu tanto caro agli italiani, che proprio qui vissero una delle notti più belle della storia, sollevando la terza Coppa del Mondo.

All’epoca il capitano bianconero aveva solo 8 anni e forse non immaginava che proprio questo stadio gli avrebbe tributato un appaluso così lungo e fragoroso al momento dell’uscita dal campo dopo una prestazione, come al solito, eccellente.

Due chicche del numero 10 regalano alla Juventus una vittoria che mancava dal 1962 e la trascinano alla fase successiva con due giornate di anticipo. A 34 anni suonati non si potrebbe chidere di più ad un calciatore che sembra non risentire del passare del tempo ed ogni anno ritrova energie insospettabili.

Champions League: Manchester, Villareal e Juventus raggiungono il Barça ai quarti

Grande regalo nella serata di Champions da parte dello Zenit alla Juventus. Vincendo a Minsk contro il Bate Borisov mette al sicuro la qualificazione dei bianconeri, e di conseguenza in grosso pericolo il Real Madrid. Il peso del bomber Pogrebnyak in campo si sente, perchè è proprio lui a sbloccare la partita che consegna probabilmente la qualificazione alla Uefa alla legittima detentrice in carica.

Nel girone della Fiorentina invece le cose si complicano, dato che il Lione batte senza patemi d’animo la Steaua Bucarest. I rumeni non danno alcun fastidio ai francesi che potrebbero dilagare, ma si fanno bastare un errore del portiere avversario su una punizione di Juninho e la difesa allegra dei rossoblù nel finale. Ora la Fiorentina rischia di non qualificarsi nemmeno vincendo entrambe le prossime partite.

Platini: Roma pronta per la finale di Champions

Promosso a pieni voti: questo il responso di Michel Platini di fronte alla bellezza dello Stadio Olimpico che ieri sera ha ospitato la gara tra Roma e Chelsea e che a fine maggio aspetta di veder giocare le migliori due formazioni d’Europa.

Il Presidente dell’Uefa ieri sera ha approfittato dell’evento per verificare di persona i progressi fatti nell’impianto romano in vista della partita dell’anno a livello di club ed è sembrato entusiasta dei passi avanti fatti dal’organizzazione:

Mancavo a Roma dal 1996, dall’ultima finale che lo stadio Olimpico ha ospitato tra Juventus e Ajax, e ho trovato questo impianto bellissimo. Uno stadio del genere per forza di cose sarà pronto ad ospitare l’atto finale del prossimo 27 maggio.

Ligue 1: il Lione tenta la volata, nessun club è alla sua altezza

Il sogno di riaprire il campionato è nato ed è morto due settimane fa. Non sembrava vero che i pluricampioni di Francia potessero perdere il primato, anche se solo per una giornata, e infatti non è stato così. Ogni giornata qualche concorrente cede, ma i rossoblù no, e quindi addio anche a questo campionato, tanto si sa già chi vincerà.

Il Bordeaux, come l’anno scorso, era rimasta l’unica squadra a dar fastidio al Lione, arrivando a contenderle lo scudetto fino alla penultima giornata. E invece quest’anno ha già mollato, perdendo nella prima gara da seconda contro il Nancy che esce dalla zona retrocessione.

La Roma risorge, l’Inter frena

Stati d’animo diversi per le due italiane impegnate ieri sera in Champions League. La Roma ritrova gioco e vittoria, cancellando l’ultimo periodo negativo con una prestazione che sa di riscatto, mentre l’Inter torna dalla trasferta di Cipro con tre gol incassati ed un solo punto, senza contare la pessima figura rimediata di fronte ad una squadra nettamente inferiore a livello tecnico.

All’Olimpico c’era ancora aria di contestazione dopo le tante, troppe debacle che hanno rischiato di guastare il rapporto tra squadra e tifoseria. Agli uomini di Spalletti veniva chiesto un segno di “vita” e alla fine la resurrezione si è compiuta, nonostante le incursioni iniziali del Chelsea, che lasciavano presagire un’altra serata di sofferenza.

La svolta al 34′ del primo tempo, quando Cicinho si involava sulla destra e metteva Panucci nella condizione di battere a rete a due passi dalla porta. 1-0 per la Roma e cielo sopra l’Olimpico un po’ meno grigio, nonostante il nubifragio che si è abbattuto sulla Capitale.

Champions League: rientra in gioco il Marsiglia, Barça già qualificato

La gara teoricamente più semplice per il super Barça si è trasformata in una quasi figuraccia per i blaugrana. Un grande Henry fa di tutto per segnare, ma il portiere del Basilea Costanzo gli dice di no per più volte. E allora l’unica freccia buona tra le tante dell’arco di Guardiola entra in campo e non fallisce: Messi segna dopo pochi minuti dal suo ingresso e salva ancora una volta il tecnico spagnolo. Ma non è finita perchè il Basilea non vuol fare da sparring partner e riesce a pareggiare nel finale.

Poco male comunque per i blaugrana, perchè il punticino permette ugualmente alla squadra di Guardiola di festeggiare con due giornate di anticipo la qualificazione. Infatti lo Sporting Lisbona liquida lo Shaktar in una gara praticamente senza storia, con una sola squadra in campo, e permette al Barcellona di mantenere 7 punti di distacco, e anche di ipotecare per sè stessa la qualificazione al prossimo turno, dato che per far qualificare gli ucraini dovrebbe accadere un miracolo.

Bundesliga: è corsa a tre, ma l’Hoffenheim non molla

Ibisevic manda avanti da solo la baracca, e l’Hoffenheim continua a sognare in grande. 4-1 al Kalsruher, di cui due gol del bomber della Bundesliga, e la matricola impazzita si riprende la vetta che ogni giornata si scambia con il Bayer Leverkusen.

Un’impresa così di una neopromossa non si era mai vista. Finora era sempre stata molto solida in difesa e si reggeva grazie alle reti di Ibisevic. Adesso che segnano anche i compagni sembra che questa piccola squadra non abbia più rivali, e possa anche ambire a vincere il campionato.

Gaucci, toh chi si rivede!

Ne avevamo perso le tracce più di due anni fa, quando per scappare alla giustizia, scelse l’esilio volontario. In realtà abbiamo sempre saputo dove si trovasse, visto che più e più volte ha riempito col suo faccione gli schermi delle tv, facendo capolino dal suo eremo in quel di Bavaro Beach a Santo Domingo.

Luciano Gaucci in realtà c’è sempre stato e periodicamente tornava a lanciare le sue invettive contro chi lo aveva costretto ad abbandonare la patria ed i figli, accusandolo di colpe che non aveva commesso (chissà perché dicono tutti così).

Bancarotta fraudolenta, evasione fiscale per 35 milioni di euro e diffamazione a mezzo stampa: questi i capi di accusa che pendevano sulla sua testa, allorché si apprestava a saltare su un aereo e a scappare come il peggiore dei ladri. Ma ora l’esilio è finito e a breve l’ex patron del Perugia potrà tornare in Italia, grazie alla sospensione degli arresti domiciliari.

Quel traditore di David Beckham

Cresce l’attesa a Milano per il prossimo arrivo di David Beckham, che contribuirà ad accrescere un entusiasmo già alle stelle intorno alla squadra rossonera. Del resto, è il giocatore più mediatico del pianeta calcio e ovunque vada sembra trasformare in oro tutto ciò che tocca come un novello Re Mida.

Così è stato quando ha lasciato la fredda Inghilterra per trasferirsi al Real Madrid ed ancor più quando le sue prestazioni sono state richieste dalla lontana America, pronta ad accoglierlo tra le sue braccia come il Messia che viene a portare il verbo del calcio.

Difficile stabilire in che misura l’ex capitano della nazionale inglese abbia avvicinato gli yankees al mondo del pallone, sta di fatto però che il suo arrivo a Los Angeles ha moltiplicato la vendita delle maglie (più 780%, altro che nespole!) ed ha contribuito a ripopolare gli stadi (magari solo di ragazzine sognanti, ma tant’è). Ora però l’idillio si è rotto e molti di quelli che lo avevano eletto come proprio beniamino, ora lo considerano un traditore.