Quel traditore di David Beckham

di Redazione Commenta

Cresce l’attesa a Milano per il prossimo arrivo di David Beckham, che contribuirà ad accrescere un entusiasmo già alle stelle intorno alla squadra rossonera. Del resto, è il giocatore più mediatico del pianeta calcio e ovunque vada sembra trasformare in oro tutto ciò che tocca come un novello Re Mida.

Così è stato quando ha lasciato la fredda Inghilterra per trasferirsi al Real Madrid ed ancor più quando le sue prestazioni sono state richieste dalla lontana America, pronta ad accoglierlo tra le sue braccia come il Messia che viene a portare il verbo del calcio.

Difficile stabilire in che misura l’ex capitano della nazionale inglese abbia avvicinato gli yankees al mondo del pallone, sta di fatto però che il suo arrivo a Los Angeles ha moltiplicato la vendita delle maglie (più 780%, altro che nespole!) ed ha contribuito a ripopolare gli stadi (magari solo di ragazzine sognanti, ma tant’è). Ora però l’idillio si è rotto e molti di quelli che lo avevano eletto come proprio beniamino, ora lo considerano un traditore.

Non è affato piaciuta ai tifosi dei Galaxy la scelta dello Spice Boy di trasferirsi a Milano, anche se solo temporaneamente, ed ora sembra prevalere il partito di coloro che ne auspicano la partenza definitiva. Il sito del club è stato letteralmente invaso di messaggi di disapprovazione, con un denominatore comune: Beckham non tornare! E’ meglio se resti a Milano!

Se si considera poi che l’ultima stagione dell’ex stella del Manchester non è stata proprio esaltante e che per indossare la maglia del club il “ragazzo” guadagna qualcosa come 380.000 euro al mese, si può facilmente comprendere il malcontento generale.

Insomma, al rientro dall’esperienza italiana, l’inglesino ne avrà di spiegazioni da dare ai propri tifosi, sia davanti ai micorfoni che sul rettangolo verde. E pensare che c’è già qualcuno che sta valutando la possibilità di ripetere l’esperimento-Milan nel 2010… Beh, vista la situazione dall’altra parte dell’oceano, forse è il caso di rimandare il discorso.

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