Giovinco e Pato, storie di idoli e di eredi

Non poteva sognare battesimo migliore Sebastian Giovinco. Titolare al posto di Del Piero e autore di una rete che ricorda le tante messe a segno dal capitano.

Punizione appena fuori dall’area, “in zona Del Piero”, si affretterà a osservare il telecronista. Ma Alex non c’è e al suo posto viene schierato quel metro e mezzo (o poco più) di classe pura che tutti chiamano Formica Atomica. E Sebastian in una frazione di secondo rivede davanti ai suoi occhi le mille punizioni calciate dal suo idolo, conta i passi, ripassa mentalmente la lezione e puff… il sogno diventa realtà: primo gol in bianconero proprio dalla zolla che appartiene al campione.

E’ la storia di un ragazzino e del suo idolo, di uno che giocherebbe titolare in molte squadre di A, ma che nella Juve deve spesso accontentarsi di guardare il numero 10 dalla panca, neanche fosse l’ultimo dei racattapalle. Ma è anche la storia di un piccolo uomo che sta imparando i segreti del campione e che, quando verrà il momento, saprà mettere a frutto tutti gli insegnamenti ricevuti e si ricorderà del suo maestro.

Fantacalcio: Gilardino è il migliore, ma ritornano a pesare Kakà e Ibra

Tanti nomi nuovi si vanno ad aggiungere alla lista dei top 11 del nostro Fantacampionato. La quindicesima giornato ha portato piacevoli ritorni, alcune conferme, ma anche qualche calciatore che sembrava un flop, e invece stavolta può rientrare tra i migliori.

Stiamo parlando in particolare di Menez, il francesino della Roma che non sappiamo se rientrerà di certo nella top 11, ma intanto ha premiato quei (pochi) Fantallenatori che hanno puntato su di lui, o che hanno avuto la pazienza di aspettarlo. Il ritorno è quello di Giovinco, finalmente in gol, ma ottime conferme anche per Kakà e Ibrahimovic, che nonappena hanno una settimana di riposo poi tornano più devastanti di prima.

Il Milito che fa la differenza

Un derby vero: poco spettacolo, tanto agonismo in campo, forse anche troppo, visto che alla fine il fischietto di Farina è stato assoluto protagonista. Sessanta interruzioni e ben 11 ammoniti per una gara che non ha offerto spettacolo, su un terreno, a dire il vero, improponibile.

Alla fine l’ha spuntata il Genoa, spinto dagli undicimila supporters a favore (sebbene giocasse in trasferta) e trascinata da un Milito super, che ancora una volta ha dimostrato di essere El Principe indiscusso del nostro campionato. Ha sempre avuto un posto speciale nei cuori dei tifosi del Grifone, ma dopo la performance di ieri, potete scommettere che qualcuno proporrà il processo di beatificazione.

Il Genoa non vinceva il derby da ben 7 anni, un’eternità per il popolo genoano. Ma stavolta c’era lui a guidare l’attacco ed è bastato un guizzo per interrompere il digiuno ed esaltare la Genova di fede rossoblu.

Premier League: continua la scalata delle Big Four

Il Liverpool c’è, con un pò di fatica ma c’è. Xabi Alonso risolve la crisetta in cui erano entrati i Reds i quali, nonostante il primo posto, non riuscivano a segnare da quasi tre partite. Ma ad una ventina di minuti dalla fine un suo bolide ha rotto l’incantesimo ed ha permesso alla sua squadra di portare a casa una vittoria fondamentale per il proseguio della stagione.

Finisce 3-1 per la capolista in casa del Blackburn, e aggancio rimandato per il Chelsea, che qualche chilometro più in là intanto porta a termine il suo compitino. Tutto facile contro il Bolton. La gara finisce 0-2 con uno spettacolare gol di Deco in mezza rovesciata, ma il passivo sarebbe potuto essere ben più pesante. L’importante è che il distacco rimane sempre un punto.

E’ Anderson il Golden Boy 2008

Il Manchester United fa il pieno di premi. Dopo scudetto, Champions League e Pallone d’Oro a Cristiano Ronaldo, il 2008 eccezionale non poteva non chiudersi con l’ennesimo riconoscimento ad uno

Che fine ha fatto Eric Cantona?

E’ il calciatore più amato della Premier League, anche non essendo inglese. Uno dei Paesi più nazionalisti che ci siano ha scelto l’ex calciatore francese come il suoi preferito, superando anche mostri sacri come David Beckham e George Best. Grazie a lui il Manchester United è diventato grande e il calcio inglese è diventato famoso in tutto il mondo.

Di lui si conoscevano i successi (13 trofei di club e due personali), l’efficacia sotto porta nonostante non fosse un attaccante puro (segnò 64 gol i 144 partite con la maglia dei Red Devils), ma anche il caratteraccio, che l’ha portato più volte a litigare con i media, con i tifosi (famoso il calcio che dette ad un provocatore a bordo campo) e con gli avversari, che lo portarono anche ad avere problemi con la legge. Sappiamo anche che ha giocato fino al 1997 con la maglia rossa dello United, ma poi che fine ha fatto?

Il derby nel derby: Cassano – Milito

Ci siamo. Sta per alzarsi il sipario sul derby della Lanterna numero 99 e sin dal mattino la città è invasa da bandiere rossoblucerchiate. Come ogni stracittadina che si rispetti, è difficile lanciarsi in pronostici, qualunque sia il valore delle forze in campo.

Genoa e Samp saranno spinte da motivazioni diverse, dovendo “vendicare” l’una il pareggio interno contro il Bologna, l’altra la sconfitta a Cagliari e, più ancora, quella in Coppa Uefa a Liegi.

Motivazioni diverse animeranno anche la sfida nella sfida, il derby nel derby: stasera non assisteremo solo a Sampdoria – Genoa, ma anche al duello Cassano – Milito, le anime delle proprie squadre, gli unici in grado di regalare la magia che risolve la partita. Eppure per loro non si sono ancora aperte (o meglio, riaperte) le porte della nazionale.

Fuga Inter, rincorsa Roma

Guai a parlare di fuga scudetto in casa nerazzurra. Nemmeno la passeggiata sulle ceneri della Lazio fa sbottonare mister Mourinho, che continua a predicare rispetto per le avversarie che seguono in classifica. Vero è che le seconde della classe devono ancora giocare (e chissà alle 17 di questo pomeiggio quale sarà la situazione), così come è vero che le suddette seconde la prossima domanica si ritroveranno l’una contro l’altra, mentre l’Inter sarà impegnato contro il Chievo.

Il calcio ci ha abituati a diversi miracoli, ma è facile prevedere sin da ora che a dieci giorni dal Natale i nerazzurri si ritroveranno ad almeno +9 su una delle due pretendenti allo scudetto, se non addirittura a +8 su entrambe (sempre ammesso che oggi sia Juve che Milan guadagnino i tre punti).

Inutile fare calcoli cervellotici sin da ora, sebbene la classifica stia prendendo una certa fisionomia ed ora sarà sempre più difficile sperare in una frenata della capolista. Ieri sera ci ha provato la Lazio, spinta dall’entusiasmo dell’Olimpico e dalle speranze dell’Italia anti-nerazzurra, ma neppure la squadra di Rossi è riuscita ad opporre la benché minima resistenza ai colpi di Ibra & Co.

Bundesliga: Toni ferma la corsa dell’Hoffenheim

Ci stavano credendo i ragazzini dell’Hoffenheim, l’impresa era vicina. E invece la dura realtà ha fatto sì che l’esperienza e la classe potessero avere la meglio contro la freschezza e la voglia della neopromossa. Finisce 2-1 per il Bayern Monaco il big match della Bundesliga, ma onore comunque alla matricola terribile, sperando che non si sia rotto l’incantesimo.

Era stato il solito Ibisevic, sempre più solo in vetta alla classifica marcatori, a portare in vantaggio l’Hoffenheim, raggiunto dopo solo 10 minuti da una staffilata da fuori area di Lahm. Tra le due, nonostante si giocasse all’Allianz Arena, erano proprio gli ospiti a meritare il vantaggio, ma il novantesimo scocca sull’1-1 e l’inesperienza vuole che i calciatori di Rangnick si accontentino del pareggio prima del fischio finale. Errore madornale, perchè al 92′ Toni approfitta di uno dei pochi errori difensivi degli avversari e segna il gol che vale vittoria e primato (in accoppiata proprio con l’Hoffenheim).