Svelata la vita da clandestino di Stephen Appiah

Vi siete mai chiesti come mai un ragazzo di 28 anni così talentuoso, considerato il centrocampista più forte dell’intera Africa e uno dei più forti a livello mondiale, sia ancora senza squadra? E soprattutto, vi siete chiesti come mai nell’ultimo anno ci sono state molte squadre (Milan, Tottenham, Torino e tante altre) che lo volevano ingaggiare, ma poi misteriosamente è caduto tutto nel vuoto?

Un’inchiesta del quotidiano Repubblica ci svela i retroscena di questo giallo. La motivazione, come spesso accade nel calcio, sono i soldi. Ma non quelli del contratto chiesto dal calciatore, ma quelli che deve lui ai suoi creditori. A tradirlo sono stati i molti “colpi di testa” fatti fuori dal campo di gioco, in cui, tra feste, litigi e tante altre cavolate, lo hanno messo in condizioni di essere ricercato in mezza Europa per centinaia di migliaia di euro di debiti non pagati. Tanto che oggi pare che debba allenarsi sotto falso nome.

Crisi? Il Valencia affitta lo stadio

La crisi finanziaria che sta flagellando l’intero pianeta non ha risparmiato neppure il mondo del calcio, tanto da far prevedere un imminente crollo di molti insospettabili grandi club. La situazione peggiore sarebbe quella inglese con diversi club legati alle banche e quindi a rischio fallimento. Ma se Sparta piange, Atene non ride ed anche il campionato spagnolo potrebbe pagare un dazio pesante.

Tra le società maggiormente interessate dalla crisi c’è il Valencia, che secondo il quotidiano spagnolo Marca, si trova a dover ricoprire un buco da 100 milioni di euro. Una situazione che rischia di mettere in serio pericolo non solo la permanenza dei vari Villa o Silva, ma anche l’iscrizione ai prossimi campionati.

Come fare per trovare soldi liquidi in tutta fretta? Semplice. Basta affittare il proprio stadio, seguendo l’esempio del Barcellona, che giusto un anno fa apriva le porte del Camp Nou a chiunque avesse voglia di respirare per un giorno l’atmosfera di un grande palcoscenico.

Ligue 1: il Lione ritenta la fuga, zona retrocessione quasi decisa

Ci aveva illuso il Bordeaux la scorsa settimana, avvicinandosi al Lione di un solo punto. Ed invece, mentre Psg e Tolosa fanno il loro dovere nelle gare di sabato, restringendo il gruppone tutti nell’arco di 2 punti, nei posticipi domenicali il Lione si allontana nuovamente e il Bordeaux perde nel big match.

Tenta di nuovo di scappar via la squadra che ha dominato la Ligue 1 nell’ultimo decennio, mettendo 4 punti tra sè e le inseguitrici. La gara era piuttosto difficile, in casa di un Nizza che non stava demeritando quest’anno. Ma forse aiutati dall’espulsione di Sablè che lascia i suoi in 10, il Lione ha vita facile, ed un sontuoso Makoun regala i tre punti con la sua doppietta personale.

Amichevoli di lusso: in campo il meglio del calcio mondiale

Il derby del mondo ha catalizzato l’attenzione dell’intero circo del calcio, facendo quasi dimenticare che nella due giorni di amichevoli internazionali ci sono altre sfide di grande livello. Dopo i Campioni del Mondo in carica, toccherà stasera ai detentori del titolo europeo scendere in campo, in una sfida ricca di motivazioni.

Di fronte alle Furie Rosse ci sarà infatti l’Inghilterra, grande esclusa dell’ultima kermesse continentale ed in cerca di riscatto internazionale. Sulla panchina dei Tre Leoni siede ora Fabio Capello, uno che in Spagna ha lasciato più di un rimpianto e che, nonostante il clima amichevole della gara, ci tiene a mostrare al mondo la rinascita inglese:

Al momento la Spagna è forse la migliore nazionale del mondo. Tutti i giocatori si trovano a un alto livello e voglio proprio vedere come affronteremo la partita. I miei giocatori devono scendere in campo convinti dela vittoria.

Rivoluzione Fifa: Blatter vuole riformare le regole del calcio

Josep Blatter, uno dei presidenti Fifa più conservatori di sempre, ha deciso di voler passare alla storia come quello più rivoluzionario. Nel gioco del calcio sono tante le cose che non vanno, e così per diminuire le polemiche, ha deciso di riformare alcune regole, ed inventarsene di nuove, così, giusto per movimentare un po’ l’ambiente.

La regola più incredibile che ha in mente il presidente Fifa è concedere la quarta sostituzione. Ma soltanto nelle partite che finiscono ai supplementari. Abbiamo visto infatti parecchie gare in cui, arrivando al novantesimo ancora in parità, molti calciatori sono stremati, con i crampi, e quindi ne risente lo spettacolo. Fermandosi ai 3 cambi c’è il rischio che qualche squadra rimanga con uno o più uomini in meno, e quindi per ovviare a questo si può provare a permettere il quarto cambio, ma soltanto per i tempi supplementari.

Solito Brasile, piccola Italia

Trentuno risultati utili consecutivi, un record da dividere con Clemente e Basile “e meno male che è finita ‘sta storia, così non se ne parla più”. Già, Lippi non ha poi tutti i torti: le vittorie che contano non si raggiungono sciorinando primati, ma è comunque un peccato aver perso l’imbattibilità nella serata più importante e più sentita per i colori azzurri.

Non chiamatela esibizione, predicava il mister alla vigilia, nella speranza di poter mettere in campo un’Italia capace di giocare una partita vera. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il Brasile e quello ammirato ieri sera all’Emirates non deve aver ascoltato le parole di Lippi, visto che si è esibito alla grande contro un’Italia piccola piccola.

Poi si può discutere sul gol annullato a Grosso, che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara dopo soli quattro minuti dal fischio d’inizio, ma di fronte ad uno strapotere così marcato è inutile cercare alibi.

Bundesliga: rallentano tutte e ne approfitta il Bayern, -1 dalla vetta

Incredibile giornata in Bundesliga, tutta a favore del Bayern Monaco. Nell’anticipo del venerdì una della due sorprese di quest’anno, l’Herta Berlino, pareggia clamorosamente in casa dell’Arminia Bielefeld, una squadra che dall’inizio del campionato naviga ai margini della zona retrocessione.

Poche ore dopo, nelle partite di sabato, la capolista Hoffenheim appare meno brillante del solito, anche perché affronta un Borussia Moenchengladbach che, all’ultimo posto dall’inizio del campionato, gioca la partita della vita. Rischia addirittura di vincere il fanalino di coda, e soltanto ad un minuto dal termine Welligton, entrato soltanto 3 minuti prima, pareggia il conto, salvando almeno la vetta della classifica, ma non di certo la figuraccia della sua squadra.

Italia – Brasile non è un’amichevole

La gara dei sogni, la partita delle stelle, il derby del mondo: chiamatela come volete, ma non provate a definirla una semplice amichevole o un’esibizione. Non di fronte a Lippi, almeno:

Le esibizioni si fanno al circo, qui invece ci saranno 65.000 spettatori e l’attenzione di tutto il pianeta. E miliardi di motivazioni: sarà una partita di calcio vera.

Le motivazioni le abbiamo ampiamente sciorinate nell’articolo di questa mattina, a partire dal 4-1 di Città del Messico, fino all’ultimo incontro senza punti in palio nel Torneo di Francia, quando Del Piero segnava una doppietta e la coppia Romario-Ronaldo si esibiva in pezzi di alta scuola. Sono passati dodici anni da allora, Romario si è ritirato dalla scena, Ronaldo è confinato in un campionato “minore”, in attesa di riprendere a giocare dopo l’infortunio dello scorso anno, Del Piero è capace ancora di mirabilie sul rettangolo verde (ma non sarà della partita), eppure l’Italia – Brasile di questa sera avrà ancora il suo fascino particolare.

Fantacalcio: giornata da 10 e lode

La 23^ giornata del Fantacalcio fa registrare un evento piuttosto strano. Non ci sono grossi punteggi, ma 7 calciatori della top 11 raggiungono i 10 punti, una doppia cifra tanto agognata quanto condivisa tra i molti pretendenti alla maglia di migliore.

Non c’è una squadra che domina questa giornata, anche se i calciatori della Roma sono sicuramente quelli che hanno raggiunto i punteggi più alti. 3 di loro sono nella top 11, ma ci sono stati anche molti voti alti tra quelli che rimangono in “panchina”, soprattutto interisti.

Italia – Brasile, amarcord agrodolce

5 luglio 1982: cominciano da qui i miei personali ricordi di Italia – Brasile, in quell’infuocato pomeriggio estivo da dentro o fuori, che ci avrebbe spalancato le porte verso la finale del Bernabeu, regalandoci il primo titolo mondiale a colori. E’ passato più di un quarto di secolo da allora (ahimé!) e questi occhi hanno visto centinaia di gare, decine di campioni, gol da manuale del calcio, ma quell’Italia – Brasile resta nel mio cuore come la partita del secolo.

L’amarcord peronale finisce qui. Per il resto c’è da raccontare una sfida infinita lunga dodici gare, con cinque vittorie a testa e due pareggi, in attesa della partita di questa sera che potrebbe far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Qualcuno ha pensato bene di definire l’evento il derby del mondo, visti i nove titoli mondiali messi in campo, e la dimostrazione dell’importanza della gara sta nel numero di Paesi collegati, ben 152, neanche fosse una finale mondiale.

Già le finali… Due volte Italia e Brasile si sono ritrovate contro nell’atto conclusivo della massima competizione per nazioni ed entrambe le volte i nostri colori si sono dovuti inchinare ai sudamericani, lasciando nei cuori degli italiani rimpianti che ancora bruciano.