E’ stato accolto come un re dalla sua gente, da quel popolo che qualche decennio fa riempiva il San Paolo per inginocchiarsi di fronte al suo messia. Diego Armando Maradona è tornato a Napoli per gridare la propria innocenza di fronte ad un fisco che pretende 40 milioni di euro in tasse ed interessi dal Pibe de Oro. L’ex numero dieci del Napoli ha ribadito per l’ennesima volta la sua posizione, giurando di non essere un evasore fiscale.
Maradona ha scaricato la colpa su chi lo circondava ai tempi dell’esperienza napoletana:
Sono innocente, io pensavo solamente ad allenarmi e non mi occupavo delle tasse. Dei miei contratti si occupavano Ferlaino, i miei procuratori Coppola e Franchi, ma anche i due consiglieri Gallo. Loro non hanno problemi, io sì.
Problemi che lo hanno tenuto per lungo tempo lontano dal Vesuvio, ma anche dal suolo italiano, visto che in passato ogni visita di Maradona nel Belpaese era accompagnata da un’incursione della Guardia di Finanza a caccia di “cimeli”. Ora Maradona è tornato per chiarire la propria posizione nei confronti del Fisco, nella speranza di poter tornare in futuro per assistere alle gare del suo Napoli:
Mi piacerebbe tornare a vivere a Napoli senza l’assillo della Guardia di Finanza e far capire a mio nipote Benjamin cosa ha fatto suo nonno in questa città.
Nel cuore di Maradona c’è anche la speranza di poter allenare un giorno gli azzurri, anche se – per sua stessa ammissione – il presidente De Laurentiis non si è mai fatto avanti neppure per invitarlo ad assistere ad una gara dei partenopei. Nella lunga conferenza stampa rilasciata da Diego c’è stato spazio anche per il Napoli di oggi, atteso tra qualche giorno alla gara contro la Juventus:
Possiamo farcela, serve un gioco offensivo. Se il Napoli torna a tre punti, può mettere pressione ai bianconeri fino al termine della stagione. Il campionato non è ancora finito.
Napoli sogna ai piedi del suo re.
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