La Roma perde scudetto, Totti e… americani!

Un sabato così a Roma, sponda giallorossa, se lo ricorderanno per molto tempo. Tutto tremendamente storto in una giornata che poteva significare l’ennesimo -1 dall’Inter, in attesa della gara di stasera, ed alimentare ancora una volta le speranze scudetto.

Ma le disgrazie non arrivano mai da sole ed allora ecco servito l’infortunio a Totti, serio come previsto sin dall’inizio, e già si parla di stop dai 4 ai 6 mesi. Una tegola che non ci voleva proprio a questo punto della stagione ed ora appare tutto più difficile.

Finiti qui i guai della Roma? Già così sarebbe abbastanza, ma nella Capitale stamattina non si sente parlare del pareggio casalingo né dei guai fisici del capitano. L’argomento principe è lo stop della trattativa con gli americani e c’è già chi accusa i Sensi di tradimento. Nel suo sabato nero, la Roma potrebbe aver perso scudetto, capitano e americani! Ma andiamo per ordine.

Attacco di Blanc alle milanesi: “Non potranno spendere miliardi per sempre”

Da quando la Juve è risalita dalla serie B, tutto l’ambiente si è tolto una soddisfazione dietro l’altra. Non contano più (non per ora almeno) i trofei, ma quello che mancava alla Juventus degli ultimi anni erano le soddisfazioni morali, e mai come quest’anno i bianconeri hanno la pancia piena.

La prima è stata vedere i veri uomini che ci tenevano alla Juve e hanno patito l’anno di B per farla tornare grande (Buffon, Del Piero, Nedved, ecc.); poi il fatto che l’Inter sia diventata la squadra più antipatica d’Italia (primato che fino a due anni fa spettava alla Juventus); poi sono arrivate le vittorie negli scontri diretti e il terzo posto ormai acquisito, per una qualificazione in Champions a cui nessuno credeva.

Walter Zenga: dai pali alla panchina!

Dalla solitudine tra i pali al freddo di una panchina la strada è lunga, ma Walter Zenga ha dimostrato negli anni di potersela cavare in entrambi i ruoli. La sua marcia di avvicinamento al professionismo cominciò tra i pulcini dell’Inter, quando a soli 10 anni venne scelto da Italo Galbiati per difendere una porta ancora troppo grande per lui.

Ma Walter aveva tutte le qualità per arrivare in alto, se è vero che il club con il quale giocava precedentemente (la Maccalesi), aveva contraffatto la data di nascita sul suo cartellino, pur di farlo giocare con i ragazzi più grandi.

All’Inter divideva il suo tempo tra le partite nelle giovanili e il “mestiere” di raccattapalle a San Siro, pretendendo di stare sempre dietro la porta di Bordon, suo mito e futuro collega.

Cristiano Ronaldo, Christian Vieri, Matteo Ferrari: quanti amori in campo!

Calcio e gossip sulle pagine di Calciopro, perché il mondo del pallone non è fatto solo di pressing e fuorigioco, ma anche di storie fuori dal campo, che occupano le copertine di giornali sportivi e non.

Potremmo raccontarne a centinaia, ci limiteremo a quelle che maggiormente attirano l’attenzione in questo periodo, a partire dal flirt tra Cristiano Ronaldo e la modella Nereida Gallardo. La storia va avanti da tre mesi e, a sentire gli amici del fenomeno portoghese, sembra che stavolta si tratti di una cosa seria.

Non più prostitute affittate per una notte o voli verso Roma per darsi alla pazza gioia dopo una vittoria: stavolta Cristiano sembra veramente innamorato, tanto da presentare la sua nuova fiamma alla famiglia.

Fabio Capello: la fama del vincente

Siamo così abituati a vederlo in giacca e cravatta su una panchina, che spesso ci dimentichiamo del Fabio Capello giocatore, grande numero 10 degli anni ’60-’70. La sua storia calcistica inizia con un gran rifiuto: lo cercava il Milan, ma suo padre aveva già promesso il ragazzino alla Spal e l’affare sfumò.

La grande occasione la ebbe con il passaggio alla Roma, nonostante una prima stagione non esaltante, in cui riuscì a collezionare solo 11 presenze. Poi arrivò Helenio Herrera sulla panchina giallorossa e Capello divenne il fulcro centrale della squadra: ottavo posto in campionato, abbondantemente riscattato con la conquista della Coppa Italia, con due gol proprio del talento di Pieris nell’ultima gara del girone finale.

Centrocampista di qualità, senso tattico e ottima visione di gioco, oltre alla spiccata propensione al gol: queste le caratteristiche di Fabio Capello, che accumulò nella capitale l’esperienza necessaria per compiere il grande salto.

Franco Baresi: il simbolo del Milan!

Lo abbiamo visto correre e sudare su e giù per il campo, ultimo baluardo della difesa e capace di proporsi in folate offensive palla al piede; lo abbiamo visto piangere per un Coppa del Mondo buttata al vento nel caldo asfissiante di Pasadena; lo abbiamo visto alzare coppe e trofei e restare il solito umile ragazzo quale era al su arrivo giovanissimo in maglia rossonera.

In un tempo in cui le bandiere avevano ancora un senso, Franco Baresi ha rappresentato più di ogni altro il simbolo di una sqaudra, vestendo la stessa maglia dal giorno dell’esordio a quello del ritiro.

E pensare che l’Inter lo aveva scartato, ritenendolo troppo gracile per uno che pretende di giocare in difesa e preferendogli il fratello Giuseppe. Ma il piccolo Franco non si diede per vinto e volle sostenere un provino anche per il Milan, squadra per cui tifava. Inizia qui il sodalizio tra la squadra rossonera ed il giovane talento, che entrò a far parte a 15 anni della grande famiglia per non uscirne più.

Juventus-Milan 3-2: l’Europa che conta non è per tutti!

Qualche anno fa rappresentavano la più bella della serie A e facevano impazzire le difese di mezza Italia con gol a raffica. Ieri sera Filippo Inzaghi ed Alex Del Piero si sono ritrovati contro, in cerca entrambi di far bene per la causa delle rispettive squadre. Causa che nello specifico si chiama Champions League.

Lo aveva chiesto a gran voce Ranieri nelle dichiarazioni della vigilia, auspicando una reazione d’orgoglio dopo la gara di domenica con il Palermo, in cui la Juve ha raccolto meno di quanto seminato, specie nel secondo tempo, giocato veramente da grande squadra.

Il Milan, da parte sua, cercava la vittoria per restare attaccato al treno del quarto posto e recuperare terreno nei confronti della Fiorentina, impegnata stasera contro l’Inter. Alla resa dei conti, i bianconeri hanno incamerato i tre punti e, a meno di un cataclisma, dovrebbero aver ottenuto la terza piazza. Sfumano invece i sogni del Milan che ora deve sperare nei cugini nerazzurri, se non vuole veder allontanarsi i diretti avversari. Ma veniamo ai dettagli della gara di ieri sera.

Verona-Milan 5-3: la grande beffa

Era il 20 maggio 1973, ultima giornata di un campionato estenuante, combattuto fino alla fine e con lo scudetto ancora da assegnare. La classifica recitava Milan 44, Juventus e Lazio 43: tutte e tre le squadre impegnate in trasferta, per un finale aperto a qualunque risultato.

Il Milan era ospite di un Verona già salvo che non doveva certo giocarsi la partita della vita contro i rossoneri. Del resto, anche nella peggiore delle ipotesi (vittoria di Juventus e/o Lazio e conterporaneo pareggio al Bentegodi) si sarebbe arrivati allo spareggio. Nessuno in casa rossonera ipotizzava la sconfitta. Quel Milan era forte, aveva Nereo Rocco in panchina e poteva contare su Gianni Rivera, regista dai piedi d’oro, in grado di poter cambiare il volto di qualunque gara.

Per di più il mercoledì precedente il Milan era andato in quel di Salonicco a conquistare la Coppa delle Coppe e la vittoria in Europa non poteva far altro che stimolare, in vista di una magica accoppiata.

Sacchi come Maradona e Falcao: spunta una figlia segreta!

Aveva smesso di allenare per problemi legati alla salute fisica e mentale il buon Arrigo Sacchi, ma a quanto pare lo stress procurato dal campo di gioco è stato ampiamente scaricato in altri divertimenti più frivoli e veloci. Come quello, ad esempio, di “una botta e via” con una giovane ragazza, conosciuta allo stadio, con la quale trascorrere qualche ora in intimità.

Beh, in realtà non sappiamo quanto sia durato il presunto flirt tra l’allenatore e la signorina in questione, sta di fatto però, che dal loro inciucio è nata una bimba, che ora pretende di essere riconosciuta e mantenuta.

La vicenda risalirebbe al 2002, ma solo la scorsa estate la mamma della bambina si è fatta avanti, chiedendo il test del DNA all’Arrigo nazionale, per accertarne la paternità. Finora il tutto era stato tenuto nascosto e solo ieri l’emittente bresciana “Teletutto” ha tirato fuori lo scoop.

Da Rocchi a Eto’o: gli scarti diventati fenomeni

Ci sono calciatori comprati e poi rivenduti, considerati dei mezzi bidoni da spedire subito verso altri lidi, oppure ci sono quelli cresciuti nel settore giovanile di un club e poi mandati a maturare altrove. E’ questo il caso di Mattia Cassani, bomber per un giorno, che contro la “sua Juve” ha segnato il primo gol in A, il gol della vita.

Un rimpianto per i dirigenti bianconeri? Probabilmente no, però con il suo gol ha confezionato uno scherzetto niente male alla sue ex squadra, facendo tornare alla mente altri casi, anche più noti, di calciatori troppo frettolosamente ceduti.

Sempre per restare in casa Juve, per esempio, possiamo ricordare Tommaso Rocchi, che tanto bene sta facendo nella Lazio. Ebbene, l’attaccante ha iniziato la propria carriera proprio a Torino, ma i bianconeri non hanno avuto fiducia nella sua crescita, spedendolo a farsi le ossa in giro per la penisola. E Tommaso ha “ringraziato” a modo suo, quando con la maglia dell’Empoli segnò alla Juve tre reti in una sola gara, per poi ripetersi due volte con la maglia biancazzurra.