Scolari è il peggior tecnico del Chelsea

Pensavate forse che mister Morinho fosse l’unico a non sopportare i paragoni con il predecessore? E allora sentite cosa sta accadendo in Inghilterra, proprio sulla panchina che fu dello Special One, occupata ora da Felipe Scolari.

L’allarme è stato lanciato dal Sun, sempre pronto alla critica a suon di numeri. Ebbene, conti alla mano, l’attuale allenatore del Chelsea sarebbe il peggiore approdato all Stamford Bridge negli ultimi anni. Per lui su 22 gare disputate, solo il 59,1% di vittorie, contro il 78,2 di Mourinho, il 77,3 di Ranieri e, udite udite, il 63,6 del contestatissimo Avram Grant.

Una statistica che lascia il tempo che trova, considerando che il Chelsea è secondo in classifica nella Premier  ad un solo punto dal Liverpool e che proprio oggi potrebbe raggiungere le 10 vittorie consecutive in trasferta (record detenuto dal Tottenham che resiste da ben 48 anni).

Milan e Lazio, sponsor per un giorno

Ricordi di un calcio che non c’è più, quello dei calconcini così corti da sembrare mutande, quello dei numeri dall’1 all’11, quello delle maglie strette strette che si strappavano alla prima strattonata e, soprattutto, senza la scritta sul petto. Un calcio diverso, forse più vero, senza dubbio meno ricco.

Poi è arrivato il business e pian piano le maglie sono diventate una sorta di cartellone pubblicitario e non ci sorprenderemmo se un giorno anche su pantaloncini e calzettoni apparisse il nome di qualche ditta.

Ma in tempo di crisi abbiamo dovuto assistere anche ad un’inversione di tendenza, con alcune squadre italiane rimaste sconsolatamente senza sponsor, per la gioia dei nostalgici del tempo che fu. Tra queste, la Lazio, che ogni domenica affronta le avversarie con il petto libero da scritte (e qualche denaro in meno nel portafoglio). Ma questa sera, in occasione della gara contro la capolista Inter, anche i biancazzurri avranno il loro bel logo da esibire, ovvero PES 2009.

Football Manager 2009, il classico che non si smentisce mai

Se si potessero dividere i videogiochi come i partiti politici, tra conservatori e rivoluzionari, sicuramente Football Manager rientrerebbe tra i primi. Non esiste una saga di videogames calcistica più attaccata alle sue tradizioni come quella della Sports Interactive.

Intendiamoci, si tratta sempre di una saga vincente. Tra i tanti manageriali a mio avviso è, se non il migliore, uno dei due che si possono contendere il titolo, senza nulla togliere a tutti gli altri. Ma c’è il rischio di far risultare un pò troppo “vecchia” anche l’ultima uscita. Infatti l’edizione appena nata (non ha nemmeno un mese di vita) presenta stessa grafica, stessa skin, stesso sistema di allenamento, stesso menu dell’anno scorso. Ma nonostante questo i miglioramenti ci sono.

Sampdoria-Genoa: la Lanterna si illumina per il 99esimo derby

Ferve l’attesa in città,  Sampdoria-Genoa è il match che tutti i tifosi aspettano dall’inizio della stagione. Sarà un Marassi gremito quello che si appresta ad affrontare il derby. La squadra di Mazzarri vuole ripetere l’expolit dello scorso anno, quando un gol di Maggio a pochi minuti dalla fine gli consegnò i tre punti.

Inoltre Cassano e compagni vogliono subito ripartire dopo la brutta sconfitta di Coppa Uefa contro lo Standard Liegi. I blu cerchiati non stanno attraversando un grande momento di forma, in tre gare compreso l’Uefa, hanno racimolato soltanto un pareggio contro lo Stoccarda. Poi la sconfitta di Cagliari e quella di Liegi hanno rimesso in discussione la panchina di Mazzarri.

Ancora, per gli amanti delle statistiche, la Sampdoria in casa non ha mai perso, ed il Genoa in trasferta non è ancora riuscito ad ottenere i tre punti. Tutto scontato quindi? Neanche per idea, il derby si sa, vede sempre la squadra meno favorita trionfare, come accaduto anche nel derby della Capitale. Super sfida tra Antonio Cassano e Diego Milito.

Fantacalcio: è il momento del riscatto per i big

Molte partite scomode in questo weekend di calcio, e di Fantacalcio. Lazio-Inter è una gara tutta da decifrare. I biancazzurri arrivano dalla vittoria contro il Milan arrivata ai supplementari, la quale farà arrivare la squadra di Rossi al big match di giornata con il morale alle stelle ma con le batterie scariche, dato che la maggior parte dei calciatori che scenderanno in campo saranno gli stessi di 3 giorni fa.

Complicato anche per il Milan ritrovare la strada giusta. Kakà ritornerà in campo, ed è già mezza vittoria, ma contro il Catania di questi tempi è meglio non dare nulla per scontato. Come non bisogna sottovalutare nemmeno la trasferta della Juventus a Lecce. I giallorossi in casa vanno forte (hanno fermato anche il Milan), e gli juventini si sa, quando si esaltano troppo poi crollano.

Ravanelli e Cosmi attori

Fabrizio Ravanelli è un agente di polizia, Serse Cosmi un carcerato, Walter Novellino è l’aiutante del questore, mentre Ilario Castagner è un medico. Che abbiano tutti cambiato mestiere? Nient’affatto. I

Le verità di Zidane, dalla testata al doping

Un’immagine che ha fatto esultare milioni di italiani, l’ultima di Zinedine Zidane su un campo di calcio da professionista. Quel 9 luglio 2006 doveva segnare il suo addio al mondo del pallone e mai nessuno poteva immaginare di dover assistere ad una scena tanto triste. Non che gli italiani si augurassero di regalargli la gioia più grande nel momento dell’addio, ma un applauso finale per la sua lunga e gloriosa carriera forse lo avrebbe meritato.

Così non fu, purtroppo per lui. Colpa di uno spilungone che ha osato offendere l’onore della sua famiglia, provocando una reazione esagerata e fuoriluogo da parte del campione francese, che, a distanza di due anni, torna sull’argomento e ammette le proprie responsabilità:

Ho chiuso la carriera su un’immagine molto triste, non è stata una bella fine. Per fortuna ho fatto altro prima e con questo mi salvo un po’. Anche se sono stato insultato, la mia reazione non era giustificata. Ma la provocazione andrebbe punita. Non sento ingiustizia, ma non era la cosa da fare.

La crisi arriva anche nel calcio, Serie A a rischio declassamento

Tanti, tantissimi, a volte troppi milioni vengono spesi dai presidenti di Serie A per i loro calciatori. C’è chi se lo può permettere perchè ce li ha (vedi Moratti che ogni anno esce di tasca sua oltre 100 milioni di euro), c’è chi non ce li ha e va in rosso (Juventus, ma soprattutto Milan, dove Berlusconi non tira fuori più nemmeno un euro). Mentre per chi non si può permettere nemmeno questo, la situazione è leggermente migliore, non vincerà mai lo scudetto, ma almeno i bilanci saranno apposto e la crisi peserà meno.

La crisi economica ha già fatto vittime illustri in Inghilterra (i presidenti di Manchester United e Liverpool saranno forse costretti a cedere per non far fallire la squadra), ma presto potrebbe arrivare anche in Italia, se non subito, probabilmente nel 2010, se non dovesse risolversi prima. Le cause? Caro biglietti, stipendi troppo alti, pochi sponsor, e adesso anche un calo previsto degli incassi televisivi, proprio quelli che reggevano quasi da soli il giocattolo del pallone.

Torino in crisi, a chi dare la colpa?

Dodici punti in 14 giornate di campionato, solo 14 reti segnate e ben 20 subite, un gioco che tarda ad arrivare, nonostante la campagna acquisti estiva lasciasse presagire una stagione senza troppi patemi d’animo. Che il Torino sia abituato a soffrire lo sappiamo da tempo, ma qui si rischia la retrocessione ed il popolo granata cerca risposte concrete. A chi dare la colpa?

L’attacco non segna quanto dovrebbe e questo è un fatto. Dai vari Stellone, Rosina, Amoruso e Bianchi ci si aspetterebbe qualche gol in più, specie dai nuovi arrivati, acquistati apposta per risolvere i problemi lì davanti. C’è poi la questione-spogliatoio con De Biasi che lamenta poco sostegno da una parte del gruppo, impegnato, a suo dire, a “giocare contro”. Una dichiarazione che non ha fatto la felicità del presidente Cairo, che ora tuona minaccioso:

Per De Biasi lo spogliatoio è dalla sua parte al 70%? Allora nove ragazzi gli sono contro, ma scherziamo? Il Toro deve essere sempre unito. I precedenti fanno curriculum, però non contano nelle mie valutazioni.

Coppa Uefa: fuori Feyenoord e Portsmouth, si salva l’Ajax

Si è chiusa ieri la quarta giornata di coppa Uefa con delle novità piuttosto sconvolgenti. Infatti alcune delle favorite (Feyenoord, Rosemborg e Portsmouth) devono abbandonare la competizione già nella fase a gironi. La squadra che tanti problemi aveva dato 7 giorni fa al Milan, con un pareggio tirato proprio per i capelli da Pippo Inzaghi, è crollata sotto i colpi di una squadra che certamente non vale nemmeno la metà dei rossoneri, e cioè il Wolfsburg, che dopo un primo tempo spettacolare (2-2 dopo i primi 45 minuti), trova la rete della vittoria ad un quarto d’ora dalla fine con il fuoriclasse della squadra, Misimovic.

Aspettando l’ultima gara intanto i tedeschi si prendono il primo posto, lasciando il Milan al secondo e il Braga già qualificato al terzo. Hanno terminato le proprie gare i portoghesi, ma vincendo in Olanda contro l’Herenveen, già con un piede fuori dalla competizione, passano con anticipo al prossimo turno.