Maradona all’Al Wasl, ora è ufficiale

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La notizia circolava già da sabato, ma solo oggi è arrivata l’ufficialità: Diego Armando Maradona sarà l’allenatore del club di Dubai dell’Al Wasl. Ritorna in panchina dunque El Pibe de Oro dopo l’esperienza del Mondiale in Sudafrica e le polemiche che ne sono seguite. Di certo lo spot che da anni cercavano gli emiri del Paese arabo, sempre a caccia non tanto di talenti quanto di nomi altisonanti.

Così, dopo due fallimenti sulle panchine del Mandiyu e del Racing di Avellaneda, e la mezza delusione del Mondiale con l’Argentina, e dopo soprattutto essere stato accostato a diverse panchine, compresa quella del suo Napoli, Maradona tornerà ad insegnare calcio lì dove ne hanno tanto bisogno.

Società Sportiva Napoli

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Società Sportiva Napoli

Nasce il 1° agosto 1926 dalle ceneri dell’Internaples, una squadra nata dalla fusione nel 1922 del Naples Foot-ball & Cricket Club e l’Unione Sportiva Internazionale Napoli.

Il promotore principale della nascita del club è Giorgio Ascarelli, un imprenditore che da Napoli si spinge fino alla zona di Busto Arsizio, ed è stato tra i protagonisti del rinascimento ebraico napoletano.

Maradona cerca lavoro

Ha avuto la sua grande possibilità sulla panca dell’Argentina, ma non è riuscito a riportare a casa la Coppa del Mondo, pur avendo dell’ottimo materiale a disposizione. Poi è stato

Argentina, confermato Batista, addio a Maradona

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Nemmeno il recente compleanno è bastato per regalare a Maradona una seconda chance di allenare la sua nazionale. El Pibe che dopo il Mondiale di Sudafrica decise di andarsene per scontri con la dirigenza della Federcalcio argentina dovrà fare a meno del suo sogno: ri-allenare Messi e compagni.

L’ex stella del Napoli si è pentito del suo gesto, cioè lasciare la panchina albiceleste perché erano stati fatti fuori alcuni dei suoi collaboratori. Maradona aveva chiesto che il ct ad interim, Batista, lasciasse l’incarico al “titolare”, e cioè lui stesso, ma ieri sera è arrivata la decisione ufficiale presa da Julio Grondona, presidente della federazione, il quale ha annunciato che a guidare l’Argentina alle prossime qualificazioni per il campionato sudamericano sarà proprio Batista.

Portogallo: richiesto Maradona, e nel frattempo tenta Mourinho

Il Portogallo è senza allenatore, e quest’assenza pesa talmente tanto da portare un solo punto nelle ultime due partite di qualificazione agli Europei (arrivato peraltro dopo aver subìto 4 gol da Cipro). Una situazione davvero insostenibile a cui i vertici della Federazione lusitana vogliono trovare una soluzione.

Finora sono stati contattati diversi allenatori con esperienza sulle panchine delle nazionali come Aguirre (ex ct del Messico) e Pekerman (Argentina), ma il sogno resta Diego Armando Maradona. L’ex ct dell’albiceleste si è detto interessato, ma finora non ha dato l’ok, e così bisogna trovare una soluzione per le prossime due partite di qualificazione che non si possono fallire. E la soluzione ha già un nome: Josè Mourinho.

Bilardo risponde a Maradona: “Ti prendo a calci nel sedere”

Sembrava finita la polemica tra Maradona e il vertice della federazione argentina, ma invece siamo solo all’inizio. Dopo le dichiarazioni del Pibe che parlava di menzogne e tradimenti non c’erano state repliche da parte degli interessati, il che faceva pensare che Maradona avesse ragione. Ma oggi è arrivata la risposta di Bilardo, il quale pare stesse preparando un’intervista in esclusiva per poter dire tutto senza contraddittorio. Ma stavolta le pressioni sono state troppo forti ed ha ceduto prima:

Forse molti pensano che sia un deficiente perché me ne sono stato zitto fino ad oggi, ingoiando tutto. Ma a questo punto anche io voglio dire come stanno le cose, e ce ne sono di cose di cui parlare. Se Diego ha deciso di prendermi a calci nel sedere, farò altrettanto con lui. Si lamenta perché avrebbero voluto sostituirgli alcuni assistenti, ma nessuno ha detto nulla quando hanno fatto fuori gli unici miei due uomini di fiducia. L’Afa è un posto serio, e non può pretendere di portarsi sempre dietro i suoi amici e farli lavorare con lui. Sono stato io il primo a dire a Grondona che Diego doveva restare altri 4 anni. Vorrei proprio capire dove sta il tradimento. Ma so che lui non ha colpe, il problema è che si lascia influenzare da quei vermi che lo circondano.

Maradona, le ragioni dell’addio alla nazionale argentina

Menzogne e tradimenti. Può sembrare la trama di una soap opera, ma è la vera vicenda (o presunta tale) di Maradona sulla panchina della nazionale argentina. Ieri l’ufficializzazione della sua esclusione, oggi ne arrivano anche le motivazioni direttamente dalla bocca del Pibe de Oro in conferenza stampa.

Secondo l’ormai ex ct, ci sono delle responsabilità che provengono direttamente “dall’alto” che portano l’albiceleste a non superare mai i quarti di finale da 20 anni (guardacaso, l’ultima nazionale a farcela fu proprio quella con lui in campo nel 1990), e dunque questa figura va ricercata in Julio Grondona, capo della Federcalcio argentina, responsabile di avergli “mentito” durante la sua avventura in Sudafrica.

Argentina-Maradona addio, già pronto il sostituto?

Sembra ormai giunto a conclusione il mandato di Maradona sulla panchina dell’Argentina e, a meno di clamorosi ripensamenti dall’una o dall’altra parte, il Pibe de Oro annuncerà nelle prossime ore l’addio alla Seleccion. Una rottura insanabile tra il ct e l’Afa, considerando che la federazione argentina avrebbe messo Diego con le spalle al muro, costringendolo di fatto a dimettersi. La disputa nasce dalla volontà di Maradona di continuare con l’intero suo staff, lo stesso che ha seguito la nazionale nella kermesse mondiale. Uno staff che la federazione non vuole, come ha rivelato il preparatore atletico Fernando Signorini, convinto più che mai che la presa di posizione dell’Afa sia solo una scusa:

Non ho dubbi, sin dall’inizio non volevano Diego. È una pietra troppo grande nell’orto del potere. Questa situazione non si può cambiare. Grondona non ha avuto il coraggio di dire a Diego che non lo voleva. Per questo gli ha detto che se avesse continuato a fare il ct avrebbe dovuto rinunciare ad alcuni collaboratori.

Maradona, i retroscena del rinnovo

Maradona sarà ct della nazionale argentina almeno fino al 2014. Questo è quanto si sente e legge ormai da 24 ore su tutti i media. In molti si sono concentrati sull’amore della sua gente verso il ct e soprattutto verso l’uomo, ma le ragioni per cui El Pibe ha rinnovato sono altre.

Non capita spesso infatti che un allenatore che, nonostante guidi una macchina da gol come l’albiceleste, dopo aver rischiato la mancata qualificazione al Mondiale (ottenuta con un gol nei minuti di recupero della penultima partita) e dopo essere mestamente uscito con un sonoro 4-0, ottenga un prolungamento per altri 4 anni con aumento dell’ingaggio. Ed infatti dietro questa trattativa ci sono motivi economici e politici.

Esoneri mondiali: 10 allenatori cacciati e 3 in bilico, la dura vita del ct

Tra i tanti record di questo Mondiale, potrebbe aggiungersi anche quello degli allenatori esonerati. Ancora il torneo non è finito, ma tra le 28 squadre già eliminate sono 10 i ct che hanno perso la panchina e 4 sono ancora nel limbo. Con l’auto-esonero di Maradona infatti le panchine che cambiano diventano un po’ troppe, se consideriamo che nelle altre edizioni le sconfitte venivano prese con più filosofia e ai commissari tecnici veniva data la possibilità di riprovarci.

Ma la cattiva aria poteva già essere respirata prima dell’inizio del Mondiale, dato che i primi due a saltare sono stati Lippi e Domenech ancor prima di disputare la prima gara. I ct di Italia e Francia erano ormai “alla frutta” da un po’, tanto che si conosce il nome dei loro sostituti già da un mese. Discorso simile per Otto Rehhagel, il quale ha concluso un ciclo di quasi 10 anni con la sua Grecia, il quale però si è dimesso solo dopo l’ultima partita.