Esoneri mondiali: 10 allenatori cacciati e 3 in bilico, la dura vita del ct

di Redazione Commenta

Tra i tanti record di questo Mondiale, potrebbe aggiungersi anche quello degli allenatori esonerati. Ancora il torneo non è finito, ma tra le 28 squadre già eliminate sono 10 i ct che hanno perso la panchina e 4 sono ancora nel limbo. Con l’auto-esonero di Maradona infatti le panchine che cambiano diventano un po’ troppe, se consideriamo che nelle altre edizioni le sconfitte venivano prese con più filosofia e ai commissari tecnici veniva data la possibilità di riprovarci.

Ma la cattiva aria poteva già essere respirata prima dell’inizio del Mondiale, dato che i primi due a saltare sono stati Lippi e Domenech ancor prima di disputare la prima gara. I ct di Italia e Francia erano ormai “alla frutta” da un po’, tanto che si conosce il nome dei loro sostituti già da un mese. Discorso simile per Otto Rehhagel, il quale ha concluso un ciclo di quasi 10 anni con la sua Grecia, il quale però si è dimesso solo dopo l’ultima partita.

Chi invece è stato cacciato abbastanza duramente è stato l’allenatore della Nigeria, insieme a gran parte della federazione, dal presidente della Repubblica, il quale ha minacciato di ritirare la squadra da qualsiasi competizione internazionale per due anni per rifondarla dall’inizio; ma non se la sono passata bene nemmeno Huh, ct della Corea del Sud, Okada del Giappone e Dunga, anche se di lui si sapeva già che avrebbe lasciato la panchina verdeoro a fine Mondiale, ma non in via ufficiale. Tra gli esonerati, anche se in modo più onorevole, compare anche l’esperto Aguirre, che ha deciso, insieme alla federazione messicana, di lasciar spazio ai giovani.

I tre allenatori nel “limbo” invece sono Bradley, Le Guen e Queiroz, rispettivamente ct di Stati Uniti, Camerun e Portogallo. Per il tecnico francese c’è addirittura un contratto scaduto e non ancora rinnovato, ma per tutti e tre vale lo stesso discorso: loro vogliono rimanere, ma le rispettive federazioni si sono riservate di decidere con calma del loro futuro, e di arrivare ad una decisione entro un mese.

Una situazione davvero singolare è quella della Nuova Zelanda, ufficialmente senza un vero e proprio ct, dato che a guidare la nazionale degli All White al Mondiale è stato Ricky Herbert, il quale in realtà è l’allenatore dei Wellington Phoenix. Probabilmente sarà lui a tentare la prossima qualificazione dei neozelandesi anche in futuro, ma con una federazione così poco professionale, non si può mai dire.

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