Capello: il calcio italiano è in crisi

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L’Italia è stata sbattuta fuori dai mondiali a calci nel sedere, prima ancora di accorgersi che stava vivendo il peggiore degli incubi; le squadre italiane in Europa oramai non fanno più paura a nessuno e basta un modesto Lech Poznan a mettere in crisi la Vecchia Signora o un altrettanto modesto Basilea per ingigantire i guai della Roma. Dove sta andando dunque il calcio italiano. Analizza la situazione Fabio Capello, uno che con la la “sua” Inghilterra non sta facendo certo fuoco e fiamme, sebbene occorra riconoscergli il merito di aver vinto praticamente tutto quando allenava dalle nostre parti:

A livello europeo, il calcio italiano è messo male. Abbiamo dominato per anni, ma ora in Europa il calcio tecnico e fisico ha la meglio sul nostro. E’ vero, l’Inter ha vinto la Champions, però dobbiamo ricordare che lo ha fatto con tanti stranieri forti fisicamente e validi tecnicamente.

La Juve in ritiro

Una Juve irriconoscibile quella che si è presentata ieri sul campo del Chievo, lontana parente di quella che aveva superato con una certa facilità il Napoli in Coppa Italia la

Juve, analisi della crisi

Doveva essere l’anno del riscatto per la Juventus, dopo il secondo posto conquistato sei mesi fa alle spalle di quell’Inter che ha sostituito la Vecchia Signora nel ruolo di ammazza-campionato. Gli sforzi della società erano volti a riconquistare l’antico splendore con una cinquantina di milioni spesi sul mercato per accaparrarsi un centrocampista dai piedi buoni ed un trequartista capace di dettare i tempi e di far girare la squadra.

Pronti via e la Juve sembra avviata verso una grande stagione: quattro vittorie consecutive ai danni di Chievo, Roma, Lazio e Livorno. Poi comincia l’altalena con due pareggi e la prima scoppola rimediata in casa del Palermo. Ancora un punticino con la Fiorentina e finalmente due vittorie consecutive, una con il Siena ed una nettissima con la Sampdoria (5-1). ‘Grande Juve’ si disse, ma la mezza crisi era dietro l’angolo e si manifestò nella gara contro il Napoli, quando i bianconeri riuscirono a farsi rimontare, per poi perdere 3-2 fra le mura amiche.

Ancora tre punti rimediati contro l’Udinese-spuntata (nell’occasione mancava di diversi giocatori importanti) in una partita non certo esaltante ed ancora una goleada ai danni dell’Atalanta. Poi di nuovo lo stop in casa del Cagliari, con i sardi a dare lezioni di calcio ad una Juve frastornata. E veniamo al momento clou della stagione, quando la Vecchia Signora veniva chiamata a recuperare punti all’Inter nello scontro diretto, per poi affrontare il Bayern Monaco nell’ultima decisiva gara del girone di Champions.

Il punto sulla Roma: Ranieri non è Silvan!

Probabilmente Claudio Ranieri sognava da sempre di allenare la squadra della propria città, ma ora che ce l’ha in mano non può far a meno di “lamentarsi” per il periodo non proprio esaltante dei giallorossi. La Roma è in crisi? Forse no, ma certo è che 11 soli punti in 9 partite sono pochi per una squadra che solo due anni lottava fino all’ultima giornata per cucirsi lo scudetto sul petto.

Ranieri ha le sue attenuanti e dopo due deblacle consecutive (Milan in trasferta e Livorno in casa), ci tiene in modo particolare a mettere in puntini sulle “i”, ricordando agli interlocutori di essere arrivato a stagione in corso:

Quando sono arrivato qui mi sono preso una responsabilità e ora non mi tiro certo indietro. E’ difficile plasmare una cosa non tua. Non sono Silvan, sarei venuto più volentieri negli anni dei grandi acquisti, ora lottiamo e andiamo avanti. So però che alla fine con il lavoro si riesce a migliorare, sono fiducioso, anche se non sempre si può ottenere il massimo.

Torino in crisi, a chi dare la colpa?

Dodici punti in 14 giornate di campionato, solo 14 reti segnate e ben 20 subite, un gioco che tarda ad arrivare, nonostante la campagna acquisti estiva lasciasse presagire una stagione senza troppi patemi d’animo. Che il Torino sia abituato a soffrire lo sappiamo da tempo, ma qui si rischia la retrocessione ed il popolo granata cerca risposte concrete. A chi dare la colpa?

L’attacco non segna quanto dovrebbe e questo è un fatto. Dai vari Stellone, Rosina, Amoruso e Bianchi ci si aspetterebbe qualche gol in più, specie dai nuovi arrivati, acquistati apposta per risolvere i problemi lì davanti. C’è poi la questione-spogliatoio con De Biasi che lamenta poco sostegno da una parte del gruppo, impegnato, a suo dire, a “giocare contro”. Una dichiarazione che non ha fatto la felicità del presidente Cairo, che ora tuona minaccioso:

Per De Biasi lo spogliatoio è dalla sua parte al 70%? Allora nove ragazzi gli sono contro, ma scherziamo? Il Toro deve essere sempre unito. I precedenti fanno curriculum, però non contano nelle mie valutazioni.

Real in crisi? Tutta colpa di un italiano!

Parla italiano il mister scelto dagli inglesi per salvare la nazionale e condurla alla vittoria nel mondiale sudafricano. Parlano italiano anche le decine di giocatori che, abbandonato il Belpaese, stanno facendo le fortune delle squadre di mezza Europa. Ma non tutti i nostri connazionali all’estero godono della fama di vincenti.

Basta chiedere a Valter Di Salvo, il preparatore atletico del Real Madrid, finito sulla graticola a causa del gran numero di infortuni rimediati dalle merengues. Il Real perde colpi e vede il Barcellona allontanarsi? Colpa della preparazione sbagliata e dell’italiano incapace.

A dichiararlo sono i maggiori quotidiani spagnoli, che presentano il conto nelle edizioni di questi giorni: 23 giocatori sui 25 che compongono la rosa in soli quattro mesi. Decisamente troppi!

Roma: è l’ora della contestazione

Sei mesi fa era una delle più belle realtà del calcio italiano, in lotta per lo scudetto fino all’ultima giornata di campionato, vincitrice della Coppa Italia e con un gioco che faceva invidia a più di metà delle squadre nostrane.

Poi l’estate, una campagna acquisti a dir poco discutibile, una Supercoppa persa ai rigori ed un inizio campionato non proprio esaltante, tanto che dopo dieci giornate si ritrova con soli 7 punti in classifica. Che succede in casa Roma?

E’ difficile spiegare il momento no dei giallorossi, anche perché loro per primi non riescono a trovare risposte alle tante, troppe sconfitte rimediate in campionato ed in Champions League. L’ultima, quella di ieri sera all’Olimpico di Torino, ha fatto esplodere una contestazione senza precedenti nell’era Spalletti, con cori, insulti e lancio di monetine al rientro della squadra nella Capitale.

Ancelotti, Maldini, Sheva: è crisi in “casa” Milan

Ma cosa sta succedendo dalle parti di Milano? Solo qualche giorno fa avevamo avuto notizia dell’imminente divorzio di mister Ancelotti, o meglio, di una separazione dopo ben 21 anni di matrimonio. Pare però che l’allenatore non sia il solo ad essersi ritrovato single dopo una lunga storia d’amore, visti i rumors che danno in crisi anche Shevchenko e Maldini con le rispettive signore. Ma andiamo per ordine.

Con mia moglie è finita. Oggi sto bene anche da solo. Con il calcio non mi annoio. A parte il lavoro in campo, trascorro molte ore studiando e ristudiando le partite, riguardando i filmati.

Questo aveva dichiarato qualche giorno fa Carletto Ancelotti nel corso di un’intervista, nella quale ammetteva pubblicamente la fine del rapporto con la moglie Luisa. Una storia d’amore lunga ben 25 anni, fidanzamento compreso, dalla quale sono nati due figli, Katia, che attualmente è in Inghilterra e Davide, che gioca in serie D.

Crisi in casa Beckham

Torna un po’ di sano gossip sportivo sulle pagine di Calciopro, con indiscrezioni fresche di giornata a proposito di una delle coppie più mediatiche del circo del pallone. E di chi altro possiamo parlare se non di Victoria e David Beckham, un giorno si e l’altro pure sulle pagine dei giornali di mezzo mondo?

Solo un paio di giorni fa vi avevamo preannunciato l’intenzione del biondo calciatore dei Los Angeles Galaxy di trasferirsi per qualche tempo a Milanello, tanto per tenersi allenato durante la pausa invernale del campionato a stelle e strisce. Niente di sicuro, per carità, ma qualcuno è arrivato addirittura ad insinuare che Beckham sarebbe potuto restare in rossonero (da giocatore a tutti gli effetti) fino a giugno.

Indiscrezioni, certo, come quella che vuole Victoria infastidia dall’eventualità, perché poco propensa ad abbandonare la sua carriera (quale poi, non lo abbiamo ancora capito) negli States. Aria di crisi?

Juve, tutti per uno: Del Piero & Co. “agli ordini” di Ranieri

Era partita con grandi ambizioni, pronta a confermare (e se possibile, migliorare) quanto di buono fatto durante la scorsa stagione, quando, da neo-promossa, si ritrovò a conquistare un ottimo terzo posto.

Ma la Juve vista in questo inizio campionato non ha brillato come ci si aspettava, nonostante l’attacco stratosferico e i tanti buoni giovani presenti nella rosa. Nove punti in sei giornate: decisamente pochi per una squadra che vuole arrivare in alto. Per non parlare poi della Champions League: una vittoria sofferta in casa ed un pareggio con la cenerentola del girone, in attesa dello scontro con il Real della prossima settimana.

Cosa c’è che non va? La dirigenza bianconera ha cercato di trovare una risposta, organizzando un faccia a faccia sul campo di allenamento di Vinovo, dove la squadra si stava preparando per il trittico terribile dei prossimi giorni (Napoli, Real, derby). Presente la Juve al completo, da Secco a Blanc, da Cobolli Gigli a Ranieri, a tutta la squadra, infortunati compresi.

Adriano vola in Brasile per curare la depressione

All’Inter evidentemente piace coccolare i giocatori incompiuti e così dopo l’addio di Recoba, 10 anni di lauti ingaggi e poche prestazioni memorabili, ecco che il prescelto sembra essere diventato Adriano, attaccante dai mezzi fisici straordinari ma caduto ormai da tempo in una crisi che sembra irreversibile.

Sulla vita privata del calciatore brasiliano si è detto di tutto e di più: alcolizzato, in crisi sentimentale con la fidanzata, playboy incallito, re delle discoteche milanesi e protagonista di piccanti festini, come documentato da foto apparse sui settimanali di gossip alcuni mesi fa. In verità non sarebbe la vita “non da atleta” la causa delle precarie condizioni di Adriano e della sua scarsa forma fisica. La teoria viene smentita dall’imperatore stesso, ormai più spesso in tribuna che in campo; Adriano ha rivelato alla tv brasiliana Rete Globo la causa della sua crisi, che risalirebbe addirittura a tre anni fa: “Sono ancora depresso – ha confessato il nerazzurro – E’ questo che non mi permette di allenarmi e giocare bene. Nella vita tutti attraversano una fase negativa, e la morte di mio padre per me è stato un momento bruttissimo, che mi ha fatto soffrire molto“.

Adesso l’Inter ha voluto concedere al calciatore un’ultima possibilità: un mese e mezzo di riabilitazione in una struttura specialistica a San Paolo, in Brasile, dove Adriano cercherà di recuperare la forma psico-fisica perduta; accanto a lui ci sarà il suo procuratore Gilmar Rinaldi, che lo seguirà passo passo in questo difficile tentativo riabilitativo.