Il punto sulla Roma: Ranieri non è Silvan!

di Redazione Commenta

Probabilmente Claudio Ranieri sognava da sempre di allenare la squadra della propria città, ma ora che ce l’ha in mano non può far a meno di “lamentarsi” per il periodo non proprio esaltante dei giallorossi. La Roma è in crisi? Forse no, ma certo è che 11 soli punti in 9 partite sono pochi per una squadra che solo due anni lottava fino all’ultima giornata per cucirsi lo scudetto sul petto.

Ranieri ha le sue attenuanti e dopo due deblacle consecutive (Milan in trasferta e Livorno in casa), ci tiene in modo particolare a mettere in puntini sulle “i”, ricordando agli interlocutori di essere arrivato a stagione in corso:

Quando sono arrivato qui mi sono preso una responsabilità e ora non mi tiro certo indietro. E’ difficile plasmare una cosa non tua. Non sono Silvan, sarei venuto più volentieri negli anni dei grandi acquisti, ora lottiamo e andiamo avanti. So però che alla fine con il lavoro si riesce a migliorare, sono fiducioso, anche se non sempre si può ottenere il massimo.

Poi indica la strada da seguire:

Ci vorrà grosso spirito di sacrificio. Ci saranno delusioni, non ho mai pensato che sarebbero state rose e fiori. Mi aspettavo delle difficoltà con la rosa al completo, figuriamoci con tanti infortunati. L’obiettivo è fissato ad ogni partita, da giocare con il massimo spirito di sacrificio, cercare di migliorare allenamento dopo allenamento, gestire l’euforia dei momenti belli e la depressione di quelli brutti. Il campionato si deve ancora sviluppare, ovvio che il quarto posto significa tante cose. Siamo a quattro punti dalla zona Champions e firmerei per questa posizione a fine campionato.

Intanto domani c’è l’Udinese e Ranieri dovrà cercare ancora una volta di mettere in campo un undici competitivo, nonostante le numerose assenze. Fuori Totti, Menez, Pizarro e forse anche Doni, ancora non recuperato. Per fortuna che almeno c’è De Rossi:

Non sta attraversando un buon momento, ma dà sempre tutto quello che ha. Gioca 80 partite all’anno, non può dare sempre il 100 percento. Resiste perché è una macchina da guerra, ma se avessi la possibilità, gli farei saltare qualche partita per fargli recuperare le energie nervose che spende. A lui devo solo dire grazie.

Già, ce ne vorrebbero 11 come lui.

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