La lunga estate di Cristiano Ronaldo

Alla fine Ferguson l’ha spuntata ed è riuscito a convincere il suo pupillo a vestire la maglia dei Red Devils per almeno un altro anno, ma il nome di Cristiano Ronaldo continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non è stata un’estate felicissima per il campione portoghese, partito per l’Europeo con le idee chiare su cosa fare del suo futuro e tornato a casa confuso e infelice.

Le premesse per un’estate dorata c’erano tutte: l’ambizione del Portogallo che voleva riscattare la beffa subita in casa quattro anni fa, l’amore della caliente Nereida Gallardo, la possibilità di trasferirsi in Spagna per tentare una nuova avventura e rimpinguare ulteriormente il conto in banca.

Ma, come dicevano le nostre nonne, “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi” e nulla di quanto progettato è andato a buon fine.

Calcio tatoo: Zlatan Ibrahimovic

Tra i calciatori che hanno più tatuaggi in assoluto possiamo senz’altro annoverare Zlatan Ibrahimovic. Probabilmente lo svedesone farà a gara nello spogliatoio con il suo compagno Materazzi per chi ha più tatuaggi, e la lotta sarebbe delle più spietate.

Zlatan ha 9 tatuaggi, non quanto il suo collega, ma è sulla buona strada, anche perchè ha ancora tanti anni di carriera davanti a sè e quindi qualche altro ricordo da imprimersi sulla pelle ci sarà sicuramente. A parte un tribale, per il resto i disegni sul corpo di Ibra sono molto semplici, nessun arzigogolo o cose strane, ma solo semplici dediche.

Il triste addio di Bobby Robson

Anche i miti prima o poi se ne vanno. E Bobby Robson un mito lo è stato davvero durante i venti anni che ha calcato i campi di calcio per la felicità dei tifosi di Fulham, West Bromwich Albion e Vancouver Royals. Ma ancor più è stato un mito per le squadre che ha allenato, riportando sempre ottimi risultati.

Ora il mito sta per dare l’addio e non perché lasci per sempre il calcio, ma perché una terribile diagnosi si è abbattuta sulla sua testa.

Che fosse malato di cancro ai polmoni lo sapevamo da tempo, da quando nei primi anni novanta venne ricoverato in seguito ai primi sintomi della malattia. Ha lottato, ha provato a superare l’ennesima “avversaria” che gli si parava di fronte, ma di fronte agli ultimi esami clinici, nulla può fare per vincere la sua battaglia.

Laporta-Dinho: la polemica continua

Sembra che Joan Laporta ci stia prendendo gusto ad occupare le prime pagine dei giornali, dopo il lunghissimo braccio di ferro che lo ha visto impegnato “contro” la Federazione argentina

Calciopoli 2 si conclude così: 9 squalifiche e due assoluzioni

Sembravano finiti i guai per Luciano Moggi, e invece si era solo all’inizio. Dopo essersi beccato una dura squalifica per 5 anni per Calciopoli, più l’inibizione da ogni incarico dirigenziale nel calcio italiano in questo lasso di tempo, l’ex dg della Juventus stava già riorganizzando il suo ritorno in grande stile, dato che aveva già scontato quasi metà della pena.

E invece il secondo filone dell’inchiesta, denominato Calciopoli 2, ci è andato giù pesante, comminando altri 14 mesi di squalifica a Moggi, più altre pesantissime penalizzazioni a coloro che sono stati coinvolti nell’inchiesta, quasi tutti arbitri più qualche dirigente. L’unico ad uscirne definitivamente pulito è stato l’arbitro Paparesta, insieme al padre ed ex arbitro ed ex dirigente arbitrale Romeo, assolti dalla Procura di Napoli.

La storia del calcio: evoluzione dei sistemi di gioco

Schema 1-1-9

Dopo una breve trattazione di carattere storico, passiamo adesso ad un’attenta valutazione dei vari sistemi di gioco studiati ed applicati negli anni, e alla loro progressiva evoluzione.
Partiamo dal principio fondamentale su cui si basa l’essenza del sistema di gioco, ovvero esso deve essere equilibrato, elastico e razionale. Equilibrato, perchè i giocatori devono essere equamente distribuiti sul campo; elastico, perchè deve adattarsi facilmente ad ogni tipo di avversario; razionale, pechè deve essere improntato sulle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione e sull’eventuale idea di gioco che si vuole attuare.

Mourinho-Ranieri: continua il botta e risposta

Perché mi attaccano tutti? Facile, perché sanno che il giorno dopo le prime pagine dei giornali si occuperanno di loro. E’ tutta pubblicità gratis.

Così parlò Josè Mourinho nell’ultimo episodio di una telenovela destinata a continuare per tutta la stagione. I “tutti” che lo attaccano sono Ranieri e Scolari, che negli ultimi giorni si sono permessi di criticarlo per alcune sue esternazioni non proprio felici. Ma partiamo dall’inizio, da quando cioè il portoghese alla vigilia del Trofeo Tim aveva punzecchiato la “Giuve”, dichiarando che in caso di sconfitta con l’Inter, Ranieri avrebbe dovuto preoccuparsi, perché più avanti nella preparazione rispetto ai nerazzurri.

La Juve alla fine vinse grazie ad un gol di Iaquinta, e Ranieri intervistato a fine partita aveva manifestato tutta la propria stima nei confronti del collega, ricordandogli che aveva messo in campo la squadra meno allenata per dargli un’opportunità. E figuriamoci se Josè lasciava cadere il discorso, esimendosi dal rispondere.

Cristiano Ronaldo: “Rimango a Manchester (per ora)”

Un’altra telenovela estiva sta per chiudersi. A pochi giorni dal debutto stagionale della Premier League, Cristiano Ronaldo dà l’annuncio ufficiale che scrive la parola fine, per ora, sulla querelle del suo trasferimento: almeno per quest’anno rimarrà a Manchester.

Le parole, o forse sarebbe meglio dire le suppliche, del suo allenatore/padrone Sir Alex Ferguson hanno avuto l’effetto sperato. Il coach gli aveva chiesto di rimanere almeno un altro anno allo United, e poi non avrebbe opposto resistenza alla sua partenza per la stagione successiva. E così è stato.

Edwin Van Der Sar: recordman olandese

I tifosi juventini non ne conservano un ottimo ricordo, eppure Edwin Van Der Sar viene considerato tra i migliori portieri del mondo (per Marco Van Basten è addirittura il numero 1, ma è chiaro che si tratta di un giudizio di parte). Fatto sta, comunque, che alla non più verde età di 38 anni continua a difendere la porta del Manchester United, togliendosi parecchie soddisfazioni personali e collezionando record di imbattibilità.

E pensare che fino a sedici anni neppure pensava alla carriera sportiva, tutto preso dai suoi studi che dovevano portarlo sulla via del commercio. Ma la fortuna era dietro l’angolo e durante una gara tra dilettanti venne notato da un osservatore dell’Ajax che lo ingaggiò immediatamente, portandolo in una delle società più blasonate d’Europa.

Erano anni d’oro per i lancieri, con i quali il giovane Edwin riuscì a conquistare diversi trofei sia a livello nazionale che internazionale: 4 Eredivisie, 3 KNVB Cup, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale, oltre ai titoli di miglior portiere dell’anno (per quattro anni consecutivi), miglior portiere della Champions League (per due volte), miglior portiere d’Europa nel ’95 e miglior giocatore olandese nel ’98.

Classifica Fifa: l’Italia perde una posizione, ma le sudamericane sprofondano

L’estate non è solo periodo di vacanze, sole e mare, ma anche di amichevoli, qualificazioni ai mondiali delle nazionali, ed inevitabilmente classifiche Fifa. Dopo la rivoluzione del mese scorso, dovuta ai risultati dell’Europeo, a distanza di 30 giorni l’organizzazione mondiale del calcio ha diramato la nuova classifica.

In questa graduatoria hanno pesato molto le gare di qualificazione ai mondiali del 2010, in cui le big sudamericane hanno perso colpi, e in alcuni casi fatto anche cattive figure. Per questo motivo Brasile e Argentina toccano i minimi storici, sesto e settimo posto, mai così in basso, soprattutto per quanto riguarda i verdeoro, dal mondiale di Italia ’90.

La Juve è in forma Champions

La Juve ha dimenticato l’Amburgo, non la squadretta che 25 anni fa gli tolse dalla bacheca una Coppa dei Campioni che sembrava vinta (quel ricordo non si cancella), ma quello dell’altra sera che ha regalato alla squadra di Ranieri il primo grande dispiacere della stagione.

Incidenti di percorso: inutile fare drammi a questo punto della preparazione, così come è inutile esaltarsi per l’ottima prova offerta ieri sera davanti ai campioni d’Inghilterra e d’Europa, detentori di quel titolo che la Juve spera di riportare presto a Torino.

Festa grande all’Old Trafford per applaudire all’ultima straordinaria stagione dei Red Devils, davanti a 60.000 spettatori che non hanno mai smesso di incitare la propria squadra (alla faccia dell’amichevole ed anche di Sir Alex Ferguson che in passato ha bacchettato il pubblico, accusandolo di non far sentire il proprio calore alla squadra).

500 volte il numero 1

Manca meno di una settimana, e Gigi Buffon taglierà il nastro della 500esima gara tra i professionisti. L’importante traguardo arriverà in una delle giornate più delicate della storia bianconera, il preliminare di Champions contro l’Armedia Bratislava.

Certo, non è proprio la partita storica che ognuno sogna di giocare per il proprio anniversario, ma è pur sempre una partita di Champions League da non sottovalutare. Il più grande portiere del mondo non dovrebbe avere problemi con una formazione che dovrebbe equivalere più o meno ad un nostro club di serie B, ma con tutta l’esperienza acquisita anche con un braccio solo dovrebbe riuscire a difendere i pali bianconeri.