Calciopoli 2 si conclude così: 9 squalifiche e due assoluzioni

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Sembravano finiti i guai per Luciano Moggi, e invece si era solo all’inizio. Dopo essersi beccato una dura squalifica per 5 anni per Calciopoli, più l’inibizione da ogni incarico dirigenziale nel calcio italiano in questo lasso di tempo, l’ex dg della Juventus stava già riorganizzando il suo ritorno in grande stile, dato che aveva già scontato quasi metà della pena.

E invece il secondo filone dell’inchiesta, denominato Calciopoli 2, ci è andato giù pesante, comminando altri 14 mesi di squalifica a Moggi, più altre pesantissime penalizzazioni a coloro che sono stati coinvolti nell’inchiesta, quasi tutti arbitri più qualche dirigente. L’unico ad uscirne definitivamente pulito è stato l’arbitro Paparesta, insieme al padre ed ex arbitro ed ex dirigente arbitrale Romeo, assolti dalla Procura di Napoli.


Peccato che però proprio l’arbitro pugliese fosse l’unico di tutti gli indagati ad aver pagato sul serio in questo scandalo, scontando una squalifica di un anno, quando poi è risultato innocente a fine indagini, e non venendo riammesso dalla commissione arbitrale l’anno successivo, per carenza di preparazione atletica. Gli arbitri che invece sono stati colpiti questa volta sono quasi tutti nuovi nomi, diversi da quelli già coinvolti nel primo filone dell’inchiesta, e sono Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele e Marcello Ambrosino, squalificati per un anno e sei mesi, mentre Massimo De Santis, adesso ritiratosi, ha comunque ricevuto una squalifica di sei mesi.

In tutto questo a pagare più di tutti, anche più di Moggi, è stato l’ex dirigente del Messina Calcio Mariano Angelo Fabiani, accusato di aver organizzato tutto con il direttore generale bianconero, a cui è stata comminata una squalifica di 4 anni. Le motivazioni addotte dalla commissione disciplinare della FIGC sono state che i due avevano:

“nel corso della stagione sportiva 2004-2005, costituito un sistema di comunicazioni riservate con Associati Aia, fornendo ad alcuni di essi, direttamente o per interposta persona, schede telefoniche di gestori stranieri, e per essersi avvalso personalmente di tale forma di comunicazione riservata”.

Le motivazioni per la squalifica degli arbitri invece è stata:

“per avere utilizzato schede telefoniche di gestori stranieri e per essersi, così, avvalsi del sistema di comunicazioni riservate costituito da Moggi e Fabiani”

La vicenda dovrebbe concludersi così, chiudendo la pagina più nera della storia del calcio italiano.

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