Ernst Happel Stadion: il teatro della finale europea

Nel nostro viaggio virtuale alla scoperta degli impianti più suggestivi del mondo, non poteva certo mancare una tappa nello stadio che tra poco più di quarantotto ore avrà milioni e milioni di occhi puntati addosso, l’Ernst Happel Stadion, scelto come sede per la finale di Euro 2008.

Fu costruito in soli ventitre mesi di lavoro negli anni a cavallo tra il ’29 ed il ’31 ed oggi rappresenta il più grande ed importante stadio austriaco, potendo contenere poco più di 50.000 spettatori.

Inizialmente venne denominato Praterstadion e solo nel 1992 venne ribattezzato con il nome attuale in onore di Ernst Happel, il più forte giocatore austriaco di ogni tempo, nonché allenatore, capace di conquistare ben 18 titoli con sei squadre diiverse in Belgio, Germania, Austria ed Olanda. Un vero monumento del calcio austriaco insomma.

Fatih Terim resta dov’è!

Voleva uscire di scena da Imperatore, essendo riuscito a trascinare la sua nazionale tra le quattro regine d’Europa. Solo ieri lo avevamo dato in partenza, destinazione Italia, pronto ad iniziare

Aperte le buste per le comproprietà, molti rinvii e qualche sorpresa

Con la giornata di ieri si chiudono definitivamente tutti i conti in sospeso tra i vari club di A e di B in merito alle comproprietà. Decine di calciatori, in bilico tra due società, ora sanno quale sarà il loro futuro, o almeno quello più immediato.

Di certo non saranno sistemazioni definitive, o almeno non per tutti. Abbruscato ad esempio è un anno che punta i piedi e dice che a Torino non ci tornerebbe neanche morto, ma i granata lo hanno riscattato alle buste col Lecce, e così o se ne farà una ragione, o dovrà convincere Cairo che la soluzione migliore per tutti è di rivenderlo a qualche altra squadra.

Marcello Lippi: a volte ritornano

E’ ufficiale da ieri pomeriggio, ma la notizia era nell’aria da giorni, da quando Cesc Fabregas ha scritto la parola fine sul sogno azzurro di conquistare l’Europa e sull’avventura di Donadoni alla guida della nazionale italiana.

Marcello Lippi torna dunque sulla panchina che gli ha permesso di guadagnarsi la fama a livello planetario, con la conquista di un titolo che mancava in casa Italia da ben 26 anni. Torna, ma l’impressione è che il tecnico viareggino non se ne sia mai andato.

Sembra passato un secolo da quando l’Italia si risvegliò orfana del proprio ct, che se andava a causa del coinvolgimento del figlio nella vicenda di calciopoli. Ma già da allora si sospettava che il suo fosse solo un arrivederci, in attesa di giorni migliori e di acque più calme. La stessa scelta della federazione di sostituirlo con un tecnico giovane e poco esperto lasciava presupporre che il nuovo arrivato dovesse rivestire il ruolo di traghettatore.

Spagna schiacciasassi in finale, la Russia gioca solo un tempo

E’ durato solo un tempo il sogno della sorprendente Russia di Hiddink di raggiungere la finale. Sulle ali dell’entusiasmo per aver umiliato i favoritissimi olandesi, tra le voci di mercato per Arshavin, e soprattutto con la voglia di vendicare il 4-1 della prima giornata del torneo, la Russia finisce per farsi schiacciare dal maggior talento e dalla maggiore esperienza internazionale di una squadra apparsa perfetta.

Unico neo per la formazione di Aragones è l’infortunio a Villa, che dopo circa mezz’ora ha dovuto lasciare il campo a causa di un problema muscolare, e che non si sa se rientrerà in tempo per la finale. Al fischio d’inizio però le due squadre sono al completo, con Torres schierato ad ala destra da una parte, e Arshavin a fare il rifinitore dall’altra. Esperimenti che si riveleranno fallimentari.

Terim: addio Turchia, ora voglio l’Italia!

A leggere il titolo si direbbe che la Federazione Italiana abbia individuato il sostituto di Roberto Donadoni alla guida della nazionale azzurra. Ma i simpatizzanti di Lippi, possono stare tranquilli, perché l’Imperatore vuole si trasferirsi nel Bel Paese, ma per allenare un squadra di club.

Del resto, dopo l’ottima figura fatta agli Europei, dove è riuscito a trascinare la sua Turchia fino alla semifinale (persa immeritatamente contro la Germania) le offerte non mancano.

A lui piacerebbe il Napoli, ma sembra quasi certo che finirà sulla panchina del Genoa, portandosi appresso Arda Turan, attualmente in forza al Galatasaray.

La Russia? Non è solo Arshavin! Parola di Aragonés

In attesa dell’incontro decisivo tra Russa e Spagna, il ct spagnolo Aragonés mette in guardia i suoi giocatori dal rischio di sottovalutare l’avversario.
Malgrado la pesante sconfitta inflitta il 10 giugno alla squadra di Hiddink nel primo turno, con un 4-1 schiacciante, Luìs non cede a facili ottimismi.

L’allenatore della Spagna, con una certezza disarmante, dichiara:
La Russia che ci troveremo davanti non ha nulla a che vedere con la squadra che abbiamo affrontato e battuto il dieci giugno.
Dopo aver rivisto tutte le partite giocate finora dalla squadra russa nel campionato europeo, il ct non ha più dubbi che alla Russia “siano spuntati i denti”.
Per batterla occorrerà la stessa concentrazione e la medesima determinazione con cui la Spagna ha eliminato dal torneo l’Italia.
Aiutato dai medici della Selecciòn, Aragonés ha studiato a fondo le potenzialità tecniche degli avversari, arrivando alla conclusione che hanno una resistenza fisica e una capacità di reazione elevatissima.
Da quì l’ammonimento ai suoi giocatori di scendere in campo con la stessa tenacia, pronti ad uno scontro che sarà più difficile del previsto.

I rigori? Meglio farli tirare ai gregari

Una volta c’era la monetina o, nel migliore dei casi, la ripetizione della partita. E una volta c’era l’Italia fortunata. Poi arrivarono i calci di rigore ed il termine fortuna sparì dal dizionario della lingua italiana.

Solo questione di buona o cattiva sorte? No, secondo la Open University, che ha studiato le gare più importanti finite ai rigori, elaborando una particolare teoria sui motivi che determinano la sconfitta di una squadra.

A sentire il professor John Billsberry, autore della ricerca e fondatore di un sito internet dedicato proprio al tiro dal dischetto, la vittoria o la sconfitta di una squadra dipendono dai giocatori che si assumono la responsabilità di calciare il penalty. Bella scoperta! Tutto qui? Ci aspettavamo qualcosa di più da un docente universitario! Ovviamente non è come sembra. Secondo la teoria di Billsberry i giocatori più famosi (e anche più pagati, perché no?) non dovrebbero mai presentarsi all’appuntameno con la lotteria dei rigori, perché è scontato che siano chiamati a sopportare pressioni maggiori rispetto a quelli meno quotati. Facile no?

Germania in finale, ma la Turchia forse la meritava di più

In un’altra serata incredibile, e non solo per quello che si è visto in campo (tra satelliti che saltano e invasioni di campo), la Germania guadagna una finale che sembrava più che scontata alla vigilia, ma che è risultata anche un premio troppo immeritato sul campo. I tedeschi non danno mai l’impressione di essere in partita, se non con folate dei loro campioni, mentre la Turchia risponde alla grande alle difficoltà, e va vicinissima al colpaccio.

La Germania propone a sorpresa Rolfes a centrocampo, viste le non buone condizioni fisiche di Frings, tenuto a riposo per la probabile finale. I turchi invece in piena emergenza (9 assenti tra infortunati e squalificati) non fanno esordire il portiere in attacco, ma arrangiano Boral ad ala sinistra, e Sabri in difesa, alle costole di Podolski.