I rigori? Meglio farli tirare ai gregari

di Redazione Commenta

Una volta c’era la monetina o, nel migliore dei casi, la ripetizione della partita. E una volta c’era l’Italia fortunata. Poi arrivarono i calci di rigore ed il termine fortuna sparì dal dizionario della lingua italiana.

Solo questione di buona o cattiva sorte? No, secondo la Open University, che ha studiato le gare più importanti finite ai rigori, elaborando una particolare teoria sui motivi che determinano la sconfitta di una squadra.

A sentire il professor John Billsberry, autore della ricerca e fondatore di un sito internet dedicato proprio al tiro dal dischetto, la vittoria o la sconfitta di una squadra dipendono dai giocatori che si assumono la responsabilità di calciare il penalty. Bella scoperta! Tutto qui? Ci aspettavamo qualcosa di più da un docente universitario! Ovviamente non è come sembra. Secondo la teoria di Billsberry i giocatori più famosi (e anche più pagati, perché no?) non dovrebbero mai presentarsi all’appuntameno con la lotteria dei rigori, perché è scontato che siano chiamati a sopportare pressioni maggiori rispetto a quelli meno quotati. Facile no?


Per avvalorare la sua teoria, poi, il professore prende a esempio l’errore di Baggio nel mondiale del ’94 o quelli di Ronaldo e Terry nell’ultima finale di Champions League. Ebbene, la storia avrebbe potuto avere un altro corso se il Divin Codino, la stella del Manchester ed il capitano del Chelsea avessero ceduto il passo a colleghi meno esperti.

Sarà veramente così? Non ho una laurea specifica in questo senso, ma l’impressione è che la teoria sia piuttosto superficiale. E’ vero ci sono stati grandi calciatori che hanno fallito nel momento decisivo, ma è anche vero che altrettanti hanno regalato la vittoria alla propria squadra, assumendosi la reponsabilità del tiro. Così come ci sono molti sconosciuti che hanno mancato l’appuntamento con la gloria e di cui nessuno si ricorda.

Prendiamo ad esempio la gara persa qualche giorno fa con la Spagna. Chi ha tirato l’ultimo rigore per le Furie Rosse? Fabregas, che non mi sembra esattamente l’ultimo arrivato.

Non è una questione di maggiore o minore pressione a seconda della fama del singolo calciatore, ma di diverse componenti che confluiscono tutte su quel dischetto.

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