Spagna schiacciasassi in finale, la Russia gioca solo un tempo

E’ durato solo un tempo il sogno della sorprendente Russia di Hiddink di raggiungere la finale. Sulle ali dell’entusiasmo per aver umiliato i favoritissimi olandesi, tra le voci di mercato per Arshavin, e soprattutto con la voglia di vendicare il 4-1 della prima giornata del torneo, la Russia finisce per farsi schiacciare dal maggior talento e dalla maggiore esperienza internazionale di una squadra apparsa perfetta.

Unico neo per la formazione di Aragones è l’infortunio a Villa, che dopo circa mezz’ora ha dovuto lasciare il campo a causa di un problema muscolare, e che non si sa se rientrerà in tempo per la finale. Al fischio d’inizio però le due squadre sono al completo, con Torres schierato ad ala destra da una parte, e Arshavin a fare il rifinitore dall’altra. Esperimenti che si riveleranno fallimentari.

Terim: addio Turchia, ora voglio l’Italia!

A leggere il titolo si direbbe che la Federazione Italiana abbia individuato il sostituto di Roberto Donadoni alla guida della nazionale azzurra. Ma i simpatizzanti di Lippi, possono stare tranquilli, perché l’Imperatore vuole si trasferirsi nel Bel Paese, ma per allenare un squadra di club.

Del resto, dopo l’ottima figura fatta agli Europei, dove è riuscito a trascinare la sua Turchia fino alla semifinale (persa immeritatamente contro la Germania) le offerte non mancano.

A lui piacerebbe il Napoli, ma sembra quasi certo che finirà sulla panchina del Genoa, portandosi appresso Arda Turan, attualmente in forza al Galatasaray.

La Russia? Non è solo Arshavin! Parola di Aragonés

In attesa dell’incontro decisivo tra Russa e Spagna, il ct spagnolo Aragonés mette in guardia i suoi giocatori dal rischio di sottovalutare l’avversario.
Malgrado la pesante sconfitta inflitta il 10 giugno alla squadra di Hiddink nel primo turno, con un 4-1 schiacciante, Luìs non cede a facili ottimismi.

L’allenatore della Spagna, con una certezza disarmante, dichiara:
La Russia che ci troveremo davanti non ha nulla a che vedere con la squadra che abbiamo affrontato e battuto il dieci giugno.
Dopo aver rivisto tutte le partite giocate finora dalla squadra russa nel campionato europeo, il ct non ha più dubbi che alla Russia “siano spuntati i denti”.
Per batterla occorrerà la stessa concentrazione e la medesima determinazione con cui la Spagna ha eliminato dal torneo l’Italia.
Aiutato dai medici della Selecciòn, Aragonés ha studiato a fondo le potenzialità tecniche degli avversari, arrivando alla conclusione che hanno una resistenza fisica e una capacità di reazione elevatissima.
Da quì l’ammonimento ai suoi giocatori di scendere in campo con la stessa tenacia, pronti ad uno scontro che sarà più difficile del previsto.

I rigori? Meglio farli tirare ai gregari

Una volta c’era la monetina o, nel migliore dei casi, la ripetizione della partita. E una volta c’era l’Italia fortunata. Poi arrivarono i calci di rigore ed il termine fortuna sparì dal dizionario della lingua italiana.

Solo questione di buona o cattiva sorte? No, secondo la Open University, che ha studiato le gare più importanti finite ai rigori, elaborando una particolare teoria sui motivi che determinano la sconfitta di una squadra.

A sentire il professor John Billsberry, autore della ricerca e fondatore di un sito internet dedicato proprio al tiro dal dischetto, la vittoria o la sconfitta di una squadra dipendono dai giocatori che si assumono la responsabilità di calciare il penalty. Bella scoperta! Tutto qui? Ci aspettavamo qualcosa di più da un docente universitario! Ovviamente non è come sembra. Secondo la teoria di Billsberry i giocatori più famosi (e anche più pagati, perché no?) non dovrebbero mai presentarsi all’appuntameno con la lotteria dei rigori, perché è scontato che siano chiamati a sopportare pressioni maggiori rispetto a quelli meno quotati. Facile no?

Germania in finale, ma la Turchia forse la meritava di più

In un’altra serata incredibile, e non solo per quello che si è visto in campo (tra satelliti che saltano e invasioni di campo), la Germania guadagna una finale che sembrava più che scontata alla vigilia, ma che è risultata anche un premio troppo immeritato sul campo. I tedeschi non danno mai l’impressione di essere in partita, se non con folate dei loro campioni, mentre la Turchia risponde alla grande alle difficoltà, e va vicinissima al colpaccio.

La Germania propone a sorpresa Rolfes a centrocampo, viste le non buone condizioni fisiche di Frings, tenuto a riposo per la probabile finale. I turchi invece in piena emergenza (9 assenti tra infortunati e squalificati) non fanno esordire il portiere in attacco, ma arrangiano Boral ad ala sinistra, e Sabri in difesa, alle costole di Podolski.

Arriva la “Lega Pro”, che sostituirà la Serie C

Dite addio alla Serie C. No, i calciatori delle serie minori non si trasferiranno tutti nella B, ma semplicemente cambierà nome. Sulla scia di nomi fantasioni come Premier League e First Division in Inghilterra, la serie C1 perderà il suo nome, considerato vecchio e sorpassato, per chiamarsi Lega Pro.

Lo ha deciso il presidente della lega di serie C, Mario Macalli, e annunciato all’Ac Hotel di Firenze. Secondo Macalli infatti la denominazione “Serie C” era troppo declassificante e suonava quasi come un insulto ai tesserati che ne facevano parte. Allora meglio cambiargli il nome, che così si risolvono tutti i problemi.

Aspettando Germania-Turchia

Dopo due lunghi giorni di digiuno ricomincia l’avventura delle quattro regine d’Europa, a caccia del titolo continentale.

Questa sera si alzerà il sipario sulla prima semifinale che vedrà confrontarsi la solita Germania (solita perché abituata a grandi palcoscenici) e la sorprendente Turchia, arrivata fin qui con molta determinazione ed un pizzico di fortuna.

L’opinione comune vuole che la squadra di Fatih Terim abbia ben poche speranze di passare il turno. La fortuna aiuta gli audaci, ma non può durare in eterno, specie se ci troviamo di fronte ad una squadra che fa fatica a mettere insieme 11 giocatori, tra infortuni e squalifiche.

Lippi-Donadoni, chi la spunterà?

Più passano le ore, più il nome del futuro allenatore della Nazionale sembra incerto. Ieri vi avevamo dato quasi per scontato che da luglio in poi sarà Lippi a sedere sulla panchina dei campioni del mondo. Pareva fatta anche per la Gazzetta dello Sport, che anzi, andava ancora più sul sicuro, dando per certo il cambio di allenatore.
A rovinare la festa a tutti è stato Petrucci, presidente del Coni, che non vuol sentir parlare di esoneri, ma lascerebbe Donadoni in panchina fino ai prossimi mondiali. Insomma, in questo clima si rischia di non capirci più niente.