Squadre storiche: l’Ungheria ed i tre ori olimpici

In questa lunga estate di calciomercato bollente, l’attualità spesso ruba spazio alle rubriche dedicate al calcio che fu. Chiediamo scusa per questo ai nostri affezionati lettori e promettiamo sin da adesso di tornare ad occuparcene con una certa regolarità.

Prima che l’Europeo ed il mercato estivo calamitassero completamente la nostra attenzione, il mercoledì eravamo soliti raccontarvi le partite storiche, quelle cioè che per un motivo o per l’altro si guadagnano un posto speciale negli annali del calcio.

Quest’oggi, più che di una partita, vogliamo farvi rivivere le gesta di una nazionale che, seppur in epoche diverse, è riuscita a conquistare ben tre ori olimpici. Stiamo parlando della grande Ungheria degli anni ’50-’60 e di un calcio dimenticato che al giorno d’oggi sarebbe improponibile.

Prandelli “Adesso potete fare anche senza di me”

Martedì mattina, l’autobus è già pronto, Frey c’è, Vargas c’è, Comotto c’è, Pazzini c’è, ma manca qualcuno. Prandelli non vuol partire senza Mutu, ma dopo una breve attesa arriva Corvino che gli dice all’orecchio: “Adrian non viene, in questo momento è a Roma“. Il volto dell’allenatore cambia, dalla solita pacata serenità comincia a diventare sempre più scuro ed è meglio lasciarlo sbollire.

In ritiro il romeno non ci sarà, ma non ci vorrebbe essere nemmeno Prandelli, portato a forza a pranzo con la squadra dove nessuno osa rivolgergli la parola. Ci prova un intrepido giornalista dopo qualche ora che gli dice: “l’importante è che resti tu”, e la risposta seccata è stata: “si fa anche senza di me“.

L’Italia Olimpica pareggia, ma è ottimista

Ci si aspettava qualcosa di più dall’ultimo test della Nazionale Olimpica prima della partenza per Pechino, ma a conti fatti un pareggio contro la Romania ci può stare a questo punto della preparazione.

Ne è convinto il selezionatore azzurro, Pierluigi Casiraghi, che nella gara di ieri sera a Pistoia ha dovuto rinunciare al febbricitante Montolivo, mettendo in campo 10/11 della formazione che affronterà l’Honduras nel debutto olimpico:

Tutto sommato abbiamo disputato una buona gara, con tante occasioni da gol. Si può migliorare tanto, soprattutto la condizione fisica. Siamo in fase di precampionato, non si può pensare che i ragazzi siano al massimo. C’è tempo per migliorare fino al 7 agosto. Avevamo lavorato tanto e sapevo che avremmo fatto fatica.

A.A.A. cercasi squadra disperatamente

Parte domani l’avventura per una strana nazionale italiana di calcio: quella dei disoccupati. 63 calciatori tra Serie A e C2, che sono rimasti senza squadra, anzichè cercare un preparatore personale che non gli facesse perdere il ritmo, oppure doversi ritirare dal calcio giocato, si riuniranno a Coverciano, per formare una sorta di squadra di calciatori in cerca di riscatto, ma soprattutto per mettersi in vetrina.

Molti nomi sono sconosciuti, ma tra questi spuntano anche volti noti, come quello di Luigi Sala e di Daniele Adani, che a causa di qualche guaio fisico o per l’età non sono riusciti nè ad ottenere un rinnovo contrattuale con la propria squadra, nè a trovare un nuovo contratto.

Mutu-Fiorentina: è rottura totale

Nel ritiro di San Piero a Sieve, a turbare la tranquilla atmosfera di casa viola, è il caso Mutu. Indiscrezioni raccolte da CalcioPro, danno il fantasista romeno vicinissimo alla Roma.

Olimpiadi vietate: Robinho e gli altri

In principio era Galliani. Poi si sono uniti al coro dei no i dirigenti di altre illustri società sportive, in un estate destinata ad essere ricordata come quella dei “gran rifiuti”.

Non stiamo parlando di calciomercato e giocatori che non ne vogliono sapere di cambiar maglia, ma dell’antipatica situazione che si è venuta a creare nei club mezza Europa, dove molte stelle hanno dovuto rinunciare alla chiamata in nazionale per le prossime Olimpiadi.

L’ultimo in ordine di tempo è l’attaccante brasiliano Robinho, in forza al Real Madrid, che proprio ieri si è visto negare il permesso di partecipare ai giochi di Pechino, a causa di un’infiammazione al pube. Almeno ufficialmente.

C.Ronaldo molla Nereida per una italiana

Bella, alta, mora, procace. E’ la fidanzata di Cristiano Ronaldo. No, non siamo arrivati con tre mesi di ritardo sulla storia tra il fenomeno del Manchester e Nereida Gallardo. Stiamo parlando della nuova fiamma del giocatore, per la quale lui ha lasciato la spagnola. Pare infatti la fotocopia, con l’unica differenza che questa nuova musa è italiana, e un bel pò più matura.

Si chiama Letizia Filippi, è umbra (di Foligno precisamente) ed ha 30 anni, un passato in Miss Italia (arrivò terza nel ’94) e tante apparizioni televisive (Buona Domenica, Passaparola) fino ad approdare a Veline durante quest’estate. Nel suo burrascoso passato può già vantare fidanzamenti, più o meno ufficiali, con Capirossi, Crippa e Alberto Tomba.

Shevchenko: il più grande flop della Premier!

In Italia c’è il Bidone d’Oro, premio assegnato ogni anno al giocatore che si è particolarmente distinto per la sua incapacità tecnica, facendo rimpiangere al presidente di turno i soldi spesi per il suo acquisto. L’ultima edizione ha visto prevalere un tris di brasiliani, Adriano (vincitore per il secondo anno consecutivo), Dida e Ronaldo, particolarmente abili ad attirare su di sé cori del tipo “andate a lavorare!”.

Non sappiamo come negli stadi inglesi venga tradotto questo messaggio, ma tutto il mondo è paese, ed anche nella terra della Regina Elisabetta ne sanno qualcosa di bidoni pagati a peso d’oro. Perché quindi non stilare una classifica dei più grandi flop negli ultimi 10 anni di Premier?

Ci ha pensato il Sun che ha messo sui due piatti della bilancia i soldi spesi ed il rendimento dei vari campioni rivelatisi poi dei totali fallimenti. La palma del “migliore” va ad Andriy Shevchenko, al Chelsea da un paio di stagioni, nelle quali è riuscito a collezionare 49 presenze e 9 gol.

La Polonia invade la Germania, calcisticamente parlando

Non c’è solo il Sudafrica ad avere problemi con l’organizzazione del Mondiale. Infatti, com’è noto, anche la scelta di far disputare l’Europeo 2012 a Ucraina e Polonia non è stata felicissima. Il paese di Shevchenko infatti ha molti problemi, soprattutto di natura politica, non organizzativa. Le infrastrutture ci (dovrebbero) essere, ma quello che manca è la sicurezza per le strade, perchè con il clima attuale c’è sempre il pericolo di qualche sommossa.

Come se già questo non bastasse, il presidente della federazione calcistica Grigory Surkis è stato accusato di corruzione, e nel 2004 gli è addirittura stato negato l’accesso agli Stati Uniti. Per questa instabilità l’Ucraina potrebbe a breve vedersi sfilare da sotto il naso l’organizzazzione dell’Europeo.