Le accuse sui “petroldollari” che avrebbero comprato la candidatura del Qatar si fanno sempre più insistenti, e nonostante le dure opposizioni dei vertici Fifa, dopo appena due settimane dell’assegnazione del Mondiale 2022 alla nazione araba, già molti dubbi e perplessità cominciano a sollevarsi.
Il primo, più ovvio, è il clima. I Mondiali da sempre si sono disputati tra giugno e luglio. Ma nel deserto arabo c’è il rischio di giocare partite a 45 gradi all’ombra, con un picco di spreco energetico immenso se si pensa all’aria condizionata che ci vorrà per sostenere le milioni di persone che si recheranno nella nazione. La proposta è stata avanzata inizialmente da Beckenbauer, poi è stata avvallata da Platini, ed ora pare che anche Blatter ci stia pensando: spostare il campionato del mondo a gennaio.