Mondiale 2022: gare a gennaio e strutture non adeguate, il caso Qatar manda in tilt la Fifa

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Le accuse sui “petroldollari” che avrebbero comprato la candidatura del Qatar si fanno sempre più insistenti, e nonostante le dure opposizioni dei vertici Fifa, dopo appena due settimane dell’assegnazione del Mondiale 2022 alla nazione araba, già molti dubbi e perplessità cominciano a sollevarsi.

Il primo, più ovvio, è il clima. I Mondiali da sempre si sono disputati tra giugno e luglio. Ma nel deserto arabo c’è il rischio di giocare partite a 45 gradi all’ombra, con un picco di spreco energetico immenso se si pensa all’aria condizionata che ci vorrà per sostenere le milioni di persone che si recheranno nella nazione. La proposta è stata avanzata inizialmente da Beckenbauer, poi è stata avvallata da Platini, ed ora pare che anche Blatter ci stia pensando: spostare il campionato del mondo a gennaio.

Assegnazione Mondiali, le reazioni politiche

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Russia e Qatar, due nazioni dove il Mondiale non era mai stato organizzato, ma soprattutto due Stati dalla storia piuttosto controversa, non potevano mancare di suscitare polemiche. La più feroce si è scagliata contro la Russia, accusata di aver corrotto tre delegati  per ottenere il torneo. A dir la verità lo scandalo scoperchiato dalla BBC aveva rivelato tentativi di corruzione in favore degli Stati Uniti, ma secondo gli 007 sembra che ci fossero stati casi pro-Russia non documentati.

Fatto sta che ieri Putin non ha voluto essere presente a Zurigo, dove si è tenuta la votazione, per evitare pressioni esterne, e questa mossa è stata piuttosto distensiva, anche se non sufficiente a rasserenare gli animi. Il giorno dopo però ha tuonato contro le accuse, affermando che persone innocenti erano state accusate ingiustamente di corruzione e che si è trattato solo di metodi per mettere pressione al momento della votazione.

Wall: in Qatar uno stadio sotto terra

Nel nostro tour alla scoperta degli stadi più belli del mondo, facciamo stavolta tappa in Qatar. E già vi vedo lì con l’aria scettica di chi non crede che da quella parte del mondo possano esserci degli impianti all’altezza della situazione (se non altro per una questione di tradizione).

Eppure troveremo il modo di farvi ricredere, dimostrandovi che nella terra degli sceicchi non c’è attenzione solo per il petrolio che sgorga persino dalle fontane, ma anche per il mondo del calcio e per tutto quello che gli ruota intorno. Una dimostrazione di questo nuovo interesse l’avevamo già avuta con l’acquisto da parte degli arabi del Manchester City, che ora grazie ai soldi dell’oro nero cerca di diventare una delle regine del calcio internazionale.

Ma il Qatar non mira solo ad investimenti in terra straniera, anzi, si sta dando da fare per attirare l’attenzione dell’intero mondo del pallone, candidandosi, ad esempio, all’organizzazione dei mondiali del 2018. E per raggiungere l’obiettivo, il paese asiatico si è cimentato in un’impresa storica, quella cioè di costruire uno stadio completamente interrato.

Romario va in pensione!

Stavolta sembra proprio che l’avventura agonistica di Romario de Souza Faria sia giunta al capolinea. Ha promesso più e più volte di appendere gli scarpini al chiodo, ma poi la voglia di giocare ed il desiderio di raggiungere i 1000 gol in carriera lo hanno convinto a restare ancora sul rettangolo di gioco.

Ora ha 42 anni e nulla più da dimostrare: forse è il momento più opportuno per dare l’addio ad una professione che gli ha regalato molto, sin dall’esordio tra i professionisti con il Vasco da Gama nel lontano ’85. Da lì una serie di squadre si sono assicurate le sue altissime prestazioni sia in sudamerica che in Europa: PSV Eindoven, Barcellona, Flamengo, Valencia e Fluminense. Tentò addirittura l’avventura in Qatar, che non gli valse successi e allori, ma fior di quattrini nelle tasche: tre partite, nessun gol e ben 1,7 milioni di dollari in più sul conto in banca!

Può vantare anche un’esperienza nel soccer americano, con il Miami FC, ed una con l’Adelaide United, squadra australiana, per la quale giocava la domenica, tornando poi di corsa in Brasile, dove lo attendeva una squadra di serie C, per l’incontro del giovedì: dodici ore di fuso orario e due incontri a settimana per raggiungere più facilmente quota 1000!

Mauro Matias Zarate: il giovane talento che sceglie il Qatar

Storia bizzarra quella di Mauro Matias Zarate, attaccante argentino poco più che ventenne, protagonista di una scelta di vita a dir poco inconsueta per il calcio moderno.

Ma andiamo per ordine, ripercorrendo le tappe della sua carriera sin dagli esordi nelle giovanili del Velez, quando muoveva i primi passi su un campo di calcio, seguendo l’esempio dei suoi tre fratelli. Non la solita storia dell’argentino che cresce nei sobborghi di Buenos Aires, cercando un riscatto nel calcio: Mauro proviene da una famiglia piuttosto agiata, in cui il pallone rappresenta una professione più che un divertimento.

Suo nonno era un nazionale cileno mentre suo padre giocava nell’Indipendiente dell’Avellaneda; dei suoi fratelli, solo Sergio Fabian ha appeso le scarpette al chiodo, dopo, tra l’altro, una breve permanenza in Italia nell’Ancona, gli altri due ancora calcano i campi di gioco con alterne fortune.

Zinedine Zidane e la voglia di tornare

L’ultima immagine che abbiamo di lui è quella che lo ritrae mentre passa vicino alla Coppa del Mondo, in quel di Berlino. Zidane china la testa e passa oltre, quasi a salutare un sogno cullato a lungo. Materazzi a terra dolorante, l’arbitro accerchiato dai giocatori, il pubblico che fischia e che non riesce a spiegarsi come mai quel campione possa essersi macchiato di una colpa così grande.

L’Italia alzerà la sua Coppa nella notte dell’Olympiastadion , mentre molti ancora oggi si chiedono che cosa sarebbe cambiato se Zizou non avesse lasciato anzitempo il terreno di gioco. Fantacalcio, discorsi privi di logica, perché la storia non si fa con i “ma” e con i “se”, ma certo lui avrebbe sperato di concludere in modo diverso la sua carriera di calciatore.

Una vita sui campi ad incantare il pubblico con mirabolanti giochi di prestigio, dagli esordi nel Bordeaux alle grandi vetrine internazionali che gli offrirono prima la Juventus e poi il Real. Palmares ricco per il trasalpino che può vantare la conquista di tre campionati (due in Italia ed uno in Spagna), due Supercoppe Spagnole ed una Supercppa Italiana, un Campionato del Mondo, un Campionato d’Europa e due Confederation Cup, oltre ai riconoscimenti a livello individuale (tre Fifa World Player ed un Pallone d’Oro).