Da Banega a Giovani: i talenti da tenere d’occhio

C’era un tempo in cui i ragazzini venivano lasciati crescere tranquillamente nei vivai, dove erano coccolati ed aiutati ad entrare gradualmente nel calcio che conta. Non ci sono più quei tempi e non c’è più quel calcio: ora contano i milioni investiti e l’abilità degli osservatori nell’individuare i baby-talenti.

Proviamo a fare delle previsioni sui nomi che esploderanno da qui a qualche tempo, tralasciando Pato, di cui si è abbondantemente parlato nell’ultima settimana, e gli ormai consacrati Messi e Benzema.
Partiamo da nomi già noti al grande pubblico perché già apparsi sui palcoscenici internazionali con le proprie squadre di club o con la maglia della Nazionale.

Non ci sono dubbi sul futuro stellare che attende gli eroi dell’Argentina Under 20, a partire da Ever Banega, passato di recente dal Boca Juniors al Valencia per 18 milioni di euro, lasciando a bocca asciutta diversi club europei che gli davano la caccia (Milan e Fiorentina compresi). A fargli compagnia in terra spagnola, Sergio Aguero, miglior giocatore dei Mondiali Under 20 dello scorso anno ed acquistato dall’Atletico Madrid per 23 milioni di euro. Venti anni non ancora compiuti e già 9 gol nella Liga quest’anno, per un calciatore di cui sentiremo molto parlare nel prossimo futuro. A completare a lista dei giovani talenti argentini, il centrocampista Angel Di Maria, che ha preferito il Portogallo, sponda Benfica.

Adriano c’è: l’Imperatore non abdica!

Continua inarrestabile la marcia trionfale dell’Inter in tutte le competizioni in cui è impegnata: prima in campionato con sette punti di distacco dalla Roma e ormai proiettata verso un tricolore che ha il sapore della rivincita, dopo le voci maligne che la volevano vincente solo in virtù delle altrui disgrazie; ai quarti di Coppa Italia, dopo aver battuto la Reggina nel ritorno di giovedì a San Siro; qualificata da tempo per i quarti di Champions League che la vedranno impegnata contro il Liverpool. Il tutto grazie alla ampia rosa di campioni che il patron Massimo Moratti ha messo nelle mani di Mancini, per tentare il Grande Slam.

Può permettersi tutto lo squadrone nerazzurro, persino di perdere un nome di prestigio come quello di Adriano, ceduto in prestito al San Paolo in un’operazione che sapeva molto di “purché si tolga dalle scatole!”. E lo sapeva bene l’ex Imperatore quando è salito sull’aereo per Rio De Janeiro, in un viaggio che poteva significare l’addio al calcio europeo ed alle vetrine che contano veramente.

I primi tempi in Brasile non sono stati del tutto positivi: dopo le dichiarazioni di voglia di riscatto, aveva occupato le pagine dei giornali più per le sue vicende fuori dal campo che per le dimostrazioni di impegno a ritrovare la forma. I dirigenti del San Paolo continuavano a difenderlo, dichiarando che il giocatore era in vacanza e che avrebbe dovuto dimostrare il suo valore nel momento in cui sarebbe sceso in campo.

Havant&Waterloville: dalla sesta serie alla gara con il Liverpool

Non c’è spazio per le favole in un mondo in cui non basta la buona volontà e il tifo del pubblico per andare avanti. Nel calcio vince chi spende. E’ una regola che vale da anni e le squadre che non possono permettersi l’acquisto di grandi campioni restano sempre a guardare.

Sempre? Quasi sempre. Ogni tanto spunta l’isola felice, l’outsider che fa simpatia e per cui viene quasi naturale tifare, sperando che continui nella marcia trionfale verso un insperato successo.

L’ultima favola in ordine di tempo si chiama Havant&Waterlooville, nome improponibile e impronunciabile di un club nato nel 1998 dalla fusione dell’Havant Town FC e del Waterloville FC e soprannominato per comodità e buona pace di tutti Hawks. Gioca nella South Conference inglese, nella sesta serie (più o meno la nostra Eccellenza) in uno stadio che può contenere non più di 5000 tifosi e che non ha mai registrato il tutto esaurito (il record di spettatori al West Leigh Park la scorsa estate per l’amichevole contro il Porthsmouts con 3573 paganti).

Michel Platini ce l’ha fatta: addio al G14

Forti interessi economici comuni avevano portato nel 2000 i più grandi club europei ad unirsi per fronteggiare lo strapotere dell’Uefa alle cui decisioni tutti dovevano sottostare.

L’idea era quella di una Superlega che avrebbe dovuto riunire tutti quei club che avevano abbastanza soldi da mettere a disposizione del progetto, a prescindere dalle coppe vinte e dall’importanza a livello internazionale. Ma nel calcio il più delle volte vittoria equivale a soldi e fini che le iscrizioni furono limitate solo ai club di maggior blasone.

Quattordici i club coinvolti nell’iniziativa: Manchester, Liverpool, Juventus, Milan, Inter, Marsiglia, Paris Saint Germain, Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Ajax, Psv Eindhoven, Porto, Barcellona e Real Madrid. Il primo obiettivo dell’associazione fu quello di chiedere un indennizzo per i giocatori convocati in Nazionale che, in caso di infortunio avrebbe fatto perdere fior di milioni ai presidenti dei club.

Rafael Benitez rischia l’esonero

Quello dell’allenatore non deve essere il mestiere più semplice del mondo. Certo, a giudicare dai conti in banca dei vari ct più o meno quotati, si potrebbe pensare che, in fondo, il gioco vale la candela, ma quanto è dura la vita su quella panchina!

Lo sa bene Rafael Benitez allenatore del Liverpool che potrebbe essere esonerato a causa delle magre figure rimediate in Premier League in questo inizio di stagione. Attualmente la squadra è quinta in campionato con 38 punti, a dodici lunghezze dalla capolista Arsenal e con poche speranze di recuperare il terreno perduto.

Per il futuro del tecnico sulla panchina dei Reds saranno decisive le prossime partite in Premier, a cominciare da sabato prossimo quando il Liverpool sarà ospite del Boro. A seguire due impegni in casa e poi la gara con l’Aston Villa, preceduta dal match di ritorno in FA Cup con il Luton.

Capello comincia a scegliere

Se c’è chi come David Beckham si candida per una maglia della nazionale, facendo gli straordinari sul campo di allenamento, c’è anche chi approfitta della Coppa d’Inghilterra per mettersi in mostra davanti al nuovo ct.

Sabato scorso, prima uscita ufficiale per Fabio Capello nei panni di selezionatore al Villa Park, dove andava in scena la gara tra l’Aston Villa ed il Manchester United. Molti i giocatori che potrebbero entrare nella lista dei convocati per l’amichevole del 6 febbraio contro la Svizzera, soprattutto nelle file dello United, stracolmo di campioni.

A dire il vero, il taccuino di don Fabio potrebbe essere rimasto quasi vuoto, al termine di una partita che per 70 minuti abbondanti non ha offerto spunti di rilievo.

Venti portieri per il Barcellona!

Se il Milan guarda verso la propria porta e piange (vedi recenti e ripetute papere di Dida), il Barcellona non ride, pensando alla situazione-portieri che si è venuta a creare dopo l’infortunio di Albert Jorquera, secondo di Victor Valdes, che ha riportato la rottura del legamento crociato e dovrà star lontano dai campi per i prossimi sei mesi.

Secondo il quotidiano “Marca”, i catalani sarebbero alla ricerca di una valida altenativa al giovane Oier, troppo acerbo per ricoprire un ruolo così importante.

La voce è girata in fretta per l’Europa, tanto che i procuratori dei portieri stanno facendo la corte al Barca per proporre i loro assistiti.
Niente di strano direi. Quello che è meno “normale” è il numero dei nomi proposti, almeno venti, a detta del giornale, per un ruolo in cui solitamente è difficile trovare candidati (chiedere informazioni al Milan).
I blaugrana stanno comunque valutando le offerte giunte da mezza Europa: da Ustari (secondo di Abbondanzieri al Getafe) a Weesterveld (ex Liverpool e Real Sociedad), da Pinto del Celta Vigo all’emergente Asenjo del Valladolid.

The last man standing

La girandola di nomi dei tecnici candidati a sedere sulla panchina dell’Inghilterra sembra ormai convergere. Dopo la disfatta di Wembley, che ha visto la squadra d’oltremanica cedere ad una già

Il beneficio del dubbio

Oggi apprendiamo due notizie legate alle scommesse, che ogni tanto si riaffacciano imperterrite sul mondo dello sport quasi a voler disturbare il fascino della competizione che ogni appassionato vive. Il