Arsenal moralista come la Juve

di Redazione Commenta

Mathieu Flamini è ormai un giocatore del Milan. L’accordo è stato trovato poche ore fa tra Adriano Galliani e l’agente del centrocampista. Ovviamente i tifosi dei Gunners non l’hanno presa bene, e hanno subito puntato il dito contro Arsene Wenger, allenatore-manager della squadra londinese.
Eppure l’Arsenal l’offerta al calciatore l’aveva fatta, ma sembra che fosse circa la metà di quello che gli offrivano i rossoneri. Ovvio quindi che il francese abbia deciso di cambiar maglia.

E così, come Blanc qualche settimana fa se l’era presa con lo scialaquìo di denaro da parte delle milanesi, anche Wenger non le manda a dire ai suoi colleghi di Chelsea e Manchester. La definizione esatta del tecnico è stata “immorale“, per descrivere il comportamento dei Blues, che comprano a tanto e vendono al primo offerente calciatori che un anno prima avevano acquistato al doppio del prezzo. Tanto, come dice Wenger, loro i miliardi ce li hanno, “noi non possiamo rischiare di fare bancarotta per stargli dietro”. La dichiarazione “noi non siamo il Chelsea e non abbiamo Abramovich” suona come un tuono nei confronti di quei tifosi che protestavano perchè non riuscivano ad avere una squadra vincente.

“Noi lavoriamo con le risorse che abbiamo” ha dichiarato, non vi sembra di averla già sentita questa frase? Il calciatore più pagato dei Gunners, Cesc Fabregas, prende circa la metà di quello che prendono la maggior parte delle stelle del Chelsea (minimo 6 milioni di sterline), compreso quelli che non scendono mai in campo come Shevchenko e Malouda. Insomma, forse è un modo per mettere le mani avanti, per giustificare i mancati successi, o forse è vero che certe squadre devono fare di necessità virtù, e non disponendo di ingenti capitali devono darsi da fare in questo modo. Ma su una cosa Wenger ha ragione, ci vorrebbe più moralità nel calcio, vedere presidenti che sparano offerte tipo 50 milioni per un calciatore (per Ronaldinho la scorsa estate si era arrivati a parlare di 120 milioni) o pagare 12 milioni all’anno uno stipendio, di questi tempi è proprio di cattivo gusto.

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