Anche Mikel finisce in cella

Ormai è diventata una moda per i calciatori inglesi passare qualche ora nelle patrie galere. Stavolta è toccata ad Obi Mikel, centrocampista del Chelsea, sabato mattina. Nel pomeriggio la sua

Inter in testa tra mille polemiche

Gli anni passano, ma le polemiche restano. E se poi a lamentarsi è proprio la squadra che ha maggiormente beneficiato dei favori arbitrali in questi ultimi anni, allora la vicenda assume un aspetto quasi comico. Ma ognuno tira l’acqua al suo mulino e può capitare di vedere un Mourinho infuriato (forse non solo per la partita in sé) che si alza dalla panchina e si rivolge all’arbitro con termini non proprio da lord inglese.

Non che il portighese si sia esibito in chissà quale dissertazione scurrile, ma accusare un arbitro di aver paura è forse più grave che mandarlo a quel paese. E poi cosa doveva temere l’arbitro?

Secondo me ha sofferto di troppa pressione. Ci vogliono arbitri più esperti, soprattutto quando ci sono tutte queste polemiche. La Roma ha perso in Coppa Italia per un fuorigioco di dieci centimetri di Samuel che è stato vissuto come un dramma nazionale. Il gol di Mexes a Napoli era di venti centimetri irregolare.

Fantacalcio: è la difesa a regalare i punteggi più alti

Giornata contrastante la prima del girone di ritorno per i Fantacalcisti. Di fronte ad una delle giornate più prolifiche della serie A (30 gol sono stati messi a segno), molti attaccanti faranno perdere alcune sfide a causa dei rigori sbagliati, ben tre, un record almeno per questa stagione.

Saranno comunque contentissimi quei Fantallenatori che hanno Kakà nella propria rosa, dato che, con la gioia nel cuore di essere rimasto in rossonero, l’ex Pallone d’Oro ha segnato una doppietta ed è risultato senza dubbio il miglior calciatore della giornata. Prima rete, come già previsto nell’articolo di due giorni fa, per David Beckham, ma anche per molti gregari della serie A.

Panucci il recidivo ora chiede di andar via

C’eravamo tanto amati… Si può riassumere con queste parole il rapporto tra Christian Panucci e la Roma, durato otto anni e giunto, pare, alla conclusione. Nel pomeriggio vi avevamo anticipato le dichiarazioni di Daniele Pradè, ds giallorosso, che subito dopo la gara contro il Napoli aveva parlato di “rifiuto della panchina” da parte del giocatore, preannunciando anche l’intenzione di comminare una multa al ribelle difensore.

Ma in serata è arrivata la versione del diretto interessato, insieme ad una richiesta che mette la parola fine alla sua carriera sotto l’ombra del Cupolone:

Non è vero che ho rifiutato la panchina, la società vuole mettermi in cattiva luce. Con altri compagni si è comportata diversamente. Spalletti soffre la mia personalità e questa storia va avanti da un po’ di tempo. Basta, voglio andarmene senza polemiche dopo aver passato 8 anni bellissimi.

Che fine ha fatto Fabrizio Ravanelli?

Per tutti era Penna Bianca. Inconfondibile grazie al colore dei suoi capelli, Fabrizio Ravanelli era una delle prime punte più apprezzate del calcio italiano degli anni ’90. Riuscì anche a conquistare una Champions League nel ’96 con la maglia della Juventus segnando anche in finale contro l’Ajax. Ma quello fu l’apice della sua carriera, dato che da quel momento in poi fu un continuo crollo verso il baratro e l’oblìo.

Fece molto scalpore quando si trasferì, l’anno successivo, in Inghilterra, al Middlesbrough, dato che in quel periodo la Premier League era quasi preclusa agli italiani. Poi si trasformò in un autentico giramondo. Olympique Marsiglia, Lazio, e poi ancora Premier League nel Coventry e nel Derby County, dove fu completamente dimenticato dagli italiani. Dopo la deludente annata scozzese con la maglia del Dundee, ritornò in Italia, dove decise di concludere la carriera con la maglia della squadra che lo ha lanciato nel grande calcio, il Perugia. Ma poi?

Juve – Fiorentina, tra favole e polemiche

4 dicembre 1994: una data impressa a fuoco nella memoria dei tifosi bianconeri, che in quel pomeriggio vissero una delle pagine più belle della storia del club. La Juve era sotto di due reti contro la Fiorentina di mister Ranieri, ma alla fine della fiera il tabellino reciterà 3-2, grazie ad una rimonta straordinaria, culminata con un gol da antologia dell’allora ventenne Alessandro Del Piero.

Sugli spalti a godersi lo spettacolo c’era anche un ragazzino che sognava di poter indossare un giorno la casacca della Vecchia Signora. Sono trascorsi più di quattordici anni da quel giorno e molta acqua è passata sotto i ponti. Ora Ranieri siede sulla panchina della Juventus, Del Piero non è più lo sbarbatello che doveva guadagnarsi una maglia da titolare e quel ragazzino della curva ha coronato il suo sogno, conquistando la fiducia del mister a suon di ottime prestazioni.

Fino a ieri, però, mancava la ciliegina sulla torta, il lieto fine della straordinaria favola di Claudio Marchisio. E’ ancora Juve-Fiorentina, ma stavolta Marchisio è in campo accanto al suo idolo di sempre. Il cronometro segna il minuto numero 21, quando il giovanotto decide di buttarsi in area, in attesa di un passaggio che lo proietti a tu per tu con Frey. La palla passa ed è apoteosi. Primo gol in serie A, nella serata in cui contava maggiormente sbloccare il risultato contro una Fiorentina arcigna e pericolosa. L’assist? Di Alex Del Piero, manco a dirlo (altrimenti che favola sarebbe?). Ma la gara non è tutta qui.

Times: è Ferguson lo sportivo più influente del Regno Unito

Il Times è famoso, oltre che per essere uno dei giornali più autorevoli al mondo, anche per le sue strampalate classifiche, dagli uomini più ricchi del mondo, alle donne più influenti, e tante altre ancora. In tutto questo non può essere esente il mondo dello sport, e tra i 100 nomi degli sportivi più influenti al momento attuale in Gran Bretagna, al primo posto compare il nome di Alex Ferguson, allenatore-manager del Manchester United. Anche più del suo presidente.

Infatti in Inghilterra il baronetto non è soltanto considerato il più bravo allenatore della Premier League, ma molto di più. Lui è colui che sta dietro alla maggior parte delle scelte di marketing dello United, una delle squadre che smuove più capitali in tutto il mondo; ma tira le fila anche sulle scelte politiche della federazione inglese, e delle volte può decidere di intere carriere dei calciatori. La sua leadership è indiscussa, dato che compare nell’organigramma dei Red Devils ormai da decenni.