Milan: addio Beckham, ma i problemi nella lista Uefa non finiscono qui

Tra 2 settimane ricominceranno la Champions e la coppa Uefa, e di conseguenza i club di tutta Europa devono presentare la lista dei calciatori che parteciperanno alle competizioni. Un dato subito salta all’occhio: nella lista del Milan manca David Beckham. Non dovrebbero esserci segnali più evidenti di questo: lo Spice Boy a marzo andrà via.

La conferma arriva dopo che Philip Anschutz, presidente della squadra detentrice del cartellino del calciatore, ha sbottato furiosamente in conferenza stampa dicendo che il calciatore deve necessariamente rispettare il contratto. 24 ore dopo anche l’allenatore Bruce Arena ha dichiarato di rivolere indietro Beck, ed infine anche Galliani ha ammesso che, siccome i dirigenti americani si sono comportati bene con il Milan, non ha alcuna intenzione di pestargli i piedi. Chiusa qui la questione? Forse no…

Stankovic: le chiacchiere? Me ne frego

La scorsa estate è stato sul punto di lasciare Milano per trasferirsi alla corte di Ranieri, che in quel periodo era alla disperata ricerca di un centrocampista dai piedi buoni. Poi un po’ per volontà dei tifosi bianconeri un po’ per la rinnovata fiducia dimostrata dalla società, ha deciso di restare in nerazzurro, per nulla sicuro di trovare posto in una rosa ampia e ben fornita.

Ma Dejan Stancovic è riuscito a ritagliarsi i suoi spazi, fino a diventare una pedina indispensabile nel centrocampo dell’Inter. Ed ora si gode il suo momento di gloria, felice di essere rimasto nella squadra che, pur in mezzo a mille polemiche, è sempre prima in classifica. Già, le polemiche, gli errori a favore, le talpe nello spogliatoio ed ora anche l’accusa di aver voluto favorire il sistema delle scommesse durante lo scorso campionato. Non deve essere un buon momento per i colori nerazzurri…

Le pressioni stanno sempre fuori, non entrano mai dentro il nostro spogliatoio. In Italia siete abituati a fare casini su tutto, noi giocatori invece ce ne freghiamo. Prendete la sconfitta di Bergamo: mentre tutti ci davano per finiti, noi cercavamo di capire i nostri errori per alzare subito la testa. Il risultato della nostra autocritica l’avete visto prima contro la Roma in Coppa Italia e poi a Catania. La sensazione è che vedere l’Inter prima in classifica dia molto fastidio.

Fantacalcio: Atalanta in difficoltà senza Doni, opportunità goleada per l’Inter

Il tour de force del campionato italiano sta per concludersi con le prossime partite e le fatiche dei giorni scorsi rischiano di pagarsi proprio in questa giornata. Sarà molta dura la prova dell’Atalanta, che si ritroverà contro un Catania in cerca di punti, da affrontare senza il suo uomo simbolo, Doni, squalificato.

Molto probante anche la giornata per il Milan, senza Beckham e Flamini, e con Paolo Maldini, che aveva ridato solidità al reparto difensivo, fermo ai box per la squalifica. A rischio anche l’Inter, senza Muntari, e il Cagliari che probabilmente dovrà fare a meno del suo attaccante migliore, Acquafresca, infortunato.

Le lacrime amare di Balotelli

Il calcio è un gioco per uomini duri: questo si legge nelle regole non scritte di qualunque manuale. Guai a frignare come una donnicciola, guai a manifestare la propria insoddisfazione attraverso una lacrima… Eppure può capitare di vedere anche un professionista versare lacrime amare su un campo di calcio, specie se l’interessato ha solo 18 anni ed è stato messo forse troppo presto sull’altare dei fenomeni.

Parliamo di Mario Balotelli finito spesso sulle pagine dei giornali per i suoi capricci di ragazzino e per la sua voglia di crescere troppo in fretta. Oggi al termine dell’allenamento quei capricci si sono trasformati in pianto dirotto, al termine di una settimana non certo facile per il ragazzo.

Qualche tempo fa mister Mourinho ne aveva lodato la rinnovata volontà di mettersi al servizio della squadra e sembrava che tra i due fosse tornato il sereno, dopo settimane di tira e molla. Poi era arrivata l’esclusione dalla gara contro la Sampdoria e l’ennesima richiesta di chiarimenti da parte del talento nerazzurro. Chiarimenti che non devono aver soddisfatto Supermario, visto che solo qualche giorno dopo si è rifiutato di partire con la squadra per la trasferta di Catania.

La verità di Paparesta: mai chiuso negli spogliatoi da Moggi!

6 novembre 2004: una data che resterà a lungo nella memoria dei tifosi Juventini, non solo per il risultato della serata, ma anche per tutte le conseguenze che quella serata si portò dietro. Si era appena conclusa la gara Reggina-Juventus con esito decisamente sfavorevole ai colori bianconeri, che si erano visti negare un rigore ed annullare la rete che avrebbe consentito loro di pareggiare.

Il 2-1 rimediato al Granillo fece infuriare i dirigenti della Vecchia Signora che non trovarono nulla di meglio da fare che precipitarsi nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta per esternare il proprio disappunto. In che modo? Chiudendo a chiave nello spogliatoio il povero arbitro e impedendogli di uscire. I dirigenti in questione erano Moggi e Giraudo e la vicenda venne alla luce da alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali Big Luciano si vantava del suo gesto. Questo almeno è quello che ci hanno fatto credere finora. Ora però, a più di quattro anni dal fattaccio, abbiamo l’opportunità di ascoltare la versione del diretto interessato:

Moggi e Giraudo entrarono nel mio spogliatoio, agitati, lamentandosi del mio operato. Ce l’avevano con me da tempo… con la mia direzione avevano perso anche la finale di Coppa Italia con la Lazio. Non mi hanno chiuso negli spogliatoi e questa non è la mia verità. E’ la verità. C’erano due assistenti, il quarto uomo e un osservatore. C’erano gli ispettori della Lega Calcio. Qualcuno se ne sarebbe accorto e sarebbe intervenuto.

La polizia mette sotto accusa la trasparenza dello scudetto 2007/2008 dell’Inter

La squadra più moralista, più onesta e più trasparente d’Italia evidentemente non è poi così virtuosa. L’indagine partita qualche mese fa con l’arresto del pregiudicato Domenico Brescia, molto vicino all’ambiente nerazzurro, sta prendendo una brutta piega per il club campione d’Italia.

La polizia contesta un “aiutino” dell’Inter nello scorso anno al mondo delle scommesse in quanto, a poche giornate dalla fine e con 10 punti di vantaggio sulla seconda, sembrava avesse già vinto lo scudetto e le scommesse calavano. Così, sospettano gli inquirenti, Roberto Mancini prese delle decisioni alquanto “strane”, come il tenere fuori Ibrahimovic per troppo tempo, le quali fecero rallentare la corsa verso lo scudetto, tanto da poter guadagnare la vittoria del campionato soltanto all’ultima giornata, con immensa gioia delle agenzie di scommesse.

Fantacalcio: nella top 11 Totti brucia Ibra, esordio per Vives e Vitale

Nessuna novità rispetto alle aspettative ci viene regalata dalla nuova top 11 del Fantacalcio. Ci sono due new entries e molti ritorni di calciatori che si erano un pò persi. Fa piacere infatti ritornare a vedere Di Natale guadagnarsi il punteggio più alto proprio ora che si ritorna a parlare di nazionale, ma anche qualche gradito ritorno come quello di Lupatelli e Totti, immediatamente nella top 11 dopo l’infortunio.

Sta recuperando il gioco la Sampdoria, e di conseguenza anche i suoi calciatori risultano nuovamente tra i migliori. Per la prima volta non è bastato parare un rigore per diventare il miglior portiere della giornata. Muslera ha sì respinto il rigore di Bellucci, ma ha subito tre gol, e per mezzo punto si ritrova sotto il portiere cagliaritano.

Squalifica Mannini-Possanzini: serie A e B pronte allo stop

Un altro punto a favore di quanti sostengono che la giustizia italiana (anche quella sportiva) fa acqua da tutte le parti. Della vicenda abbiamo già trattato qualche ora fa, ma alla luce delle dichiarazioni di Corioni, vale la pena tornare sull’argomento. Parliamo naturalmente del fatto del giorno, ovvero della squalifica di un anno comminata a Daniele Mannini e Davide Possanzini per doping, che doping non è, visto che i due erano completamente “puliti” al momento delle analisi.

L’unica loro colpa è stata quella di presentarsi con una ventina di minuti di ritardo al cospetto dei medici incaricati delle analisi, dopo una gara di 13 mesi fa. Non abbiamo sottomano la legislazione sportiva e non possiamo quindi esprimerci in proposito, ma appare alquanto bizzarra la decisione del Tas nei confronti di due calciatori che non si sono sottratti al proprio dovere, seppure con qualche minuto di ritardo. Naturalmente la vicenda ha scatenato aspre polemiche da nord a sud, tanto che il Presidente del Brescia, Gino Corioni, sta tentando di trovare alleati per protestare contro la sentenza:

L’Aic vuole fermare i campionati di A e B. La proposta ha già trovato il consenso del presidente della Lega, Antonio Matarrese. Adesso, però, bisognerà sentire tutte le società e quindi non so se la cosa andrà effettivamente a buon fine.

Fiducia a Robinho, in campo contro l’Italia

La vicenda ha fatto tremare il calcio inglese, finito ancora una volta in prima pagina per uno scandalo a sfondo sessuale. Bisognerà attendere la conclusione delle indagini per sapere se Robinho è implicato o meno nello stupro ad una diciottenne in una discoteca di Leeds, ma per ora il giocatore è tornato alla vita di tutti i giorni, contribuendo alla vittoria del City nella gara contro il Newcastle (assist a Shaun Wright-Phillips per il provvisorio 1-0).

Per ora dunque il brasiliano sembra godere della fiducia della società, che gli ha perdonato la fuga dal ritiro di Tenerife (dopo avergli comminato una multa salatissima) e che non crede che il ragazzo possa essersi macchiato di un reato tanto grave.

Si pone sulla stessa lunghezza d’onda anche Carlos Dunga, allenatore del Brasile, che lo ha convocato per la gara del prossimo 10 febbraio contro l’Italia, difendendolo a spada tratta da qualunque accusa.

Top 50: i mali del calcio moderno

C’era una volta il calcio: così comincia l’articolo pubblicato ieri dalla Gazzetta dello Sport, che a sua volta riporta una classifica stilata dal Times Online sulle 50 cose che hanno contribuito a peggiorare il gioco più bello del mondo negli ultimi anni.

Già, c’era una volta il calcio e più volte su queste pagine ne abbiamo celebrato il funerale, ricordando le emozioni che ci regalava tempo addietro, quando si conoscevano a memoria le formazioni (rigorosamente dall’1 all’11) ed il business era considerato futurismo.

Di quel calcio rimane il ricordo di chi lo ha vissuto, la nostalgia di quanti credevano nelle bandiere e nell’illusione che dietro quel pallone che rotola c’erano solo 22 uomini pronti a tutto pur di raggiungere la vittoria. Ora, ahinoi, c’è molto di più. Il calcio ci viene portato direttamente in casa a qualunque ora del giorno e della notte, le bandiere sono scolorite ed il businnes ha preso il sopravvento sull’intero pianeta pallonaro. A chi dare la colpa?

Premier League: United prova la volata, Bellamy condanna la sua ex squadra

Tutto facile per il Manchester United. Con una partita da recuperare la squadra di Alex Ferguson si ritrova a +2 sulle inseguitrici, una squadra in cui tutti i pezzi stanno tornando al loro posto, e sembra sempre più imbattibile. Dopo il recupero fisico di Cristiano Ronaldo anche la difesa titolare è tornata, e adesso chi li ferma più? Sarà una bella gatta da pelare per Mourinho in Champions.

Tornando alla Premier League, nel turno infrasettimanale tocca al fanalino di coda del WBA affrontare i Red Devils, e forse i suoi calciatori avrebbero fatto bene a prendersi una giornata di vacanza. Nonostante si giocasse in casa del West Bromwich, la gara dura soltanto 22 minuti, il tempo che ci vuole a Berbatov per sbloccare il risultato. Si divertono anche Tevez, il solito difensore-goleador Vidic (quarto gol per lui), ed anche Cristiano Ronaldo, autore di una doppietta. Al novantesimo si va tutti negli spogliatoi sullo 0-5, ma quello che più conta è che il Liverpool non tiene il passo.