Stankovic: le chiacchiere? Me ne frego

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La scorsa estate è stato sul punto di lasciare Milano per trasferirsi alla corte di Ranieri, che in quel periodo era alla disperata ricerca di un centrocampista dai piedi buoni. Poi un po’ per volontà dei tifosi bianconeri un po’ per la rinnovata fiducia dimostrata dalla società, ha deciso di restare in nerazzurro, per nulla sicuro di trovare posto in una rosa ampia e ben fornita.

Ma Dejan Stancovic è riuscito a ritagliarsi i suoi spazi, fino a diventare una pedina indispensabile nel centrocampo dell’Inter. Ed ora si gode il suo momento di gloria, felice di essere rimasto nella squadra che, pur in mezzo a mille polemiche, è sempre prima in classifica. Già, le polemiche, gli errori a favore, le talpe nello spogliatoio ed ora anche l’accusa di aver voluto favorire il sistema delle scommesse durante lo scorso campionato. Non deve essere un buon momento per i colori nerazzurri…

Le pressioni stanno sempre fuori, non entrano mai dentro il nostro spogliatoio. In Italia siete abituati a fare casini su tutto, noi giocatori invece ce ne freghiamo. Prendete la sconfitta di Bergamo: mentre tutti ci davano per finiti, noi cercavamo di capire i nostri errori per alzare subito la testa. Il risultato della nostra autocritica l’avete visto prima contro la Roma in Coppa Italia e poi a Catania. La sensazione è che vedere l’Inter prima in classifica dia molto fastidio.

Così parlò Dejan Stankovic in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, durante la quale ha cercato di togliersi più di un sassolino dalla scarpa, tornando anche sulla questione Juventus:

Mi voleva la Juve, ma la storia è durata tre giorni, il tempo necessario per parlare con l’Inter e sapere che puntavano ancora su di me. Sul resto c’è poco da spiegare. Ero uno dei quaranta o forse più interisti che nel giorno dello scudetto cantava “Vinciamo senza rubare”. Sono cose che succedono in uno spogliatoio… ma è meglio sorvolare.

Non sorvola invece quando il discorso finisce sugli errori arbitrali a favore della sua squadra, che tante polemiche hanno scatenato negli ultimi tempi:

Per favore smettiamola di lamentarci, non c’è nessun disegno dietro gli errori che vengono commessi sui campi. E’ una ruota che gira, un giorno va bene a noi, un altro giorno a qualcun altro. E’ il prezzo che si paga quando c’è un rinnovamento.

E allora non ci resta che aspettare che il rinnovamento sappia un po’ di vecchio per tornare a parlane…

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