Squalifica Mannini-Possanzini: serie A e B pronte allo stop

di Redazione 2

Un altro punto a favore di quanti sostengono che la giustizia italiana (anche quella sportiva) fa acqua da tutte le parti. Della vicenda abbiamo già trattato qualche ora fa, ma alla luce delle dichiarazioni di Corioni, vale la pena tornare sull’argomento. Parliamo naturalmente del fatto del giorno, ovvero della squalifica di un anno comminata a Daniele Mannini e Davide Possanzini per doping, che doping non è, visto che i due erano completamente “puliti” al momento delle analisi.

L’unica loro colpa è stata quella di presentarsi con una ventina di minuti di ritardo al cospetto dei medici incaricati delle analisi, dopo una gara di 13 mesi fa. Non abbiamo sottomano la legislazione sportiva e non possiamo quindi esprimerci in proposito, ma appare alquanto bizzarra la decisione del Tas nei confronti di due calciatori che non si sono sottratti al proprio dovere, seppure con qualche minuto di ritardo. Naturalmente la vicenda ha scatenato aspre polemiche da nord a sud, tanto che il Presidente del Brescia, Gino Corioni, sta tentando di trovare alleati per protestare contro la sentenza:

L’Aic vuole fermare i campionati di A e B. La proposta ha già trovato il consenso del presidente della Lega, Antonio Matarrese. Adesso, però, bisognerà sentire tutte le società e quindi non so se la cosa andrà effettivamente a buon fine.

Intanto nel pomeriggio era salito alto anche il malumore in casa Napoli (società nella quale gioca attualmente Mannini). In particolare il Presidente De Laurentiis si era detto dispiaciuto per il ragazzo, rassicurandolo al tempo stesso sul suo futuro all’ombra del Vesuvio. Molto più duro era stato Nedo Sonetti, allenatore del Brescia:

Se dovessi dire quello che in questo momento ho nella testa e nel cuore, direi delle cose piuttosto gravi nei confronti di tutti: è una vergogna. E’ incredibile una condanna di un anno per un ritardo ad un test antidoping. Ma come si fa a dare un anno di squalifica per questo motivo? Si è trattato di un ritardo non di un rifiuto di sottoporsi ai test antidoping.

Pensate forse che la questione finisca qui?

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