Arriva la “Lega Pro”, che sostituirà la Serie C

Dite addio alla Serie C. No, i calciatori delle serie minori non si trasferiranno tutti nella B, ma semplicemente cambierà nome. Sulla scia di nomi fantasioni come Premier League e First Division in Inghilterra, la serie C1 perderà il suo nome, considerato vecchio e sorpassato, per chiamarsi Lega Pro.

Lo ha deciso il presidente della lega di serie C, Mario Macalli, e annunciato all’Ac Hotel di Firenze. Secondo Macalli infatti la denominazione “Serie C” era troppo declassificante e suonava quasi come un insulto ai tesserati che ne facevano parte. Allora meglio cambiargli il nome, che così si risolvono tutti i problemi.

Aspettando Germania-Turchia

Dopo due lunghi giorni di digiuno ricomincia l’avventura delle quattro regine d’Europa, a caccia del titolo continentale.

Questa sera si alzerà il sipario sulla prima semifinale che vedrà confrontarsi la solita Germania (solita perché abituata a grandi palcoscenici) e la sorprendente Turchia, arrivata fin qui con molta determinazione ed un pizzico di fortuna.

L’opinione comune vuole che la squadra di Fatih Terim abbia ben poche speranze di passare il turno. La fortuna aiuta gli audaci, ma non può durare in eterno, specie se ci troviamo di fronte ad una squadra che fa fatica a mettere insieme 11 giocatori, tra infortuni e squalifiche.

Lippi-Donadoni, chi la spunterà?

Più passano le ore, più il nome del futuro allenatore della Nazionale sembra incerto. Ieri vi avevamo dato quasi per scontato che da luglio in poi sarà Lippi a sedere sulla panchina dei campioni del mondo. Pareva fatta anche per la Gazzetta dello Sport, che anzi, andava ancora più sul sicuro, dando per certo il cambio di allenatore.
A rovinare la festa a tutti è stato Petrucci, presidente del Coni, che non vuol sentir parlare di esoneri, ma lascerebbe Donadoni in panchina fino ai prossimi mondiali. Insomma, in questo clima si rischia di non capirci più niente.

La stampa svizzera contro Rosetti e Collina!

E’ una grandissima soddisfazione. Un bel riconoscimento per chi ha lavorato al suo fianco. C’è credibilità nei nostri confronti.

Queste le parole di Collina chiamato a commentare la designazione di Roberto Rosetti per la finalissima di Euro 2008. Ma la credibilità di cui parla l’ex arbitro (votato più volte come migliore al mondo) a quanto pare risiede solo nelle stanze dei vertici del calcio europeo, perché a livello popolare gli italiani non sembrano godere di una così grande stima.

Ciò non vuol dire che la categoria dei fischietti italiani sia malvista in tutta Europa, ma è significativo che la stampa Svizzera si scagli contro la decisione di affidare a Rosetti la direzione di una gara di così alto livello.

Non solo Roma, gli americani mettono le mani su Bologna e sulla Lazio

Quando 14 anni fa si disputò il mondiale di Usa ’94, l’obiettivo era far innamorare il popolo americano del calcio. Diciamo che questo sogno si realizzò solo a metà, mentre ebbe un altro effetto: quello di far scoprire il calcio ai miliardari americani.

Anzichè investire in patria però (a parte qualche piccola eccezione, vedi Beckham), i magnati americani hanno investito in Europa. In Premier League è andata benissimo (il Manchester United ha fatto man bassa di vittorie in questa stagione), e adesso puntano anche all’Italia. E non stiamo parlando solo della Roma.

L’Italia dalle stelle alle stalle. A chi dare la colpa?

Alla fine aveva ragione chi diceva che, se siamo diventati Campioni del Mondo per la quarta volta, qualche merito lo dobbiamo pure alla fortuna (quella con la C maiuscola come dice un nostro lettore).

Eh si, perché dopo tanti proclami sul fatto di essere i favoriti solo per aver cucito sul petto il fregio numero 4, siamo dovuti scendere sulla Terra e renderci conto che molte squadre erano più accreditate per la vittoria finale ad Euro 2008.

Un azzurro sbiadito quello che ci accompagnati dal 16 agosto del 2006 (data del debutto di Donadoni) fino alla disfatta con la Spagna, ma questo non potevamo certo dirlo fino a due giorni fa, quando c’era da esaltare l’Italia e spronarla a regalarci un altro sogno. Inutile a questo punto cercare i responsabili. Alla fine pagherà l’allenatore, come sempre, ma siamo sicuri che le colpe stiano da una parte sola?

Donadoni non vuole andarsene, ma Lippi prepara già l’Italia del futuro

L’eliminazione dagli Europei soltanto ai quarti non è andata giù a nessuno. Ancor meno è andato giù il gioco spezzettato e senza idee degli azzurri, che forse ha fatto ancora più male della sconfitta ai rigori, che dopotutto, ci può anche stare.

Se in patria qualcuno chiedeva già chiedeva la testa di Donadoni dopo l’umiliazione contro l’Olanda, adesso le pressioni sono diventate ancora più insostenibili, e la domanda che tutti si pongono non è come l’Italia farà a riprendersi, ma chi sarà il prossimo allenatore degli azzurri.

Dennis Bergkamp: bidone o campione?

Ci fu un tempo in cui il suo nome faceva tremare le gambe ai difensori di qualunque squadra. Poi arrivò all’Inter, confermando il sospetto che voleva il club nerazzurro come rovina-campioni. E poi ancora l’Arsenal, dove la sua stella tornò a brillare ed il suo nome a far paura.

In poche righe la parabola calcistica di Dennis Bergkamp, uno dei più forti talenti che l’Olanda abbia mai partorito. Parentesi italiana a parte, naturalmente.

Nacque calcisticamente nell’Ajax, diventando da subito uno dei punti di riferimento di una squadra che all’epoca terrorizzava l’Europa intera. In sette anni è riuscito a conquistare un titolo olandese, due Coppe d’Olanda, una Supercoppa, una Coppa delle Coppe ed una Coppa Uefa, nonché, a livello personale, tre volte di fila la classifica cannonieri.