La stampa svizzera contro Rosetti e Collina!

E’ una grandissima soddisfazione. Un bel riconoscimento per chi ha lavorato al suo fianco. C’è credibilità nei nostri confronti.

Queste le parole di Collina chiamato a commentare la designazione di Roberto Rosetti per la finalissima di Euro 2008. Ma la credibilità di cui parla l’ex arbitro (votato più volte come migliore al mondo) a quanto pare risiede solo nelle stanze dei vertici del calcio europeo, perché a livello popolare gli italiani non sembrano godere di una così grande stima.

Ciò non vuol dire che la categoria dei fischietti italiani sia malvista in tutta Europa, ma è significativo che la stampa Svizzera si scagli contro la decisione di affidare a Rosetti la direzione di una gara di così alto livello.

Non solo Roma, gli americani mettono le mani su Bologna e sulla Lazio

Quando 14 anni fa si disputò il mondiale di Usa ’94, l’obiettivo era far innamorare il popolo americano del calcio. Diciamo che questo sogno si realizzò solo a metà, mentre ebbe un altro effetto: quello di far scoprire il calcio ai miliardari americani.

Anzichè investire in patria però (a parte qualche piccola eccezione, vedi Beckham), i magnati americani hanno investito in Europa. In Premier League è andata benissimo (il Manchester United ha fatto man bassa di vittorie in questa stagione), e adesso puntano anche all’Italia. E non stiamo parlando solo della Roma.

L’Italia dalle stelle alle stalle. A chi dare la colpa?

Alla fine aveva ragione chi diceva che, se siamo diventati Campioni del Mondo per la quarta volta, qualche merito lo dobbiamo pure alla fortuna (quella con la C maiuscola come dice un nostro lettore).

Eh si, perché dopo tanti proclami sul fatto di essere i favoriti solo per aver cucito sul petto il fregio numero 4, siamo dovuti scendere sulla Terra e renderci conto che molte squadre erano più accreditate per la vittoria finale ad Euro 2008.

Un azzurro sbiadito quello che ci accompagnati dal 16 agosto del 2006 (data del debutto di Donadoni) fino alla disfatta con la Spagna, ma questo non potevamo certo dirlo fino a due giorni fa, quando c’era da esaltare l’Italia e spronarla a regalarci un altro sogno. Inutile a questo punto cercare i responsabili. Alla fine pagherà l’allenatore, come sempre, ma siamo sicuri che le colpe stiano da una parte sola?

Donadoni non vuole andarsene, ma Lippi prepara già l’Italia del futuro

L’eliminazione dagli Europei soltanto ai quarti non è andata giù a nessuno. Ancor meno è andato giù il gioco spezzettato e senza idee degli azzurri, che forse ha fatto ancora più male della sconfitta ai rigori, che dopotutto, ci può anche stare.

Se in patria qualcuno chiedeva già chiedeva la testa di Donadoni dopo l’umiliazione contro l’Olanda, adesso le pressioni sono diventate ancora più insostenibili, e la domanda che tutti si pongono non è come l’Italia farà a riprendersi, ma chi sarà il prossimo allenatore degli azzurri.

Dennis Bergkamp: bidone o campione?

Ci fu un tempo in cui il suo nome faceva tremare le gambe ai difensori di qualunque squadra. Poi arrivò all’Inter, confermando il sospetto che voleva il club nerazzurro come rovina-campioni. E poi ancora l’Arsenal, dove la sua stella tornò a brillare ed il suo nome a far paura.

In poche righe la parabola calcistica di Dennis Bergkamp, uno dei più forti talenti che l’Olanda abbia mai partorito. Parentesi italiana a parte, naturalmente.

Nacque calcisticamente nell’Ajax, diventando da subito uno dei punti di riferimento di una squadra che all’epoca terrorizzava l’Europa intera. In sette anni è riuscito a conquistare un titolo olandese, due Coppe d’Olanda, una Supercoppa, una Coppa delle Coppe ed una Coppa Uefa, nonché, a livello personale, tre volte di fila la classifica cannonieri.

11 punte per me, posson bastare

E’ tempo di fare una Roma con i fiocchi, che possa puntare seriamente a scudetto e Champions League. Ma senza punte, si sa, non si va da nessuna parte. Vucinic da solo non può far miracoli, Totti ormai passa più tempo in infermieria che sul campo, e i 32 anni cominciano a farsi sentire. Esposito non è affidabile, Giuly non è una prima punta, e anzi Spalletti lo fa giocare quasi da centrocampista, Mancini a giorni cambierà maglia. Pare insomma che la Roma abbia urgente bisogno di una punta. Una vera, stavolta.

Una di quelle alla Batistuta, che ormai mancano nella capitale da troppo tempo. Si sperava nel talento di Okaka, destinato ad essere come Balotelli, ma che quest’anno in serie B ha dimostrato di avere ancora molta strada da fare. E così Spalletti si è stancato di aspettare e ha presentato al direttore sportivo Pradè la sua lista di attaccanti, 11 per la precisione, sperando che almeno uno di essi il prossimo anno vesta la maglia giallorossa.

Italia-Spagna: il fotoracconto della delusione

Ci sono emozioni che non si possono raccontare con le parole. Così avevamo esordito all’indomani della vittoria sulla Francia, che ci aveva permesso di superare il girone e di continuare a cullare il nostro sogno europeo. Parole che alla luce del risultato di ieri sera restano valide, sebbene cambi lo stato d’animo di chi le scrive.

Ma il nostro mestiere ci impone di raccontare anche le emozioni legate alla sconfitta ed è un bene che ci siano immagini ad aiutarci in questo triste compito. Ed allora andiamo a rivivere la serata di ieri, con l’anima ferita e la consapevolezza che si poteva fare di più.

Donadoni è in emergenza: troppo importanti le defezioni per squalifica di Gattuso e Pirlo per contrastare una Spagna schiacciasassi.

La Spagna passa ai rigori, Italia eliminata

Siamo fuori, meritatamente. Buffon trascina una brutta Italia fino ai rigori, ma poi non riesce a compiere il miracolo. Un’ottima Spagna (almeno 20 le occasioni da gol per le Furie Rosse) schiaccia una piccola Italia (solo 4 o 5 tiri in porta), che vive solo di qualche folata dei suoi fuoriclasse, ma in cui si sentono troppo le assenze degli squalificati.

Nell’Italia il posto di Pirlo e Gattuso è preso da Aquilani e Ambrosini. Cassano fa coppia con Toni in attacco. Gli spagnoli invece si presentano con la formazione titolare, con Torres e Villa ad impensierire Buffon.

Paolo Rossi: l’eroe Mundial!

Nel giorno dell’attesissima Italia-Spagna, vogliamo dedicare un capitolo ad un eroe del calcio nostrano, uno di quelli che a nominarli non si può far a meno di pensare subito alla maglia azzurra: Paolo Rossi.

La speranza è che per colui che ne ha preso il posto a quasi trenta anni di distanza il destino riservi le stesse soddisfazioni.

Già, perché anche il bomber di Spagna ’82 rischiò di fallire l’appuntamento con la storia, così come sta facendo Luca Toni. A differenza del presente, però, la squadra di Bearzot venne ferocemente criticata dopo i tre pareggi che rischiarono di compromettere il cammino mondiale.