Inter, Afellay subito, Vucinic a giugno

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Prende forma l’Inter di Benitez, apparsa troppo Eto’o-dipendente fino a questo momento. Per questo bisogna necessariamente dare al tecnico spagnolo gli uomini adatti, e questi potrebbero essere Afellay e Vucinic. Il primo dovrebbe arrivare sin da gennaio per volontà della stessa squadra, il PSV Eindhoven, che ha messo sul mercato il fantasista per poter recuperare dagli oltre 17 milioni di euro di debiti.

Per lui la concorrenza si chiama Manchester United e Real Madrid, ma dovrebbe essere Milano la destinazione preferita dal calciatore, come hanno confermato gli stessi olandesi  che hanno ammesso che l’Inter è in vantaggio sulle avversarie.

Inter-Tottenham 4-3: fotogallery

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L’Inter che non ti aspetti, nel bene e nel male. Non a caso la chiamano la pazza Inter, capace di far infuocare il cuore il più tiepido dei tifosi, ma anche di procurare infarti a chi di cuore non ha mai sofferto.

Tre a zero dopo soli 14 minuti, meglio del Real delle meraviglie dell’ex condottiero Mourinho, che solo ieri ha spezzato i sogni degli odiati cugini rossoneri. Tre a zero in 14 minuti e l’impressione che la gara potesse finire con un risultato tennistico, asfaltando le ambizioni di un Tottenham che ha avuto la sfortuna di prendere una rete a freddo (peraltro siglata da uno che solitamente non si spinge fino dentro l’area avversaria in cerca di gloria e fortuna) e di ritrovarsi qualche minuto dopo in inferiorità numerica.

Inter: Kuyt, Montolivo e tanti italiani sul taccuino di Branca

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L’Inter ha deciso di pianificare il mercato del futuro per dare una squadra solida a Benitez, soprattutto con calciatori a lui graditi. Il piano prevede molte novità rispetto al passato, di cui due sono sostanziali: puntare sui giovani (e non sui campioni già affermati), e soprattutto sugli italiani.

Il primo nome però è come al solito quello di Kuyt. Con il cambio ai vertici societari del Liverpool non è più così sicuro che l’olandese possa lasciare l’Inghilterra, ma intanto l’intenzione è quella di investire qualcosa come 14 milioni di euro a gennaio. Se accettano bene, altrimenti l’attenzione si sposterà su altri obiettivi.

Inter-Tottenham, niente Stella di David al Meazza

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Richiesta stravagante e per certi versi assurda delle autorità italiane ai tifosi del Tottenham, che tra qualche giorno scenderanno a Milano per assistere alla gara di Champions League tra gli Spurs e l’Inter: non portate le bandiere israeliane all’interno dello stadio Meazza.

E’ questo l’invito apparso ieri sul sito della società inglese, che dice di aver ricevuto precise direttive dalle autorità italiane, probabilmente sull’onda dei fattacci che hanno sconvolto Genova lo scorso martedì. Ma possono le tristi vicende di Italia-Serbia, incidere sul costume di numerosi tifosi che espongono pacificamente la propria bandiera all’interno di uno stadio?

Messi conteso tra Inter e Milan

Il futuro immediato di Lionel Messi è Barcellona, ma non è detto che lo sia per sempre. Tanti, troppi indizi lo portano sulla via di Milano. Resta da capire però su quale sponda. I motivi per cui dovrebbe finire nel capoluogo lombardo sembrano tanti, l’ultimo dei quali (solo in ordine di tempo) è la firma del contratto di sponsorizzazione con la casa di moda Dolce&Gabbana. La Pulce presterà il suo volto per alcune campagne pubblicitarie, e così gli arrivi in terra meneghina, come quello dei giorni scorsi che ha fatto impazzire i tifosi, potrebbero diventare sempre di più.

A Milano poi Messi ha una casa, e non ha mai nascosto di apprezzare il calcio italiano, ritenendolo il più attraente, dopo la Liga ovviamente. Inoltre ha uno stretto legame con Davide Lippi che potrebbe pesare molto in un eventuale trasferimento in Italia. Ma dove finirà, al Milan o all’Inter? Cerchiamo di capirlo insieme.

Inter: 2-3 settimane di stop per Cambiasso e Milito

Brutte notizie per i tifosi interisti. Cambiasso e Milito, partiti per disputare l’amichevole con la loro nazionale contro il Giappone (peraltro persa) sono tornati con le stampelle. Dopo gli accertamenti fatti a Pavia, l’esito degli esami è stato reso pubblico sul sito internet dell’Inter, che riporta le condizioni dei due calciatori.

Per il centrocampista si tratta di uno stiramento di primo grado (circa 15-20 giorni di stop), per l’attaccante lo stiramento è tra il primo ed il secondo grado, e per lui lo stop dovrebbe essere di poco più lungo. I tempi di recupero potrebbero essere accelerati in allenamento, ma se tutto dovesse rimanere invariato, i due calciatori metterebbero nei guai Benitez, specialmente in attacco dove i sostituti non sono all’altezza di Milito.

Muntari-Inter, divorzio vicino

Ci sono calciatori che si accontentano di essere tesserati per un club blasonato, a prescindere dai gettoni di presenza collezionati, e ce ne sono altri che invece non riescono proprio a sopportare la panchina o – addirittura – la tribuna. Della seconda categoria fa parte Sulley Muntari che non ha proprio gradito l’esclusione dal big match di domenica scorsa contro la Juventus.

Del resto, la rosa dell’Inter è così ampia che qualcuno deve pure restare fuori, ma il centrocampista non digerisce le scelte dell’allenatore e – piuttosto che restare a guardare i compagni mentre giocavano contro la Vecchia Signora – ha preferito tornarsene a casa.

Una scelta stigmatizzata dall’ambiente nerazzurro, ma seguita comunque da un chiarimento tra calciatore ed allenatore negli ultimi giorni. Tutto a posto dunque? Non proprio, perché il centrocampista ha avuto modo di lamentarsi ai microfoni dell’emittente inglese Sky Sports, ammettendo la propria voglia di giocare in ogni occasione.

Inter-Juventus, cresce l’attesa

Di parole ne sono state spese tante, forse troppe, ma tra poco più di due ore sarà il campo a stabilire chi tra Inter e Juventus avrà più voglia di lasciarsi alle spalle le polemiche, nella speranza che la gara di stasera non ne crei di nuove.

Tre i punti che separano le due squadre, con l’Inter che spera di aggiudicarsi l’incontro per sorpassare i cugini rossoneri e riportarsi in vetta alla classifica al fianco della Lazio. La Juventus punta invece a colmare il gap che la separa dai nerazzurri o almeno a non perdere troppo terreno dalla testa della classifica.

Ma Inter-Juve, checché ne dicano i protagonisti dentro e fuori dal campo, non si gioca solo per i tre punti. Forse un tempo era così, ma tutto è cambiato da Calciopoli, da quando i bianconeri persero trofei (e faccia), conoscendo per la prima volta l’onta della retrocessione.

Andrea Agnelli: le nostre vittorie sono meritate

Moratti chiama, Agnelli risponde. Il derby d’Italia si avvicina a grandi passi e – non essendoci più i protagonisti un tempo – tocca ai rispettivi presidenti smuovere le acque della vigilia. A lanciare il guanto della sfida dialettica era stato il patron nerazzurro, che in settimana aveva “invitato” la Vecchia Signora a restituire altri scudetti, dando così ragione all’amministratore delegato Paolillo.

La risposta di Andrea Agnelli arriva solo oggi e non a mezzo stampa, bensì dal sito ufficiale della società bianconera. Il presidente della Juventus si rivolge ai propri tifosi, invitandoli a non alzare i toni polemici in questi giorni, ma il riferimento alle parole di Moratti è più che palese:

Cari tifosi, questa prima parte di stagione agonistica è stata spesso accompagnata da polemiche, da opinioni e in taluni casi da attacchi veri e propri alla Juventus e alla sua storia. Tra poche ore si aprirà il palcoscenico su una partita che da sempre racchiude gran parte della storia del calcio. Una storia per noi juventini fatta di passione e molto spesso di vittorie, tutte meritate sul campo.

Inter, cominciano i primi malcontenti: Maicon e Chivu non le mandano a dire

In momenti come questi si vede la bravura dell’allenatore. Finché si vince, si sa, va tutto bene, ma quando arrivano le sconfitte bisogna far uscire il carattere. I primi malumori sono venuti a galla dopo la sconfitta in Supercoppa contro l’Atletico Madrid, ma i risultati successivi, dove nella peggiore delle ipotesi arrivava un pareggio, hanno calmato l’ambiente.

Ma la sconfitta di ieri contro la Roma ha riacceso gli animi, ed ora sta a Benitez cercare di spegnere i bollenti spiriti. Eclatante è stata la scenata di Chivu che si è avvicinato alla panchina nerazzurra urlando e facendo il gesto di volersene andare. Il motivo? Al rumeno non è mai andato a genio il suo ruolo da terzino, ma ieri ha toccato il fondo dovendo contrastare da solo Menez e Riise.