Inter, Juve e Roma in campo pensando alla Champions

Pronti per entrare nel momento clou della stagione? E allora prendete posto in poltrona e mettetevi comodi, perché questo sabato ci regala ben tre anticipi di campionato, per permettere alle squadre impegnate nella Champions League di prepararsi al meglio.

Inter, Juve e Roma scenderanno in campo con l’obiettivo di superare le dirette avversarie in campionato, ma è chiaro che il pensiero andrà alle gare della prossima settimana, quando si troveranno davanti le temibili inglesi nell’andata degli ottavi della massima competizione europea a livello di club.

Alle quattro del pomeriggio ci aspetta un gustoso antipasto tra l’Inter capolista ed il Bologna dell’ex Mihalovic, che ci terrebbe a fare uno sgambetto alla squadra che ha cacciato a calci nel sedere il suo amico Mancini per far posto allo Special One.

Van der Saar, da saponetta a recordman

Dany Verlinden, chi era costui? Il suo nome è noto per lo più agli amanti delle statistiche, che dal lontano 1990 non riescono ad aggiornare la casella relativa all’imbattibilità di un portiere in terra europea. Ma se chiedete a Edwin Van der Saar chi era questo sconosciuto, siamo certi che vi saprà dare una risposta, visto che lo spilungone olandese sta tentando di prenderne il posto nella lista dei portieri meno battuti per numero di minuti.

Il record di Verlinden si è fermato a 1390 minuti, ossia un’ora e mezza in più del numero uno del Manchester United, il quale proprio domani contro il Blackburn potrebbe raggiungere e superare il mito del Brugges. Una bella soddisfazione per Ice Rabbit, come lo chiamano in terra inglese, che ha già stracciato il record di portiere più imbattuto della Premier League, mettendo in riga portieri molto più osannati di lui.

Perché, diciamocelo chiaramente, Van der Saar non ha mai goduto di grande considerazione, specie durante la sua esperienza italiana, quando la Juventus perse partite e campionati a causa della sua poca sicurezza tra i pali (lo chiamavano “saponetta”) Ed anche ora che difende i pali di una delle squadre migliori d’Europa, tende spesso ad essere messo in ombra dalle prestazioni dei grandi assi che compongono la rosa.

Morabito: “Floccari alla Juve”. E l’Atalanta diffida l’agente

Se ne parla ormai da settimane, ma quella che fino a ieri sembrava una delle solite voci di mercato ha assunto stamattina dei contorni realistici, vista la fonte eminente. Parliamo della trattativa che dovrebbe portare Sergio Floccari a vestire la maglia della Juventus dalla prossima stagione, confermata dal procuratore Morabito sulle pagine dei quotidiani odierni:

Credo che alla fine Floccari andrà alla Juventus. Loro sono molto interessati a lui e so per certo che avevano contattato l’Atalanta anche per il prezzo del cartellino. La valutazione era di 7 o 8 milioni di euro per l’intero cartellino, anche perché i nerazzurri su Sergio non accetterebbero comproprietà.

Tutto fatto, dunque, stando a quanto affermava l’agente Fifa, mentre sui vari blog partivano i titoloni. Ma lo scoop è durato lo spazio di mezza giornata, visto che la risposta dell’Atalanta non si è fatta attendere.

Milan, Inter, Juve, si pensa già al prossimo mercato

E’ inevitabile pensare che le attenzioni dei dirigenti delle grandi squadre non si sono di certo attenuati dopo la chiusura del mercato di gennaio, ma già si occupano di quello di luglio. Tra scadenze di contratti o semplice volontà di rafforzare la propria squadra, i vari Galliani, Branca e Secco si stanno attivando per puntellare sin da ora la formazione della stagione 2009/2010.

Stando alle ultime indiscrezioni, pare che il colpo grosso lo debba portare in porto il Milan. Samuel Eto’o è il nome nuovo su cui i rossoneri hanno messo gli occhi. Si sa che al camerunense non sta molto simpatico Guardiola, e che già durante la scorsa estate stava per lasciare il Barça. Poi arrivò l’incredibile offerta dall’Uzbekistan (40 milioni) che spazzò via tutte le altre. Non se ne fece più nulla, e così, per la gioia dei tifosi blaugrana, Eto’o è rimasto a Barcellona, segnando finora 23 gol in 23 partite di campionato. Ma questa potrebbe essere la sua ultima stagione.

Ipotesi Juve: Giovinco per Cassano

Che la Juve sia interessata ad Antonio Cassano non lo scopriamo certo oggi. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per illustrare una trattativa che va avanti da mesi, sebbene fino a qualche tempo fa in casa bianconera si trincerassero dietro il più assoluto silenzio.

L’idea in origine era quella di aspettare l’estate del prossimo anno, quando capitan Del Piero arriverà alla scadenza del contratto e dovrà decidere del suo futuro. Ma c’è il rischio che arrivi qualcuno (Moratti in primis) a disturbare le intenzioni bianconere, allontanando il talento barese da Corso Ferraris. E allora occorre stringere i tempi e trovare una soluzione prima dell’estate.

Il prezzo di Fantantonio non è un segreto: la Samp vuole guadagnare dall’operazione 20 milioni di euro, ma si è detta comunque disosta a trattare. E figuriamoci se i dirigenti bianconeri si lasciano sfuggire l’occasione di sborsare il meno possibile… Ed ecco quindi farsi avanti un’ipotesi suggestiva: Giovinco in blucerchiato (più conguaglio) e Cassano a Torino.

Anche la Juve aderisce alla politica del 20-20-20

Prendendo spunto dal famoso accordo sull’ambiente in discussione in questi mesi dai Paesi dell’Unione Europea, anche la Juventus decide di adottare la politica del 20-20-20. Ma questa non ha nulla a che fare con l’ecologia, bensì con il calcio, e più precisamente con i milioni da spendere durante la prossima estate.

Con il ritorno a pieno regime di Buffon, e con i meccanismi difensivi che bene o male cominciano a reggere, gli acquisti arriveranno tutti dal centrocampo in su, e si parla di grandi nomi. Il più scontato è quello di Antonio Cassano, che quasi tutti ormai danno sulla via di Torino. Marotta si è deciso finalmente a fissare il prezzo di Fantantonio, ed è di 20 milioni tondi tondi. Su questi non si discute, ci sono tutti, e Cassano potrebbe presto fare il vice-Del Piero. A meno che…

L’Inter va, il Milan rallenta. E domenica c’è il derby

Le speranze dell’Italia anti-nerazzurra si vanno via via affievolendo di fronte ad una classifica che vede l’Inter sempre più saldamente al comando, un po’ per merito proprio, un po’ per le disfatte altrui. Mourinho & Co. continuano a ripetere di non essere interessati ai risultati delle dirette concorrenti, di voler fare il proprio campionato e bla bla bla… I soliti discorsi di circostanza, insomma.

Certo è che le altre pretendenti allo scudetto non si stanno dannando l’anima per rendere difficile il cammino dell’Inter e, anzi, il più delle volte fanno a gara per stendergli un bel tappeto rosso sotto i piedi. Basta guardare la giornata di ieri. L’Inter è scesa in campo alle sei del pomeriggio ed ha fatto ampiamente il proprio dovere, guadagnando tre punti preziosi su un campo ostico come quello di Lecce.

Il Milan aveva il vantaggio di giocare in casa contro la Cenerentola del campionato, quella Reggina che lontano dal Granillo aveva guadagnato la miseria di 5 punti in 11 gare. Una partita da 1 fisso, con tutto il rispetto per i calabresi, che sulla carta non potevano certo sperare di conquistare punti-salvezza in quel di Milano. E invece ci ritroviamo a commentare l’ennesimo allungo dell’Inter che ora viaggia a +8 sui cugini ed a +10 sulla Juventus, costretta oggi a vincere sul campo del Catania, se vuole mantenere viva qualche residua speranza di gloria.

Juve, fine del sogno

L’obiettivo dichiarato di inizio stagione era quello di migliorare l’ottimo terzo posto dello scorso anno. Guai però a parlare di scudetto, specie dopo le opache prestazioni di inizio stagione, quando la Juve si ritrovava decimata dagli infortuni e la parola crisi era diventata pane quotidiano nello spogliatoio.

Poi era arrivata la vittoria contro il Real Madrid in Champions League, seguita da un’infilata di ottime prestazioni, che avevano consentito a Del Piero & Co. di risalire posizioni in classifica, fin quasi a raggiungere quella vetta tanto agognata. ‘La Juve punta a migliorare il terzo posto dello scorso campionato’, continuva a ripetere il buon Ranieri, ma sotto sotto c’era la speranza di sorpassare l’Inter ed assumere il ruolo di protagonista assoluta.

Obiettivo quasi raggiunto al rientro dalla sosta natalizia, quando i nerazzurri incappavano in un paio di serate storte, pareggiando contro il Cagliari e andando a sbattere contro la banda di Doni e Floccari. Da meno sei a meno tre nel giro di pochi giorni, mentre l’Italia anti-nerazzurra cominciava a preparare la festa.

Amauri, finalmente Brasile!

Sembra giunta alla conclusione la telenovela Amauri-Italia-Brasile. A sbrogliare la matassa è stato Carlos Dunga, ct della nazionale verdeoro, che in seguito all’infortunio di Luis Fabiano ha scelto di convocare

Stankovic: le chiacchiere? Me ne frego

La scorsa estate è stato sul punto di lasciare Milano per trasferirsi alla corte di Ranieri, che in quel periodo era alla disperata ricerca di un centrocampista dai piedi buoni. Poi un po’ per volontà dei tifosi bianconeri un po’ per la rinnovata fiducia dimostrata dalla società, ha deciso di restare in nerazzurro, per nulla sicuro di trovare posto in una rosa ampia e ben fornita.

Ma Dejan Stancovic è riuscito a ritagliarsi i suoi spazi, fino a diventare una pedina indispensabile nel centrocampo dell’Inter. Ed ora si gode il suo momento di gloria, felice di essere rimasto nella squadra che, pur in mezzo a mille polemiche, è sempre prima in classifica. Già, le polemiche, gli errori a favore, le talpe nello spogliatoio ed ora anche l’accusa di aver voluto favorire il sistema delle scommesse durante lo scorso campionato. Non deve essere un buon momento per i colori nerazzurri…

Le pressioni stanno sempre fuori, non entrano mai dentro il nostro spogliatoio. In Italia siete abituati a fare casini su tutto, noi giocatori invece ce ne freghiamo. Prendete la sconfitta di Bergamo: mentre tutti ci davano per finiti, noi cercavamo di capire i nostri errori per alzare subito la testa. Il risultato della nostra autocritica l’avete visto prima contro la Roma in Coppa Italia e poi a Catania. La sensazione è che vedere l’Inter prima in classifica dia molto fastidio.

La verità di Paparesta: mai chiuso negli spogliatoi da Moggi!

6 novembre 2004: una data che resterà a lungo nella memoria dei tifosi Juventini, non solo per il risultato della serata, ma anche per tutte le conseguenze che quella serata si portò dietro. Si era appena conclusa la gara Reggina-Juventus con esito decisamente sfavorevole ai colori bianconeri, che si erano visti negare un rigore ed annullare la rete che avrebbe consentito loro di pareggiare.

Il 2-1 rimediato al Granillo fece infuriare i dirigenti della Vecchia Signora che non trovarono nulla di meglio da fare che precipitarsi nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta per esternare il proprio disappunto. In che modo? Chiudendo a chiave nello spogliatoio il povero arbitro e impedendogli di uscire. I dirigenti in questione erano Moggi e Giraudo e la vicenda venne alla luce da alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali Big Luciano si vantava del suo gesto. Questo almeno è quello che ci hanno fatto credere finora. Ora però, a più di quattro anni dal fattaccio, abbiamo l’opportunità di ascoltare la versione del diretto interessato:

Moggi e Giraudo entrarono nel mio spogliatoio, agitati, lamentandosi del mio operato. Ce l’avevano con me da tempo… con la mia direzione avevano perso anche la finale di Coppa Italia con la Lazio. Non mi hanno chiuso negli spogliatoi e questa non è la mia verità. E’ la verità. C’erano due assistenti, il quarto uomo e un osservatore. C’erano gli ispettori della Lega Calcio. Qualcuno se ne sarebbe accorto e sarebbe intervenuto.