Amichevoli: l’Inter sorride, il Milan piange

Il primo vero derby della stagione se lo è aggiudicato il Milan, sebbene solo ai calci di rigore, nel Trofeo Tim, ma la sfida continua a distanza con le amichevoli internazionali e la squadra nerazzurra ha avuto modo di rifarsi ampiamente.

L’Inter va, nonostante i problemi in difesa, nonostante la novità del metodo Mourinho che deve essere ancora assimilato, nonostante l’ambiente sia continuamente scosso da voci di mercato; il Milan invece non ha alcun motivo per sorridere, infilando una sconfitta dietro l’altra.

L’ultimo derby a distanza si è giocato ieri e ad avere la meglio sono stati ancora una volta gli uomini di mister Morinho, usciti vincitori (1-0) dalla gara contro l’Ajax, mentre i rossoneri hanno rimediato l’ennesima figuraccia, perdendo di misura contro il Manchester City.

Mourinho-Ranieri: continua il botta e risposta

Perché mi attaccano tutti? Facile, perché sanno che il giorno dopo le prime pagine dei giornali si occuperanno di loro. E’ tutta pubblicità gratis.

Così parlò Josè Mourinho nell’ultimo episodio di una telenovela destinata a continuare per tutta la stagione. I “tutti” che lo attaccano sono Ranieri e Scolari, che negli ultimi giorni si sono permessi di criticarlo per alcune sue esternazioni non proprio felici. Ma partiamo dall’inizio, da quando cioè il portoghese alla vigilia del Trofeo Tim aveva punzecchiato la “Giuve”, dichiarando che in caso di sconfitta con l’Inter, Ranieri avrebbe dovuto preoccuparsi, perché più avanti nella preparazione rispetto ai nerazzurri.

La Juve alla fine vinse grazie ad un gol di Iaquinta, e Ranieri intervistato a fine partita aveva manifestato tutta la propria stima nei confronti del collega, ricordandogli che aveva messo in campo la squadra meno allenata per dargli un’opportunità. E figuriamoci se Josè lasciava cadere il discorso, esimendosi dal rispondere.

Stankovic-Tiago o Stankovic alla Lazio?

Strano destino quello di Dejan Stankovic! Con l’arrivo di Mourinho all’Inter sembrava che l’avventura del serbo in maglia nerazzurra fosse arrivata al capolinea. Su di lui si era gettata la Juventus, alla ricerca di un uomo d’ordine a centrocampo, dopo la frenata della trattativa che doveva portare a Xavi Alonso. Ma il malumore del popolo bianconero ha scoraggiato il tentativo della società ed alla fine Stankovic è rimasto dov’era, destinato a fare il panchinaro di lusso per l’intera stagione.

Ma sembra che il serbo non sia mai uscito definitivamente dai sogni dei dirigenti della Vecchia Signora, che ora sono stuzzicati da un’idea che ha del clamoroso: uno scambio Stankovic-Tiago! E non basta, perché anche la Lazio fa sentire la sua voce e propone a Moratti di ottenere il prestito del centrocampista.

Insomma, in poche ore Dejan Stankovic è passato da panchinaro a pedina fondamentale nel mercato dell’Inter. Un bel salto di qualità, non credete? Ma andiamo per ordine e riviviamo le ultime febbrili ore del presidente Moratti, che ora dovrà valutare quale sia la soluzione migliore da adottare.

Christian Abbiati: il Milan ritrova il numero 1

Adesso qualcuno lo sta rivalutando. Solo adesso che ha dato una grossa soddisfazione ai propri tifosi, respingendo ben tre calci di rigore ai cugini nerazzurri nella gara decisiva del Trofeo Tim.

Christian Abbiati in questo momento ha molti motivi per sorridere, visti i problemi del Milan nel trovare un portiere sicuro e affidabile, dopo l’annata disastrosa di Dida e la scarsa vena di Kalac.

Lui invece è appena rientrato dalla Spagna, dove era stato spedito lo scorso anno per fare da riserva a Leo Franco nell’Atletico Madrid, per poi guadagnarsi la maglia da titolare a suon di buone prestazioni.

Moratti riapre i lacci della borsa

L’intera estate trascorsa a rincorrere un centrocampista, per poi accorgersi a fine luglio che la difesa è in emergenza. E per fortuna che Morinho voleva due giocatori per ogni ruolo! Pazza Inter, anche sul mercato.

Samuel non dà più notizie di sé da dicembre, Cordoba è fuori dalla gara di andata contro il Liverpool (lo scorso febbraio), Chivu dopo l’Europeo ha deciso finalmente di farsi rimettere a posto la spalla che tanti problemi gli ha dato in passato. Ci mancava solo Materazzi a piantar grane (non volendo, ci mancherebbe) con uno stiramento che lo terrà fuori almeno per un mesetto. Chi rimane? Mourinho scopre le carte:

Sono preoccupato, è rimasto solo Burdisso, dopo ci sono il giovane Mei il vecchio Beppe Baresi… e io sono la terza opzione.

Trofeo Tim: il Milan vince di rigore

Prove tecniche di campionato per tre grandi del calcio italiano destinati a darsi battaglia nel corso della prossima stagione. E’ chiaro che a questo punto dela preparazione è difficile stabilire quale sia la formazione migliore tra le tre, ma qualche indicazione utile è venuta fuori dall’Olimpico di Torino.

La formula è stata quella classica dei tre tempi da 45 minuti, come nella migliore tradizione dei triangolari, con Milan e Juventus a sfidarsi per prime e l’Inter ad osservare gli avversari dalla tribuna.

Buona la prova offerta dalle due formazioni in campo, nonostante i limiti dovuti alla scarsa preparazione. Certo, gli uomini di Ranieri sono più avanti da questo punto di vista, ma devono comunque fare i conti con i carichi di lavoro di inizio stagione. Nonostante ciò, la gara è stata appassionante e ricca spunti interessanti.

Clarence Seedorf: nato per vincere

Solo qualche giorno fa ha rischiato di perdere il diritto di essere inserito nella nostra consueta rubrica del lunedì, ma poi Clarence Seedorf è riuscito a resistere e a tenersi stretto quel numero 10 tanto caro.

Naturalmente stiamo scherzando. Nessuno lo avrebbe mai costretto a cedere la sua maglia, nemmeno se il pretendente ad indossare il numero magico si chiama Ronaldinho. E comunque, un posto su queste pagine lo avrebbe trovato ugualmente, perché alla fine contano i numeri che si hanno nei piedi, non quello sulle spalle.

E Clarence Seedorf di numeri ne ha mostrati molti nel corso della sua lunga carriera, sin dagli esordi quando appena sedicenne gli venne consegnato il compito di incantare le platee olandesi con la maglia dell’Ajax. Erano anni d’oro per il club di Amsterdam, che grazie ai suoi giovani campioni inseguiti da mezza Europa, riuscì ad infilare importanti successi sia in patria che a livello internazionale.

Il mercato dell’Inter tra conferme e partenze

Aveva detto di volere due giocatori per ruolo, ma forse una rosa composta da 28 elementi è esagerata persino per uno come mister Morinho che ama l’abbondanza.

Oggi verrà presentato Muntari, l’ultimo acquisto in casa nerazzurra, ma sembra che il mercato dell’Inter non sia da considerarsi chiuso, specie per quanto riguarda la voce “vendite”.

La situazione più pericolante sembrava essere quella di Burdisso, dato come primo nome della lista di epurazione consegnata da Morinho alla società. E invece ora l’Inter si ritrova a dover ringraziare il cielo per non averlo venduto, visto che il reparto arretrato è quello più in emergenza. Cordoba e Samuel non sono ancora pronti ad affrontare il rientro, mentre per Chivu i tempi di recupero potrebbero essere ancora più lunghi. E allora ben venga Burdisso, almeno fino al prossimo mercato invernale, quando si potrà decidere con più calma, sebbene il giocatore abbia più volte ribadito l’intenzione di restare. La difesa, dunque, non si tocca.

Il metodo-Mourinho

E’ arrivato in Italia preceduto dalla fama di vincente e con la spocchia antipatica di chi sa di esserlo. Ha avuto però l’onestà di ammettere che da queste parti ha ancora tutto da dimostrare e che i passati successi non garantiscono punti in classifica o passaggio del turno in Champions League. Sta di fatto che la strada di Josè Mourinho è tutt’altro che in discesa sia perché confermarsi vincenti è un privilegio riservato a pochi eletti, sia perché il suo predecessore ha fatto un buon lavoro sulla panchina dell’Inter.

Proprio per questo è stato chiaro sin dal primo giorno di ritiro, minacciando di lasciar fuori chiunque non la pensi come lui e dimostri scarso spirito di sacrificio per il bene della squadra.

E lui sa cos’è il sacrificio. Spesso arriva sul campo di allenamento molto prima degli altri per essere certo che nulla venga lasciato al caso. Tutto deve essere preparato con metodo scientifico, preciso fino al millimetro, perché i successi si costruiscono sui piccoli dettagli. Il metodo-Mourinho prevede un’organizzazione maniacale sia che si tratti del primo allenamento della stagione che di una gara per la testa della classifica.

Mourinho snobba Lampard!

C’eravamo tanto amati… La storia tra Josè e Morinho e Frank Lampard è racchiusa tutta in queste parole. I due si sono rincorsi e cercati per tutta l’estate, fino al

Adriano ha voglia di Inter, e manda messaggi a Mancini

Stoccatine il Mancio, da quando se n’è andato dall’Inter, ne ha ricevute più di una. Ma riceverla ora anche dall’unico calciatore che era stato criticato più di lui è davvero troppo. Dopo la gara amichevole tra i nerazzurri e l’Al Halil, Adriano non si è lasciato sfuggire l’occasione di mandare messaggi al suo ex allenatore, che fanno capire il perchè del suo flop di tutti questi anni.

“Quest’anno giochiamo con tre punte, c’è maggiore movimento e di sicuro avremo più possibilità di fare goal. Il nuovo tecnico ha una sua filosofia ed è un grande allenatore…”

Troppo difensivista quindi il tecnico italiano secondo Adriano, meglio uno che gioca tutti all’attacco, così anche lui, per sbaglio, riuscirebbe a far gol. Peccato che però nell’amichevole con gli arabi l’unico ad essere andato in gol sia stato Burdisso, un difensore.