Ma quando rientra Francesco Totti?

Il capitano ci prova: corre, scatta, forza, tocca palla, ma poi inevitabilmente finisce per uscire dolorante. La situazione va avanti da un po’ e comincia a preoccupare un ambiente che non può permettersi di lasciare troppo spazio alle grandi sorelle. La domanda sorge spontanea, diceva qualcuno: ma quando rientra Francesco Totti?

Di certo non domani contro il Bordeaux, costretto all’ennesima esclusione da parte di Spalletti che, dopo averlo visto uscire dolorante dall’allenamento di ieri, non può certo rischiare di schierarlo in Champions League. Ed è un vero problema, se si considera che oltre al numero 10 non saranno della partita Juan, Pizarro, Montella, Tonetto e Cassetti. Ma mentre l’assenza dei compagni può essere in qualche modo compensata, è difficile per il tecnico toscano trovare un’alternativa che valga almeno la metà del capitano.

E dire che Totti aveva bruciato le tappe per recuperare al più presto dall’infortunio dello scorso aprile e dall’intervento che lo aveva costretto a saltare persino le vacanze estive, per farsi trovare pronto ad inizio stagione. A vederlo in campo in Supercoppa contro l’Inter, qualcuno aveva gridato al miracolo, sebbene proprio dal suo piede destro fosse arrivato l’errore decisivo che consegnava il primo trofeo stagionale alla squadra nerazzurra.

Eurogaffe di Trefoloni: no a ripetizione della partita

Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Così può essere riassunto quanto accaduto ieri sera in una gara valevole per la prima giornata di Champions League (occhio ragazzi, non una partita tra scapoli e ammogliati, ma la competizione più importante in Europa a livello di club).

Nell’occhio del ciclone un arbitro italiano (ma non avevamo i migliori del mondo?), Matteo Trefoloni, protagonista di un episodio che farà molto discutere di qui alla fine della fase a gironi.

Il motivo? Un clamoroso scambio di persona che ha portato all’espulsione di un giocatore al posto di un altro, con tanto di polemiche durante e dopo la gara. Ma c’è di più. Il fischietto italiano non solo ha danneggiato la squadra sul momento, ma non ha nemmeno ammesso l’errore in seguito, visto che sul referto non si fa il minimo accenno a quella che ormai tutti chiamano la euro-gaffe! Volete saperne di più?

Champions League: gioia Juve, rimpianti viola

E’ il bello del calcio, o almeno così dicono. Certo è difficile raccontarlo stasera ai tifosi della Fiorentina, convinti per più di sessanta minuti di poter portare a casa i tre punti, per poi ritrovarsi raggiunti ad un passo dall’impresa dal Lione campione di Francia. Ed è difficile anche raccontarlo ai tifosi dello Zenit St. Pietroburgo, che per un tempo e mezzo hanno sperato di poter fermare la blasonata Juventus lontano da casa.

Ma i viola non avevano fatto i conti con lo scarso fair-play dei francesi né con un arbitro che avrebbe potuto fermare il gioco prima che Piquionne dimezzasse lo svantaggio con Zauri a terra, mentre i russi non avevano considerato che la Juventus ha tra le sue fila un certo Alessandro Del Piero, capace di tirar fuori dal cilindro la giocata risolutiva in qualunque momento della gara.

Peccato per gli uomini di Prandelli, che alla fine del primo tempo erano già in vantaggio per due a zero, grazie ad un Gilardino ampiamente ritrovato, che metteva la testa sui cross dei compagni e faceva sognare la grande impresa al popolo viola. Un vantaggio meritato, nonostante la grande partenza del Lione e le incursioni di Benzema sulla fascia sinistra.

Champions League: l’Inter va, la Roma sprofonda

Bene solo per metà la prima uscita delle italiane in Champions League, in una serata che avrebbe dovuto consegnarci due successi. Almeno sulla carta. Avevano sorriso i giallorossi in fase di sorteggio, quando si erano ritrovati nel girone gli sconosciuti nonché debuttanti romeni del Cluj, una squadra senza grosse ambizioni, in cui l’unico nome noto è quello di Peralta (ma alzi la mano chi ricorda che è passato dalle parti dell’Inter qualche anno fa).

Ma ieri sera c’è stato ben poco da sorridere in casa Roma ed ora è già tempo di bilanci, dopo un inizio di campionato stentato ed un esordio in Champions che peggio non poteva andare.

E dire che la Roma era partita bene, creando ghiotte occasioni da gol ed andando in rete con il sempreverde Panucci (di testa, come suo solito), ma poi qualcosa deve essersi spezzato negli equilibri di una squadra che sembra lontana parente di quella ammirata durante la scorsa stagione. La giustificazione continua ad essere quella delle assenze pesanti, ma, di fronte ad una squadra che sentiva per la prima volta il profumo dell’Europa che conta, non serviva certo la Roma migliore per portare a casa i tre punti.

Champions: la prima volta di Cipro e la clamorosa eliminazione dello Schalke

Non solo Juventus e Fiorentina nella competizione più importante d’Europa. Le squadre che hanno passato il turno preliminare di Champions League sono in tutto 14, e di certo non sono mancate le sorprese. Si affrontavano squadre di tutto il Continente, da quelle con miglior storia calcistica a quelle che la storia volevano cominciare a crearsela, fino a squadrette semisconosciute, che però volevano dire la propria.

Le notizie eclatanti sono due: sicuramente la più simpatica è vedere per la prima volta nella storia della Champions League una squadra cipriota qualificarsi alla fase finale. Le formazioni della piccola isola del Sud europeo si erano sempre fermate ai preliminari, ma quest’anno l’Anorthosis ha fatto di più, ha battuto 3-0 i vicini di casa e molto più titolati dell’Olimpiakos, in maniera tale da poter passare il turno anche con una sconfitta al ritorno.

La Fiorentina ritorna tra le grandi

Un sogno inseguito per otto lunghissimi anni e finalmente realizzato: la Fiorentina è in Champions League, dopo il periodo nero che l’ha tenuta lontana dall’Europa che conta a causa di fallimenti, retrocessioni e penalizzazioni.

Ma ora è il momento di esultare, di liberare la gioia lungamente repressa, di dimostrare che la viola è tra le grandi del calcio ed è intenzionata a rimanenrci per molto. Lo 0-0 conquistato ieri sera sul campo dello Slavia Praga ha solo confermato quanto di buono fatto nella gara di andata, quando i ragazzi di Prandelli avevano messo in tasca un presiosissimo 2-0 da gestire.

C’era qualche preoccupazione alla vigilia e non perché lo Slavia sembrasse squadra chissà quanto temibile, ma perché non ci si può mai fidare delle gare di fine estate e di avversari che non hanno nulla da perdere. Per di più la Fiorentina era orfana di Mutu, fuori per la lussazione al gomito rimediata in nazionale, e l’assenza del romeno crea sempre qualche motivo di apprensione.

La Juventus conquista l’Europa

Non c’erano dubbi sulla qualificazione della Juventus al tabellone principale della Champions League, né in fase di sorteggio né, tantomeno, dopo averla vista giocare e vincere (bene) nella gara di andata. Ieri sera c’era da onorare l’impegno, in una sorta di ultima amichevole prima del campionato, utile soprattutto a far macinare chilometri europei a chi non era stato tra i protagonisti del 4-0 della gara di Torino.

E allora spazio alla coppia d’attacco Amauri-Iaquinta (quest’ultimo aveva giocato la partita di andata, ma non nel suo ruolo), con il brasiliano che ha avuto parecchie occasioni per far valere la sua forza fisica e l’indubbio talento. Suo il gol che ha consentito alla Juve di pareggiare a metà primo tempo, dopo un imperioso colpo di testa, pezzo forte del suo repertorio.

Certo, da domenica tornerà a sedersi in panchina, viste le gerarchie che favoriscono Del Piero e Trezeguet (due che nell’ultima stagione hanno messo a segno la bellezza di 41 gol in campionato), ma siamo certi che uno come lui tornerà molto utile alla causa bianconera.

la Juve è pronta per l’Europa

Due anni di purgatorio, uno addirittura in serie B, a guardare le altre che giocavano in Europa, a trascorrere le serate di Champions davanti alla tv, da semplici spettatori. Questo il destino toccato alla Juventus nelle ultime due stagioni, in attesa di tornare ad occupare il posto che merita tra le grandi del calcio.

Stasera ricomincia da Torino la rincorsa all’Europa che conta, di fronte ad un avversario che si chiama Atmedia Bratislava, ultimo ostacolo alla conquista dell’ingresso in Champions League. In fase di sorteggio avevamo esultato per l’abbinamento, ma Ranieri tende a volare basso, non sentendosi già vincitore:

Abbiamo molto rispetto per questa squadra. Ha già segnato 10 gol nei premilitari e due anni fa ha fatto davvero bene in questa competizione. Ha rifilato un 5-0 al Celtic ed è andata a vincere 3-2 in casa del Porto. Inoltre non si vincono campionati e coppe nazionali solo per caso.

Mutu-Gilardino: la Fiorentina a un passo dall’Europa

Mutu suona la carica, Gilardino risponde “presente” e Firenze ricomincia a sognare dopo nove lunghi anni di assenza dalla massima competizione Europea (non sempre per demerito proprio, vedi Calciopoli e penalizzazione).

Comincia così, con un secco 2-0, il cammino di avvicinamento della Fiorentina alla Champions League. Lo Slavia Praga si è rivelato un avversario ancor meno ostico del previsto ed i viola hanno potuto mettere al sicuro un risultato confortante in vista del ritorno del 27 agosto.

Ed ora è fatta per metà (qualcosa in più della metà, vista la pochezza tecnica dell’avversario). Possiamo già segnare il nome della Fiorentina nel tabellone principale, in attesa dell’altra italiana, la Juventus, che stasera sarà impegnata contro l’Artmedia.

La Juve è in forma Champions

La Juve ha dimenticato l’Amburgo, non la squadretta che 25 anni fa gli tolse dalla bacheca una Coppa dei Campioni che sembrava vinta (quel ricordo non si cancella), ma quello dell’altra sera che ha regalato alla squadra di Ranieri il primo grande dispiacere della stagione.

Incidenti di percorso: inutile fare drammi a questo punto della preparazione, così come è inutile esaltarsi per l’ottima prova offerta ieri sera davanti ai campioni d’Inghilterra e d’Europa, detentori di quel titolo che la Juve spera di riportare presto a Torino.

Festa grande all’Old Trafford per applaudire all’ultima straordinaria stagione dei Red Devils, davanti a 60.000 spettatori che non hanno mai smesso di incitare la propria squadra (alla faccia dell’amichevole ed anche di Sir Alex Ferguson che in passato ha bacchettato il pubblico, accusandolo di non far sentire il proprio calore alla squadra).