Qualificazioni mondiali: crisi per Brasile, Argentina e Portogallo, bene le big europee

La seconda giornata di qualificazioni ai mondiali ci ha consegnato diverse squadre in difficoltà. Il Brasile che pareva essersi ripreso dal momento difficile che l’aveva visto perdere anche 10 posizioni nel ranking Fifa torna a vedere tutto scuro in Colombia. Gli extraterrestri verdeoro ritornano sulla Terra con un pareggio senza reti che fa pensare agli spettatori di farsi rimborsare il prezzo del biglietto.

Peggio ancora va all’Argentina, anche lei in gran ripresa, ma che subisce una mazzata in Cile, più per il gioco che per il risultato. Il trio delle meraviglie Aguero-Messi-Milito questa volta è rimasto a guardare, il Cile ha letteralmente travolto i biancocelesti in campo, Burdisso si è gravemente infortunato, e in tutto questo l’1-0 per i rossoblù è sufficiente per l’aggancio al secondo posto del girone sudamericano che vede ancora il Paraguay dominare (vittoria per 1-0 sul Peru), e il Brasile guadagnare immeritatamente la seconda posizione. Esce per la prima volta dalla lista delle qualificate l’Ecuador, scavalcato dall’Uruguay.

L’Inghilterra scopre Capello

Era arrivato nella terra di Sua Maestà preceduto dalla fama di vincente, ma costretto da subito a superare quel “pizzico” di ostilità riservata dagli inglesi a tutto ciò che non è Made in England. Un impegno arduo quello di Fabio Capello, che non si è lasciato smontare dalle critiche dei mesi scorsi ed ora si gode la sua meritata rivincita.

E così, a conclusione delle prime quattro gare di avvicinamento ai mondiali del 2010, la stampa inglese deve ricredersi e celebrare finalmente uno che non conosce il significato della parola “fallimento”.

Stamattina i tabloid d’oltremanica erano tutti per lui, per l’uomo che è riuscito a trasformare una squadra rendendola pressoché imbattibile. Quattro vittorie in quattro gare, primo posto nel girone ed un gioco che non si vedeva da tempo in casa Inghilterra: Fabio Capello comincia a lasciare il segno!

Inter e Milan divorziano, i nerazzurri cambiano stadio

Il modello inglese comincia a prendere piede anche in Italia. Gli stadi di proprietà delle società sembrano comincino ad andare di moda anche qui, almeno per i grandi club. La prima ad annunciare di volersi costruire uno stadio tutto per sè è stata la Juventus, che ha intenzione di costruire il nuovo Delle Alpi di proprietà esclusiva del club bianconero.

Sulla stessa scia adesso ci sarà anche l’Inter, che dal Dicembre prossimo inaugurerà l’inizio dei lavori per uno stadio completamente finanziato dal suo Presidente, Massimo Moratti. Troppo poco possedere una delle squadre più forti del mondo e dominare incontrastato in Italia negli ultimi anni. Moratti vuole di più, e quindi passare alla storia come il Presidente che ha regalato alla sua squadra un impianto straordinario, degno di comparire tra i migliori stadi del mondo.

Mondiali 2010: l’Italia nel segno di Aquilani

E fanno 30! Trenta partite consecutive senza sconfitte per Marcello Lippi, che così entra nella storia, eguagliando il record di Vittorio Pozzo. Ma questo, come fa notare lui stesso, conta poco. Quello che conta è che la Nazionale azzurra è in testa al girone di qualificazione per i mondiali sudafricani e può permettersi di dormire sonni tranquilli da qui a marzo, quando ci sarà la ripresa della corsa.

Quattro partite ufficiali per il Lippi bis: un pareggio e tre vittorie, caratterizzate da altrettante doppiette. Con Cipro il match winner era stato Di Natale, nel suo periodo di forma migliore, poi ci aveva pensato De Rossi a mettere il timbro sulla gara contro la Georgia; ieri sera è toccato ad Aquilani il ruolo di goleador (primi gol in azzurro per lui).

Di fronte al pubblico di Lecce, l’Italia ha dato segnali di crescita, sebbene abbia rischiato più del dovuto in fase difensiva. Sin dall’inizio gli azzurri si sono spinti in avanti alla ricerca del gol con Dossena, Gattuso e Pepe, prima della zampata vincente di Aquilani.

Grandi azzurrini, tanta fatica ma alla fine Israele è K.O.

Alla fine ce l’hanno fatta. Dopo mille polemiche dovute allo 0-0 nella gara d’andata ad Ancona, gli azzurrini di Pierluigi Casiraghi riescono a qualificarsi per gli Europei di Svezia grazie ad un grande Mario Balotelli, autore della doppietta decisiva.

Finisce 1-3 a Tel Aviv, in una gara in cui gli italiani non avrrebbero dovuto trovare difficoltà, ma in cui le mille difficoltà della partita d’andata avevano annebbiato le menti degli azzurri, che sono entrati così con molti dubbi in campo.

Cristiano Ronaldo scartato dall’Inter

E’ uno dei giocatori più forti in attività. Per alcuni è addirittuta “il” più forte. Nell’ultma stagione ha segnato la bellezza di 42 reti tra campionato e coppe varie, candidandosi prepotentemente alla conquista del Pallone d’Oro. Stiamo parlando di Cristiano Ronaldo, asso del Manchester United e della nazionale portoghese.

La scorsa estate è stato al centro del calciomercato, visto l’interessamento del Real Madrid che avrebbe fatto grossi sacrifici pur di portarlo in camiseta blanca.

Sacrificio che invece non è stata disposta a fare l’Inter qualche anno fa, quando Luisito Suarez scoprì il fenomeno portoghese nelle giovanili dello Sporting Lisbona e cercò di convincere i nerazzurri a portarlo a Milano. Ebbene si, Cristiano Ronaldo poteva arrivare alla corte di Moratti quando ancora non aveva compiuto i 18 anni!

Donne e palloni, gioie e dolori

Una volta era il portafoglio a decidere, oggi sono le compagne. Lavorano nell’ombra, ma alle volte possono determinare il destino di un calciatore, e di conseguenza anche di un intero club. Ormai storica è la vicenda che ha visto coinvolto Andriy Shevchenko e consorte, in cui è stata proprio la moglie Kristen a decidere per lui, quando impose all’ex pallone d’oro di trasferirsi al Chelsea perchè voleva far imparare al proprio figlio l’inglese. E la storia ci ha insegnato che fu una scelta sbagliatissima.

Ora la storia si ripete con altri due campioncini destinati però a diventar grandi: Bastian Schweinsteiger e Sergio Aguero. Anche per loro, abituati già a 20 anni ai milioni, a portare i pantaloni in casa pare che siano le rispettive fidanzate, Sarah e Giannina. E la loro carriera pare dover dipendere proprio da questo.

Savicevic, da Genio a Presidente volontario

Sembra ieri, eppure sono passati dieci anni da quando Dejan Savicevic impartiva lezioni di calcio sui campi italiani, svolazzando di qua e di là con classe sopraffina. Lo chiamavano il Genio, uno degli ultimi interpreti di un calcio fatto di estro ed eleganza, a prescindere da qualunque schema tattico.

Con il Milan ha vinto tutto, risultando spesso determinante con le sue giocate di alta classe, come quando nel ’94 ad Atene segnò uno dei più bei gol della sua carriera, umiliando il Barcellona di Cruyff.

Una vita fa. Ora Dejan, a poco più di 40 anni, ha cambiato mestiere e si sta misurando con il ruolo di Presidente della Federcalcio Montenegrina.

Il Milan di sera proprio non va, perde anche a Tirana

Se escludiamo le due partite di coppa Uefa (che però alla fine sono quelle che contano di più), il cammino del Milan nelle gare serali è il più disastroso degli ultimi anni. In pratica da Agosto la squadra di Ancelotti è riuscita, in un totale di 10 partite (tra campionato e coppa) a collezionare 6 sconfitte, tre vittorie e un solo pareggio.

E stavolta la sconfitta, così come a Lugano e in altre occasioni, è arrivata contro una squadra che almeno sulla carta non vale nemmeno un quarto di quella rossonera: il Tirana. Si giocava il trofeo Taci Oil Albania Reads, e per il Milan non era nemmeno tanto un’amichevole, dato che in campo erano presenti quasi tutti i titolari.

Top 10: i migliori soprannomi della storia del calcio

Divertenti, ironici, a volte irriverenti: un soprannome è come un marchio di fabbrica, che accompagna per tutta la vita, facendo a volte dimenticare persino il nome dell’interessato. Il mondo del calcio ne è pieno, tanto che qualcuno ha pensato bene di stilare una classifica dei più curiosi, anche se non sempre così noti.

L’idea è del Mirror, non nuovo a iniziative di questo tipo, sebbene dimostri ancora una volta la sua faziosità, inserendo nella lista per lo più nomi di calciatori inglesi. Ed eccola allora la classifica dei 10 soprannomi più bizzarri della storia del calcio.

10 – René Highuita

Uno dei pochi “non inglesi” della lista: lo Scorpione Higuita, così chiamato per l’incredibile parata in un Inghilterra-Colombia di qualche anno fa. Ne abbiamo parlato più volte su queste pagine e, se volete, potete anche gustarvi il video.

Serie B: l’Empoli respira aria di A

Con il pareggio tra Albinoleffe e Pisa si è quasi concluso il quadro dell’ottava giornata di Serie B, che si completerà martedì 21 con Rimini-Brescia e Bari-Sassuolo, rinviate a causa della norma sui calciatori delle nazionali.

Con il pareggio di ieri quindi si ottengono due risposte: l’Albinoleffe non è più capace di ripetere l’annata dello scorso anno che l’ha vista nelle prime quattro posizioni per tutto l’anno, e il Pisa è completamente un’altra squadra. Ma per sua fortuna non è da sola.