Nessuna frattura per Kakà

Molta preoccupazione ha destato ieri sera l’infortunio che ha colpito la stella del Milan Kakà durante la gara contro la Reggina. Infatti ieri i tifosi rossoneri erano più preoccupati delle

L’Inter va, il Milan rallenta. E domenica c’è il derby

Le speranze dell’Italia anti-nerazzurra si vanno via via affievolendo di fronte ad una classifica che vede l’Inter sempre più saldamente al comando, un po’ per merito proprio, un po’ per le disfatte altrui. Mourinho & Co. continuano a ripetere di non essere interessati ai risultati delle dirette concorrenti, di voler fare il proprio campionato e bla bla bla… I soliti discorsi di circostanza, insomma.

Certo è che le altre pretendenti allo scudetto non si stanno dannando l’anima per rendere difficile il cammino dell’Inter e, anzi, il più delle volte fanno a gara per stendergli un bel tappeto rosso sotto i piedi. Basta guardare la giornata di ieri. L’Inter è scesa in campo alle sei del pomeriggio ed ha fatto ampiamente il proprio dovere, guadagnando tre punti preziosi su un campo ostico come quello di Lecce.

Il Milan aveva il vantaggio di giocare in casa contro la Cenerentola del campionato, quella Reggina che lontano dal Granillo aveva guadagnato la miseria di 5 punti in 11 gare. Una partita da 1 fisso, con tutto il rispetto per i calabresi, che sulla carta non potevano certo sperare di conquistare punti-salvezza in quel di Milano. E invece ci ritroviamo a commentare l’ennesimo allungo dell’Inter che ora viaggia a +8 sui cugini ed a +10 sulla Juventus, costretta oggi a vincere sul campo del Catania, se vuole mantenere viva qualche residua speranza di gloria.

Che fine ha fatto Faustino Asprilla?

Ve lo ricordate quell’attaccante del Parma di colore che correva come un ossesso e, quando segnava, faceva le capriole in stile Oba Oba Martins? Si chiamava Faustino Asprilla ed è da molti considerato uno dei più forti calciatori della Colombia, nonchè uno degli uomini simbolo della storia del club emiliano. Il suo exploit dei primi anni ’90 coincise con il periodo d’oro dei gialloblù, quando puntavano ancora allo scudetto, e per questo non è mai stato dimenticato.

Il problema è che da quando ha lasciato l’Italia sono passati ben 10 anni. Lui è ricordato ancora per le annate a Parma e in Inghilterra con la maglia del Newcastle, ma per il resto non si è saputo più nulla. Forse perché per cercare sue notizie bisognava guardare la pagina della cronaca nera dei giornali e non quella sportiva.

Il caso Beckham tra offerte e rifiuti. E intanto arriva Victoria

Beckham si, Beckham no, Beckham forse: il tormentone è destinato a continuare ancora per molto, in attesa che i Los Angeles Galaxy si decidano ad assecondare la volontà del giocatore, lasciandolo libero di decidere sul suo futuro. A neanche un mese dall’esordio, lui sembra intenzionato più che mai a terminare la stagione in maglia rossonera, confortato dalle ottime prestazioni (con tanto di gol) che va via via inanellando.

L’Inghilterra non è poi così lontana e non solo dal punto di vista geografico. Questa sera il suo nome dovrebbe essere tra quelli sciorinati da Capello per l’amichevole di mercoledì contro la Spagna e Beck sa benissimo che la possibilità di giocare in nazionale è figlia della sua presenza in un campionato di alto livello. Al diavolo il marketing ed i contratti milionari dunque, di fronte alla chance di giocarsi da protagonista il prossimo mondiale.

Ma non è tutto semplice come potrebbe sembrare e, se prima lo scoglio maggiore da superare si chiamava Victoria Beckham (per niente allettata dall’idea di trasferirsi nel Belpaese), ora il nodo da sciogliere risponde al nome di Tim Leiweke, amministratore delegato della AEG, proprietaria del club californiano.

Buone notizie per Mannini e Possanzini, Platini è dalla loro parte

Ancora non è detta l’ultima parola. La maxi-squalifica, a detta di tutti ingiusta, assegnata ai calciatori Mannini e Possanzini potrebbe essere presto annullata. A dare una mano ai due potrebbero essere nientemeno che Michel Platini ed anche qualche cavillo legale.

In primis, le regole. Secondo il regolamento internazionale la Wada, l’organo di controllo anti-doping mondiale, il quale controlla tutte le discipline, non soltanto il calcio, non poteva fare ricorso al Tas in questo caso. Il Tas infatti può intervenire esclusivamente sui calciatori di livello internazionale o nazionale (inteso come squadra nazionale) per evitare che eventuali aiuti illeciti possano portare un vantaggio ad una federazione piuttosto che ad un’altra.

Ronaldinho e Balotelli: a volte ritornano

Cos’hanno in comune Ronaldinho e Balotelli? Poco, quasi niente, forse solo il fatto di giocare nella stessa città, seppur con maglie diverse. Per il resto, ci sono ben pochi elementi per azzardare un paragone: l’uno ha vinto tutto quello che c’era da vincere, dimostrando ad ogni latitudine il proprio talento, mentre l’altro è rimasto prigioniero dei complimenti ricevuti dopo le prime prove convincenti, neanche avesse raggiunto i livelli del suo illustre collega.

Entrambi si sono ritrovati ai margine della squadra nell’ultimo periodo, ma mentre il campione consacrato ha fatto buon viso a cattiva sorte, accettando la panchina, il ragazzino ha puntato i piedi, arrivando allo scontro diretto con un certo Mourinho, che in quanto a fermezza non ha nulla da invidiare a nessuno.

Oggi i due dovrebbero avere la possibilità di riscattarsi dall’ultimo periodo infelice, dimostrando sul campo di poter essere ancora utili alla causa delle rispettive squadre.

Fantacalcio: poche assenze, squadre favorite sono Cagliari e Milan

Si preannuncia una probabile giornata di abbondanza per gli allenatori del Fantacalcio. A parte qualche infortunato di lungo corso, la gran parte delle squadre, o almeno delle grandi, che sono quelle che forniscono il maggior numero di calciatori al Fantacalcio, saranno al gran completo.

Tra le piccole le più inguaiate sono senza dubbio Reggina e Lecce che hanno il maggior numero di assenze, peggiorate dal fatto che non sempre i sostituti sono all’altezza, ma anche perché affrontano Milan e Inter. Ci saranno parecchi problemi anche per la Roma per quanto riguarda la difesa, visti i contemporanei problemi di Cicinho, Panucci, Riise e Cassetti, più qualche disagio a centrocampo con le probabili assenze di Aquilani e Menez, e il rischio di non vedere nemmeno Baptista.

E’ il momento di Balotelli

Chi la dura la vince, recitava un vecchio adagio, e nel braccio di ferro con il giovane ribelle l’ha vinta lui, mister Mourinho (toh, che novità!). Del resto il duro di Setubal aveva piantato i paletti sin dal primo giorno di ritiro, invitando la truppa a seguire i propri ordini senza protestare, a prescindere dal nome stampato sul retro della casacca, pena l’esclusione dalla squadra.

Una lezione che Mario Balotelli ha dovuto imparare sulla propria pelle, convincendosi finalmente a sotterrare l’ascia di guerra, pur di ritagliarsi qualche spazio nell’armata nerazzurra. Lo Special One non aveva apprezzato la richiesta del giovane attaccante di trasferirsi altrove per trovare maggiore spazio, né tantomeno il rifiuto di seguire la squadra nella trasferta di Catania a fine gennaio. E a nulla erano valse le lacrime di Supermario qualche giorno dopo: fuori, finché non si deciderà a rispettare le decisioni del mister. Di fronte a tale fermezza il giocatore non ha potuto far altro che chinare la testa ed obbedire, rientrando così nelle grazie di Mourinho, che lo ha convocato per la gara di domani contro il Lecce:

Fa quello che voglio in qualsiasi minuto dell’allenamento, se in futuro farà le cose anche quando non glielo chiedo sarà un calciatore perfetto. Ma io sono già felice così. Chi gli sta intorno è responsabile, sia in positivo che in negativo di Balotelli, anche i giornalisti lo sono.

Presidenti spendaccioni di tutta Europa, tremate!

In un mondo in cui la questione morale diventa sempre più al centro dell’attenzione, c’è chi sente il bisogno di inserirla anche nel mondo del calcio. Per questo Michel Platini, presidente Uefa, ha deciso di dare un giro di vite definitivo agli sprechi del pallone: non far iscrivere i club spendaccioni alle competizioni europee.

Più precisamente si tratta non di limitare la spesa di ogni singolo club, ma di renderla più “etica”. In pratica si tratterebbe di costringere i club a non spendere più di quello che guadagnano. Una norma che è automatica in tutte le aziende del mondo, tranne che in quelle del calcio, in cui i presidenti con il portafoglio bucato investono centinaia di milioni di euro senza un ritorno economico.