Pierluigi Collina e le regole da modificare

Lo stato di salute è buono, gli arbitri stanno cercando di migliorare attraverso il lavoro. Ed è questa l’unica strada percorribile.

Parole e musica di Pierluigi Collina, chiamato a rispondere a domande sulla situazione arbitrale in Italia, messa a dura prova nelle ultime settimane da episodi controversi. L’ex arbitro numero uno al mondo non può far altro che attenersi al regolamento, ricordando come sia difficile nel calcio moderno stabilire, ad esempio, se un fallo di mano sia volontario o meno.

Il regolamento è chiaro e lascia discrezionalità all’arbitro. L’articolo 12 parla di volontarietà, quindi un fallo di mano è da fischiare solo se questo è volontario ed è difficile in campo stabilirlo. Lo stesso regolamento fissa dei parametri. Prima di tutto bisogna osservare il movimento del braccio, ovvero se è questo che va verso il pallone o viceversa, quindi la distanza, per cui se è breve non c’è il tempo per reagire. Infine da osservare la posizione delle mani e delle braccia e le linee guida Uefa parlano di posizione naturale ovvero legata al gesto tecnico che un giocatore sta compiendo, quindi non si parla di braccia larghe o strette ma di movimento naturale. Il calcio si gioca con tutte le parti del corpo escluse braccia o mani che consentono però al giocatore di avere equilibrio.

Liga: all’Espanyol il derby di Barcellona, valanga di gol per il Real Madrid

Gli errori arbitrali per fortuna non ci sono solo in Italia, ma sono presenti e pesano tanto anche in Spagna. Un errore del direttore di gara nel delicatissimo derby Barcellona-Espanyol falsa la partita e permette alla seconda squadra catalana di battere i più titolati cugini blaugrana.

Contemporaneamente il Real Madrid mette a segno la sua nona vittoria consecutiva, per una volta molto convincente, e si porta da -12 a -7 nel giro di due settimane. Ma riavvolgendo il film della 24a giornata non si può non soffermarsi sul derby del Camp Nou. Sullo 0-0, dopo poco più di mezz’ora, l’ivoriano Keita fa un’entrataccia su un avversario e si becca il rosso diretto. A guardarla a velocità normale l’entrata sembra davvero dura, ma visto che siamo in periodo di Oscar, bisognerebbe darne uno anche a Moises, il calciatore dell’Espanyol che cade come se gli avessero sparato. Al replay si vede chiaramente che Keita entra pulito senza nemmeno sfiorare l’avversario, ma l’arbitro abbocca e lo manda fuori. Un derby da giocare in 10 per un’ora diventa complicato anche per il Barça.

Fantacalcio: i difensori segnano più degli attaccanti, vince il modificatore di difesa

Si prospettano punteggi molto bassi in questa giornata di Fantacalcio. Fino ad un quarto d’ora dalla fine delle partite, nessuno dei primi 40 cannonieri della classifica di A aveva ancora messo a segno una rete. Complici anche le poche reti di giornata, solo 17, o gli impegni di coppa (che peraltro hanno portato bene visto che solo l’Udinese non ha vinto), ma fatto sta che soltanto gli attaccanti della Fiorentina risultano tra i calciatori più utilizzati nei vari Fantacampionati ad essere andati in rete in questa giornata.

Nessuna doppietta e molti nomi nuovi, con la sorpresa Trezeguet, che rientra dopo una lunga assenza e va a segno, e che potrebbe rientrare subito nella top 11 perché l’infortunio prolungato aveva fatto precipitare la sua quotazione dai 34 milioni di inizio stagione ai solo 3 di due giorni fa.

Napoli e Milan col fischio

La situazione da delicata si fa seria, diciamo pure preoccupante, per un Napoli partito a settembre con grandi ambizioni e ritrovatosi a metà stagione a dover fare i conti con una classifica difficile da digerire. Segnali di ripresa? Nemmeno a parlarne, se si esclude l’ottima prestazione di qualche giorno fa in Coppa Italia, quando i partenopei si sono dovuti arrendere solo alla miglior sorte della Juventus.

Intanto il campionato continua ad essere un disastro ed il fattore campo non spaventa più le avversarie, che scendono al San Paolo e fanno man bassa di punti. La scusa del periodo di rilassamento non regge più di fronte ad un popolo che chiede risultati immediati.

Così. dopo la sconfitta casalinga contro il Genoa, la contestazione è salita altissima intorno alla squadra, costretta a ritardare l’uscita dallo stadio e bersagliata dai fischi e dai cori dei tifosi inferociti. Alla fine il dg Marino ha dovuto prendere la situazione in mano, presentandosi al cospetto della folla e annunciando il ritiro immediato della squadra, sebbene Reja continui a sostenere che non sia un metodo efficace per uscire dalla crisi.

Che fine ha fatto Diego Maradona jr.?

Quando il grande Diego Armando Maradona (senior) lo riconobbe come suo figlio naturale nel 2003, subito si scatenarono le attenzioni su quel piccolo ragazzino di 17 anni che giocava nelle giovanili del Napoli, e che tutti davano già come prossimo campione della squadra partenopea. C’era già chi lo voleva far esordire in prima squadra, magari con la maglia numero 10 per poter vedere ancora una volta al San Paolo un Maradona far vincere la squadra. Ma poi il fallimento del club dell’anno successivo diventò anche il fallimento della sua carriera.

A soli 18 anni e con un nome troppo pesante sulle spalle fu sballottato da una squadra all’altra, ingaggiato più perché figlio di Maradona (sperando nei suoi geni calcistici) che per le sue effettive qualità. Ciò che è noto di Diego Sinagra (questo il suo vero nome) è che fu ingaggiato prima dal Genoa per giocare nelle giovanili, e poi passò al Cervia nel famoso reality show “Campioni“. Lì giocò molto poco a causa di un infortunio, tanto che, dopo la promozione in D, decise di lasciare la squadra. E da allora cosa ne è stato di lui?

Inter, Juve e Roma avvisano le inglesi

Parola d’ordine: vietato distrarsi. Lo aveva detto pubblicamente Mourinho alla vigilia della gara col Bologna, ma immaginiamo che anche Ranieri e Spalletti abbiano fatto discorsi simili nel chiuso dello spogliatoio.

La Champions è uno degli obiettivi delle tre squadre italiane approdate agli ottavi, forse l’obiettivo più ambizioso, ma la finale di Roma è ancora troppo lontana e per ora conviene concentrarsi su un campionato che non ha ancora dato verdetti definitivi.

Lo sa bene Mister Mourinho che aveva chiesto ai suoi di non scherzare di fronte all’impegno di campionato, nonostante il divario quasi abissale dalle inseguitrici. Ed i suoi non hanno scherzato, andando a guadagnare a Bologna tre punti che significano distanze mantenute su Juve e Milan e avvertimento al Manchester, prossimo avversario in Champions. Gli inglesi, dal canto loro, hanno risposto con il medesimo risultato, ottenuto in casa contro il Blackburn, nella gara che poteva regalare l’imbattibilità europea a Van Der Saar.

Bundesliga: crisi Bayern, Hoffenheim di nuovo primo

Manca ancora la partita dell’Amburgo, che potrebbe riprendersi la vetta della classifica persa due settimane fa, ma almeno per 24 ore in vetta alla classifica della Bundesliga c’è ancora il piccolo-grande Hoffenheim. La squadra più incredibile del campionato gioca una gran partita in casa di un forte Stoccarda, e trova in Ba il salvatore della patria. Finisce 3-3 contro lo Stoccarda, con il senegalese autore di una tripletta, che ad ogni gol degli avversari impattava la partita.

Fortuna vuole che al contempo perdano anche l’Herta Berlino e il Bayern Monaco, così un solo punto vale il primo posto. E’ ancora il solito Dzeko a trascinare avanti il Wolfsburg, e vince, ancora una volta da solo, la partita contro l’Herta. Incredibilmente i verdi, dopo essere stati a metà classifica per tutto il campionato, con qualche risultato utile consecutivo si ritrovano al sesto posto a soli 4 punti dal primato.