Inter scatenata sul mercato, due acquisti e mezzo in 3 giorni

E’ proprio il caso di dire Pazza Inter. Dopo averci ammorbato per un mese con il tira e molla Lampard sì Lampard no, sono bastati due giorni a Branca e Oriali per svoltare l’angolo e acquistare un altro calciatore. E’ Sulley Muntari il centrocampista che Moratti regalerà a Mourinho per la prossima stagione.

Il tecnico portoghese, che si era impuntato perchè voleva a tutti i costi un centrale per sostituire Stankovic che non rientrava più nei suoi piani, dopo il no di Lampard e quello probabile del Porto per Quaresma, dovrà accontentarsi dell’ex calciatore dell’Udinese, che solo dopo un anno di Premier League ritorna in Italia.

Mutu resta, ma era necessario il polverone?

Il tormentone si è concluso e non possiamo nemmeno lamentarci, vista la brevità della durata. Ad una manciata di ore dall’offerta della Roma per l’acquisizione del cartellino di Adrian Mutu, è arrivata secca la risposta della società viola, con un comunicato tanto breve quanto perentorio:

Il presidente dell’Ac Fiorentina, Andrea Della Valle, in riferimento all’offerta della Roma, comunica che, per la società viola, Adrian Mutu è e resta un giocatore della Fiorentina.

Queste le parole della società al termine di una giornata di indiscrezioni febbrili che davano il romeno con la valigia pronta ed un biglietto aereo per Fiumicino. E invece Mutu resta dov’è, contento o meno di continuare il suo rapporto con la squadra di Prandelli. Resta come restò un paio di anni fa Luca Toni, pronto a trasferirsi a Milano, sponda nerazzurra, e poi trattenuto per volontà dei Della Valle.

Calcio tatoo: Ezequiel Lavezzi

Quando si dice Lavezzi si parla di velocità, destrezza, fantasia, imprevedibilità, ma anche di tatuaggi. Nessuno sa effettivamente quanti siano, c’è chi dice 11, chi 12, chi addirittura 16, chi addirittura già sa quale sarà il prossimo. Qualcuno un pò più fantasioso prospetta un grande tatuaggio a coprire il fondoschiena del calciatore.
Questo particolare sicuramente non possiamo saperlo, perchè ci dobbiamo attenere a ciò che lui mette in mostra dopo le partite. Sicuramente sono tanti, e per una volta non sono i classici tatuaggi che ricordano solo i familiari come quelli degli altri calciatori, ma rispecchiano fedelmente la sua fantasia, dato che ognuno di essi è molto particolare.

Squadre storiche: l’Ungheria ed i tre ori olimpici

In questa lunga estate di calciomercato bollente, l’attualità spesso ruba spazio alle rubriche dedicate al calcio che fu. Chiediamo scusa per questo ai nostri affezionati lettori e promettiamo sin da adesso di tornare ad occuparcene con una certa regolarità.

Prima che l’Europeo ed il mercato estivo calamitassero completamente la nostra attenzione, il mercoledì eravamo soliti raccontarvi le partite storiche, quelle cioè che per un motivo o per l’altro si guadagnano un posto speciale negli annali del calcio.

Quest’oggi, più che di una partita, vogliamo farvi rivivere le gesta di una nazionale che, seppur in epoche diverse, è riuscita a conquistare ben tre ori olimpici. Stiamo parlando della grande Ungheria degli anni ’50-’60 e di un calcio dimenticato che al giorno d’oggi sarebbe improponibile.

Prandelli “Adesso potete fare anche senza di me”

Martedì mattina, l’autobus è già pronto, Frey c’è, Vargas c’è, Comotto c’è, Pazzini c’è, ma manca qualcuno. Prandelli non vuol partire senza Mutu, ma dopo una breve attesa arriva Corvino che gli dice all’orecchio: “Adrian non viene, in questo momento è a Roma“. Il volto dell’allenatore cambia, dalla solita pacata serenità comincia a diventare sempre più scuro ed è meglio lasciarlo sbollire.

In ritiro il romeno non ci sarà, ma non ci vorrebbe essere nemmeno Prandelli, portato a forza a pranzo con la squadra dove nessuno osa rivolgergli la parola. Ci prova un intrepido giornalista dopo qualche ora che gli dice: “l’importante è che resti tu”, e la risposta seccata è stata: “si fa anche senza di me“.

L’Italia Olimpica pareggia, ma è ottimista

Ci si aspettava qualcosa di più dall’ultimo test della Nazionale Olimpica prima della partenza per Pechino, ma a conti fatti un pareggio contro la Romania ci può stare a questo punto della preparazione.

Ne è convinto il selezionatore azzurro, Pierluigi Casiraghi, che nella gara di ieri sera a Pistoia ha dovuto rinunciare al febbricitante Montolivo, mettendo in campo 10/11 della formazione che affronterà l’Honduras nel debutto olimpico:

Tutto sommato abbiamo disputato una buona gara, con tante occasioni da gol. Si può migliorare tanto, soprattutto la condizione fisica. Siamo in fase di precampionato, non si può pensare che i ragazzi siano al massimo. C’è tempo per migliorare fino al 7 agosto. Avevamo lavorato tanto e sapevo che avremmo fatto fatica.

A.A.A. cercasi squadra disperatamente

Parte domani l’avventura per una strana nazionale italiana di calcio: quella dei disoccupati. 63 calciatori tra Serie A e C2, che sono rimasti senza squadra, anzichè cercare un preparatore personale che non gli facesse perdere il ritmo, oppure doversi ritirare dal calcio giocato, si riuniranno a Coverciano, per formare una sorta di squadra di calciatori in cerca di riscatto, ma soprattutto per mettersi in vetrina.

Molti nomi sono sconosciuti, ma tra questi spuntano anche volti noti, come quello di Luigi Sala e di Daniele Adani, che a causa di qualche guaio fisico o per l’età non sono riusciti nè ad ottenere un rinnovo contrattuale con la propria squadra, nè a trovare un nuovo contratto.

Mutu-Fiorentina: è rottura totale

Nel ritiro di San Piero a Sieve, a turbare la tranquilla atmosfera di casa viola, è il caso Mutu. Indiscrezioni raccolte da CalcioPro, danno il fantasista romeno vicinissimo alla Roma.

Olimpiadi vietate: Robinho e gli altri

In principio era Galliani. Poi si sono uniti al coro dei no i dirigenti di altre illustri società sportive, in un estate destinata ad essere ricordata come quella dei “gran rifiuti”.

Non stiamo parlando di calciomercato e giocatori che non ne vogliono sapere di cambiar maglia, ma dell’antipatica situazione che si è venuta a creare nei club mezza Europa, dove molte stelle hanno dovuto rinunciare alla chiamata in nazionale per le prossime Olimpiadi.

L’ultimo in ordine di tempo è l’attaccante brasiliano Robinho, in forza al Real Madrid, che proprio ieri si è visto negare il permesso di partecipare ai giochi di Pechino, a causa di un’infiammazione al pube. Almeno ufficialmente.