L’Interconquista la qualificazione agli ottavi di Champions League e salva in extremis la panchina di Benitez. Due piccioni con una fava, come si suol dire, nel bel mezzo di un periodo non proprio esaltante per i colori nerazzurri, in netto ritardo sui cugini del Milan in campionato e risucchiati in un vortice di infortuni che sembra non aver fine.
I ragazzi di Benitez ci provano di spada e di fioretto, ma la rete del vantaggio sembra non voler arrivare, mentre Sneijder si produce in colpi di alta classe (punizione che colpisce la traversa) intervallati da errori degni dell’ultimo dei principianti. Il Twente fa quello che può, resiste e tenta la ripartenza, mettendo i brividi alla retroguardia nerazzurra in un paio di circostanze, prima che l’arbitro mandi tutti negli spogliatoi.
Al Milan servivano i tre punti per esser certo della qualificazione agli ottavi di finale di Champions League ed i tre punti sono arrivati, al termine di una gara non proprio semplicissima contro i francesi dell’Auxerre. Basti pensare che per applaudire la prima rete i tifosi rossoneri hanno dovuto attendere fino al minuto numero 19 della ripresa, quando il solito Ibrahimovic dava l’ennesima dimostrazione di forza, facendo partire un missile imparabile per il malcapitato portiere.
Nella serata di festa trovava spazio ancheRonaldinho, che entrava a qualche minuto dalla fine della partita e strappava applausi per un gol di rara bellezza a pochi istanti dal triplice fischio finale. 0-2 il risultato che qualifica un Milan sempre più protagonista sia in Italia che in Europa e deciso a rinverdire i successi di qualche anno fa.
Non si aspettava regali Claudio Ranieri e non ne ha certo avuti da parte di un Bayern Monaco sceso a Roma con una formazione largamente rimaneggiata, ma pur sempre competitiva. I regali semmai sono arrivati dalla difesa giallorossa, che ha permesso ai bavaresi di accumulare un doppio vantaggio sulla fine del primo tempo, quando Gomez metteva a segno una doppietta.
Due gol da recuperare non sono pochi, ma nel calcio nulla è impossibile e accade che Menez si scopra improvvisamente fantasista e metta lo zampino su un paio di azioni decisive. Da applausi la sgroppata sulla destra ed il passaggio al centro, dove Borriello – seppure in precario equilibrio – riesce a mettere alle spalle del portiere avversario.
Posticipo della sedicesima giornata di serie B.
Stadio Silvio Piola, Novara: Novara-Reggina 3-1 Reti: 7′ pt Scavone (N), 4′ st Bertani (N), 37′ st Cosenza (R), 45′ st Gonzalez (N)
Vincere per conservare un buon margine di vantaggio sul Siena: il compito del Novara è arduo perchè il posticipo mette i piemontesi nelle condizioni di giocare sapendo bene che i toscani hanno sbancato Portogruaro e fatto il proprio dovere. Sul versante opposto del campo, tuttavia, la Reggina sembra essere intenzionata a giocarsi le proprie opportunità per scavalcare in graduatoria l’Atalanta (30 punti) e provare ad agguantare il terzo posto. Ancora: Scavone, Gonzalez, Bertani da una parte e Rizzato, Campagnacci, Sy dall’altra sono buona garanzia di una sfida all’insegna di parecchie conclusioni a rete.
Il primo affondo (1′) è degli ospiti che vanno al tiro con Viola da 40 metri, para Ujkani; lo stesso Viola ci riprova al 5′, pallone alto sulla traversa. Alla prima replica locale, tuttavia, il Novara passa in vantaggio: Marianini sguscia via sulla sinistra e crossa verso il centro dell’area dove Scavone è lesto a raccogliere e insaccare. Sy tenta di imprimere un ritmo differente alla gara dei calabresi ma in due occasioni ravvicinate (9′ e 13′) manca l’aggancio al centro dell’area. Novara ancora in avanti al 21′ con Gemiti che lancia per Marianini il cui colpo di testa finisce alto sulla traversa.
Il Napoli strapazza il Bologna e si porta nuovamente al terzo posto in classifica, scavalcando Roma e Juventus ed accorciando ulteriormente il distacco dalla Lazio, fermata nel pomeriggio sul terreno del Parma.
Tutto facile per i partenopei, che al minuto numero 2 erano già in vantaggio, grazie alla rete firmata da Maggio, che colpiva di testa ed infiammava il San Paolo. Ancora Napoli in avanti nella fase centrale della prima frazione di gioco, ma Hamsik e compagni difettavano in precisione o trovavano puntualmente la ribattuta della difesa ospite. Fino al minuto numero 37, quando lo slovacco sfruttava un passaggio di Cavani ed infilava il portiere ospite, consentendo agli azzurri di godersi il riposo con due reti di vantaggio.
La Sampdoria trova finalmente un nuovo trascinatore! Cassano è fuori rosa? E allora ci pensa Pazzini a fare il bello e il cattivo tempo in quel di Lecce, mettendo a segno una tripletta scaccia-crisi e regalando ai suoi tre punti utili nella rincorsa alla zona Uefa. L’attaccante sigla due reti nella prima frazione di gioco e – complice l’espulsione di Chevanton – la pratica sembra chiusa. Ma il Lecce si risveglia ed impatta, quando mancano una manciata di minuti al triplice fischio finale, prima che il Pazzo metta la sua firma sul definitivo 2-3 per la Samp.
E se la Sampdoria che segna e vince fa notizia, la fa ancor più la sconfitta dell’Inter sul campo del Chievo. Moratti continua a ripetere che Benitez non si tocca, ma ci sarebbe piaciuto ammirare la sua faccia dopo gli schiaffoni sonori di Pellissier e Moscardelli, che impediscono all’Inter di avvicinare le posizioni di testa. Il solito Eto’o stavolta non basta e riesce solo a dimezzare lo svantaggio, quando ormai il tempo per recuperare è scaduto.
Due partite, due vittorie: questo lo score che presentava Davide Ballardini sulla panca del Genoa prima di affrontare la Vecchia Signora nell’anticipo della tredicesima giornata di campionato. La Juventus, da parte sua, arrivava sotto la Lanterna dopo due pareggi consecutivi e mirava alla posta piena per non perdere terreno dal gruppetto di testa.
Il rientro di Krasic alimentava le speranze dei bianconeri, che nelle ultime gare hanno risentito della mancanza di spinta da parte del serbo, sempre più indispensabile per il gioco di Delneri. E la differenza si è vista, considerando che la prima frazione di gioco se la assicuravano nettamente gli ospiti, perennemente in avanti, alla ricerca del colpo che avrebbe chiuso il discorso in anticipo.
Se l’Inter dipende dalle prodezze di Eto’o, il Milan non può fare a meno di quelle di Ibrahimovic, determinante nelle ultime due vittorie pesanti dei rossoneri. La scorsa settimana lo svedese si era procurato il rigore decisivo nella gara contro i cugini nerazzurri, prendendosi poi la briga di calciare dal dischetto. Ieri sera ha letteralmente inventato una rete da antologia, scrivendo la parola fine sulle speranze di una Fiorentina propositiva ma con zero punti portati a casa.
Il Milan invece continua a volare e stacca il gruppetto delle inseguitrici, portandosi a quattro punti dalla Lazio, impegnata oggi sul campo del Parma. Gode la Milano rossonera, dopo qualche anno di inseguimento all’Inter e di trofei visti sollevare da altri davanti alla tv, mentre Berlusconi si dedicava alla politica e sembrava aver aver abbandonato l’amato giocattolo.
Nel primo anticipo della tredicesima giornata, la Roma vince e vola al terzo posto in classifica, in attesa delle gare di domani, che definiranno meglio le prime posizioni. L’avversaria di turno era l’Udinese, ormai uscita definitivamente dalla crisi di inizio campionato e proiettata verso le posizioni a ridosso della zona Uefa. Ed anche questo pomeriggio gli uomini di Guidolin hanno dimostrato di voler continuare la corsa verso l’alto, facendo correre lunghi brividi sulla schiena del popolo romanista assiepato sugli spalti dell’Olimpico.
Ma era Menez ad assumere il ruolo di protagonista, quando al minuto numero 24 si guadagnava gli applausi della Sud (e non solo) per la rete del vantaggio giallorosso. Di lì a poco Di Natale tentava di raddrizzare il risultato, ma alla fine della prima frazione di gioco il risultato recitava Roma 1 – Udinese 0.
Il dito che si alza e punta di là: Tiribocchi e il gol continuano ad avere quello speciale feeling che fa del Tir un attaccante affidabile; l’equilibrio tra Atalanta e Crotone è durato giusto il tempo che la punta decidesse di lanciare un segnale. Derby toscano all’insegna dell’agonismo: lo detta, generalmente, una stracittadina ma, ancor di più, lo ha dettato il terreno di gioco, per nulla insensibile a un clima da inverno pieno. Livorno ed Empoli se la sono giocata fino alla fine ma il solo – e solito – Coralli arriva fino a un certo punto. Il resto, è storia scritta da Miglionico. Ascoli e Varese galleggiavano col salvagente: nè il troppo nè il poco. Perchè scrollarli più di tanto, i ventidue in campo, se il pari sta bene a entrambi?
Foto: AP/LaPresse
L’area del Portogruaro è un porto di mare dove passa mezza squadra senese: Terzi, Mastronunzio, Bolzoni, gloria anche per Immobile. Basta e avanza a far sì che Cunico possa gioire in qualche maniera e non fare danni (agli ospiti). In tuffo, uno sopra l’altro; in campo, uno per l’altro: vince, il Cittadella, anche per l’inequivocabile assioma secondo cui – a furia di giocar bene – qualche volta rischi di non portare a casa bottino pieno. Ma di norma, si vince eccome. Harakiri Grosseto: amnesia? Paura? Leggerezza? Ciascuno condisca la ricetta col “quanto basta” che meglio crede, di fatto i toscani vincevano 3-0 e si sono fatti rimontare da un’AlbinoLeffe in 10 dal 41′ del primo tempo. A chi si concede, la copertina, in questi casi? Stavolta – mica sempre – sto coi buonisti, viva i bergamaschi!
Stadio Adriatico, Pescara: Pescara-Ascoli 1-2 Reti: 13′ st Bonanni (P), 22′ st Djuric (A), 25′ st Cristiano (A)
Stadio Franchi, Siena: Siena-Grosseto 3-1 Reti: 9′ pt Troianiello (S), 48′ pt Freddi (G), 29′ st Mastronunzio (S), 34′ st Reginaldo (S)
Pescara-Ascoli 1-2: ore 19, colpo d’occhio per nulla riconducibile a quello delle migliori occasioni. La situazione di classifica dice che gli abruzzesi sono in posizione mediana, percorso fin qui lineare: alti e bassi, imprese e flop evidenti. Ascoli assai più bisognoso di punti: prima del posticipo, ultimi a una lunghezza dal Sassuolo (12p). I 90′ visti all’Adriatico sono emblema di due distinti momenti: la prima parte è scarna di emozioni, nè tiri in porta nè occasioni degne di nota. Sono i padroni di casa a cercare di fare la partita ma i marchigiani chiudono al meglio gli spazi. Il pressing del Pescara, semmai, si fa più incisivo nella ripresa, quando Bonanni conclude in maniera vincente una buona manovra corale.
L’Inter non c’è, Ibrahimovic sì e non ha problemi a far valere la legge dell’ex, quando al quinto minuto del primo tempo va sul dischetto per battere il rigore causato dall’ex compagno di spogliatoio Marco Materazzi. Milan in vantaggio quando le marcature non sono ancora assestate, quando i muscoli non sono caldi abbastanza, quando sugli spalti i ritardatari non hanno ancora trovato posto. Milan in vantaggio proprio grazie all’ex idolo della tifoseria nerazzurra, arrivato a San Siro da ex e da “ospite”.
Benitez vedeva nella stracittadina la gara della svolta, ma svolta non c’è stata, non stasera almeno e non in positivo. Al di là del calcio di rigore subito nei primi minuti, l’Inter non ha saputo proporre un gioco valido, dimostrandosi ancora una volta la brutta copia dello squadrone che fino a qualche mese fa, conquistava l’Italia e l’Europa.
In attesa del ricco posticipo di questa sera, è andata in scena non senza sorprese la dodicesima giornata della Serie A. Non è più una sorpresa l’Udinese di Guidolin, che dopo un avvio stentato sta finalmente dimostrando sul campo i propri valori. Un Di Natale in giornata di grazia ha trascinato i suoi alla vittoria contro il Lecce, siglando tre dei quattro gol (l’altro è di Floro Flores) che consentono ai bianconeri di raggiungere quota 17 in classifica.
Stesso punteggio per il Palermo, che si assicura il derby di Sicilia contro il Catania, grazie soprattutto alla tripletta di Pastore, sempre più determinanante nel gioco dettato da Delio Rossi. A 17 punti anche il Genoa, alla seconda vittoria consecutiva dell’era Ballardini. A farne le spese è il Cagliari che si arrende ad una rete di Ranocchia, quando mancano ormai pochi minuti al triplice fischio finale.
In attesa del ricco posticipo della dodicesima giornata (il derby milanese), la Lazio batte il Napoli e si riprende la testa della classifica. Gli uomini di Reja erano chiamati a riscattare le due sconfitte consecutive, l’una dolorosissima nel derby con la Roma, l’altra inattesa, arrivata solo all’ultimo secondo del turno infrasettimanale contro il Cesena.
Ultimo secondo benedetto invece dal Napoli, che contro il Cagliari aveva colto tre punti preziosi proprio in cona Cesarini (anche oltre, a dire il vero), risalendo in classifica fino a raggiungere i piani alti. Nell’anticipo dell’ora di pranzo della dodicesima giornata ci si aspettava dunque una gara viva tra due formazioni che potevano giocarsela alla pari nella ricerca dei tre punti.
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