Grazie Udinese!

L’onore dell’Italia è salvo: finalmente una compagine nostrana è riuscita a tirar fuori i denti e a dimostrare all’Europa intera che il calcio del Belpaese non è proprio da buttare. L’Udinese torna dalla fredda Madre Russia con la qualificazione in tasca, la prima per il club friulano ai quarti di finale di una competizione europea.

E dire che di fronte aveva i campioni in carica dello Zenit St. Pietroburgo, che solo un anno fa mettevano paura a mezza Europa e che in fase di sorteggio sembravano aver scritto la parola fine sui sogni dell’Udinese. E invece il diavolo non è poi così brutto come lo dipingono e già dalla gara di andata avevamo avuto la sensazione che l’impresa fosse possibile.

Lo Zenit non è più lo squadrone di un tempo e solo la sfortuna aveva impedito agli uomini di Marino di uscire dal Friuli con un bottino ben più consistente. 2-0 è un risultato che mette (quasi) al sicuro da brutte sorprese, ma nel calcio non si sa mai… Stavolta però i bianconeri sono stati attenti, seguendo alla lettera le indicazioni di mister Marino e tornando a casa con la qualificazione.

L’Udinese ad un passo dalla storia

Obiettivo qualificazione: lo chiede a gran voce l’Italia intera, delusa dalla cacciata anticipata di tutte le squadre nostrane dalle competizioni europee. L’Udinese è l’ultimo baluardo rimasto, l’unica squadra che può ancora regalarci un sogno, sebbene gli ostacoli da superare siano ancora molti.

A cominciare proprio da domani, quando i bianconeri di Marino si ritroveranno di fronte lo Zenit St. Pietroburgo nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Uefa. “Sorteggio infelice” si era detto quando dall’urna era uscito il nome dei campioni in carica della competizione, ma alla luce dei fatti, l’Udinese ha ampiamente dimostrato di essere all’altezza della situazione.

Si parte dal 2-0 dell’andata, conquistato con difficoltà, non perché siano mancate le occasioni da rete, ma perché fino all’85’ la palla non voleva proprio saperne di varcare la linea di porta. Poi ci ha pensato san Quagliarella a sbloccare la partita, mentre Di Natale dimostrava la propria freddezza nel calciare un rigore a tempo scaduto.

Coppa Uefa: l’Udinese prova a tenere alto il nome dell’Italia

Otto formazioni ai blocchi di partenza, quattro per ogni competizione europea a livello di club: l’Italia avrebbe avuto la possibilità di guidare le danze sia in Uefa che in Champions. E invece ci ritroviamo a dover commentare la disfatta dei nostri colori, con la speranza che l’ecatombe sia conclusa e che l’unica squadra rimasta in ballo ci regali qualche soddisfazione da qui a maggio.

Già. perché dopo Napoli, Sampdoria, Milan, Fiorentina, Juve, Inter e Roma, resta solo l’Udinese a difendere i colori dell’Italia in campo europeo ed alzi la mano chi ad inizio stagione aveva pronosticato una situazione simile.

La squadra di Marino invece è riuscita a conquistarsi con le unghie e con i denti l’accesso agli ottavi di finale di Coppa Uefa e stasera cercherà di dare un senso alla sua stagione, mettendo al sicuro il risultato tra le mura amiche. L’avversario, lo Zenit St. Pietroburgo, non è di quelli semplici da domare, sebbene i bianconeri ci abbiano abituato a prestazioni di carattere al cospetto delle grandi (Borussia, Tottenham, Juve e Roma ne sanno qualcosa).

La Fiorentina (rim)piange, la Juve sogna

Il miracolo non c’è stato. Speravamo di poter commentare l’impresa viola contro il Lione, ma i ragazzi di Prandelli non hanno saputo contrastare la maggiore esperienza dei francesi, ritrovandosi a dover rimpiangere ancora una volta le buone occasioni lasciate per strada.

Certo è che la qualificazione non è sfuggita ieri sera. La Fiorentina poteva e doveva fare di più nelle gare precedenti, non riuscendo però a finalizzare la gran mole di gioco creata. Un limite che i viola si portano dietro da troppo tempo e che anche nella partita contro i campioni di Francia è stato messo ben in evidenza.

Come prevedibile, i viola sono partiti subito all’arrambaggio, con conclusioni che provenivano da ogni dove (Gilardino, Mutu, Montolivo), ma il Lione non è stato certo a guardare e nel giro di mezz’ora ha castigato i padroni di casa.

Champions League: Fiorentina per la storia, Juve per la gloria

Tre punti per sperare, tre punti per consolidare il primato in classifica: motivi diversi, ma un unico obiettivo per le due italiane impegnate in Champions questa sera.

La Fiorentina è attesa dall’appuntamento clou della stagione, chiamata a conquistare la vittoria per sperare ancora nel cammino europeo. La Juventus da questa sera potrebbe avere la certezza matematica del primo posto nel girone H, a dispetto di chi, in fase di sorteggio, la vedeva destinata a rincorrere il Real ed a giocarsi la qualificazione con la rivelazione Zenit.

Impresa ardua per i viola, che finora non hanno raccolto quanto seminato (tanto per cambiare), ritrovandosi a dover rimpiangere diverse occasioni perdute. Stasera avranno di nuovo di fronte il Lione in una sorta di rivincita per quanto lasciato in terra francese nella gara di andata. Ricordate? Gli uomini di Prandelli erano avanti di due gol, ma i campioni di Francia riuscirono a rimontare, non senza polemiche per una rete segnata con un viola a terra.

Zenit campione d’Europa grazie alla mafia russa

Ne abbiamo decantato le lodi per settimane intere durante la scorsa stagione, indicandola come squadra rivelazione dell’anno. Un club venuto dal nulla e arrivato sul tetto d’Europa con la conquista della Coppa Uefa. La vittoria dello Zenit St. Pietroburgo ci aveva regalato una bella pagina di sport, strappando a squadroni più blasonati la leadership a livello continentale.

Ma ora il sogno sembra infrangersi di fronte ai sospetti avanzati da un’inchiesta partita dalla Spagna, dalla quale risulta che lo Zenit avrebbe beneficiato di qualche aiuto dall’esterno per raggiungere l’obiettivo. E che aiuto ragazzi!

Non stiamo parlando di arbitri corrotti o degli imbrogli tanto cari anche al nostro calcio, ma di un intervento della mafia russa nella persona di Guenadis Petrov, uno dei massimi esponenti della Tambobskaya.

Champions League: gioia Juve, rimpianti viola

E’ il bello del calcio, o almeno così dicono. Certo è difficile raccontarlo stasera ai tifosi della Fiorentina, convinti per più di sessanta minuti di poter portare a casa i tre punti, per poi ritrovarsi raggiunti ad un passo dall’impresa dal Lione campione di Francia. Ed è difficile anche raccontarlo ai tifosi dello Zenit St. Pietroburgo, che per un tempo e mezzo hanno sperato di poter fermare la blasonata Juventus lontano da casa.

Ma i viola non avevano fatto i conti con lo scarso fair-play dei francesi né con un arbitro che avrebbe potuto fermare il gioco prima che Piquionne dimezzasse lo svantaggio con Zauri a terra, mentre i russi non avevano considerato che la Juventus ha tra le sue fila un certo Alessandro Del Piero, capace di tirar fuori dal cilindro la giocata risolutiva in qualunque momento della gara.

Peccato per gli uomini di Prandelli, che alla fine del primo tempo erano già in vantaggio per due a zero, grazie ad un Gilardino ampiamente ritrovato, che metteva la testa sui cross dei compagni e faceva sognare la grande impresa al popolo viola. Un vantaggio meritato, nonostante la grande partenza del Lione e le incursioni di Benzema sulla fascia sinistra.