Calcioscommesse, Napoli rischia penalizzazione e squalifiche

Ancora una volta l’ex portiere Gianello mette nei guai il Napoli. Ammettendo di essere coinvolto nella vicenda della partita combinata contro la Sampdoria di due anni fa il portiere ha deciso di patteggiare nei confronti della giustizia sportiva. A questo punto scatta automatica la responsabilità oggettiva per la società che si traduce, come accaduto per altri club, in 2 punti di penalizzazione.

Taranto Calcio, dalla gioia alla beffa in poche ore

Gli autori di Scherzi a Parte non avrebbero saputo fare di meglio. Nella giornata di ieri la città di Taranto di sponda calcistica è passata dal massimo della gioia ad uno sconforto senza fine. E nei prossimi giorni potrebbe andare anche peggio. Tutto è iniziato con la penalizzazione di 6 punti in classifica a causa dei mancati pagamenti degli stipendi da parte della società.

Bari, pagati gli stipendi arretrati ma la penalizzazione arriva lo stesso

Altri tre punti di penalizzazione graveranno a breve sulla classifica del Bari. Una società a pezzi che barcolla tra le minacce di addio di Matarrese ed i fantomatici imprenditori che si vedono e non si vedono sta per ricevere, a suo dire ingiustamente, un’ulteriore penalizzazione, dopo i punti che le sono stati sottratti nei mesi scorsi.

La vicenda del Bari è destinata, oltre che a far discutere, anche a creare un pericoloso precedente. Ma cosa è successo? Com’è noto, la società aveva grossi problemi finanziari sin dallo scorso campionato quando diversi mesi di stipendi non furono pagati. Per questo fu penalizzata di 2 punti ad inizio stagione. A novembre però entrò in vigore una nuova regola che penalizzava ulteriormente le società indietro con i pagamenti.

Sion penalizzato di 36 punti, la FIFA ha vinto!

Il caso Sion si può dire concluso. La FIFA ha chiesto alla Federazione elvetica di prendere provvedimenti nei confronti del club della massima serie per aver schierato calciatori non autorizzati, e dopo mesi di polemiche ha ottenuto quello che voleva. Ieri la commissione federale si è riunita e all’unanimità ha deciso una penalizzazione di 36 punti da infliggere al Sion che ora scende all’ultimo posto in campionato a -5.

La vicenda risale alla scorsa estate quando per delle irregolarità al Sion era stato impedito di agire sul mercato. Il club acquistò 6 giocatori e la FIFA per punizione lo escluse dall’Europa League. Ma la società non si è scoraggiata ed ha annunciato di voler agire anche sul mercato di gennaio.

Bari: 2 punti di penalizzazione e lo spettro del fallimento

Tira una brutta aria in quel di Bari, dove la parola fallimento ancora non si pronuncia, ma ce l’hanno in mente tutti. Che le cose andassero male lo si sapeva già da un po’, all’incirca dal girone di ritorno dello scorso campionato, quando gli stipendi sono stati versati con il contagocce. Ieri scadeva il tempo per versare gli emolumenti del periodo aprile-giugno 2011, e siccome i proprietari della società, la famiglia Matarrese, hanno sempre dichiarato di non avere a disposizione i 9 milioni che servivano per appianare i debiti, due banche, il Gruppo Veneto e la Banca Popolare di Bari, si erano offerte di fornire un prestito. Ma ieri è accaduto l’irreparabile.

Dopo mille peripezie l’amministratore unico Garzelli era riuscito a convincere la banche ed organizzare l’incontro, con l’appuntamento fissato nel pomeriggio. Ma né i Matarrese né i loro rappresentanti si sono presentati. Bastava una firma per le garanzie, ed invece questa non è arrivata. Risultato: due punti di penalizzazione in classifica. Ma non solo.

Serie A 2011/2012: conosciamo l’Atalanta

Prima di presentare l’Atalanta, che per ordine alfabetico sarebbe dovuta essere la prima squadra del nostro elenco, abbiamo voluto attendere il secondo grado di giudizio della Giustizia Sportiva perché questo cambia molto. A seconda infatti se fosse stata condannata o prosciolta, l’Atalanta si sarebbe potuta muovere sul mercato, e la “mazzata” arrivata ieri non farà altro che rendere tutto più difficile.

Certo, non è una tragedia, molte squadre con 6 punti di penalizzazione si sono poi salvate, ma a pesare sarà il fattore psicologico e, soprattutto, l’assenza di capitan Doni, uno di quelli che fanno la differenza nonostante i 38 anni. Questa spada di Damocle ha anche condizionato il mercato nerazzurro che, come vedremo, è stato davvero scarno.

Bari: si rischia il fallimento?

Foto: AP/LaPresse

Una prima pugnalata alle spalle dei tifosi del Bari, che nell’ultimo anno ne hanno ricevute tante, l’ha data la cordata di imprenditori baresi che si sta piano piano defilando. De Gennaro ne è uscito, Ladisa quasi, e alla fine tutto potrebbe saltare, facendo mancare i fondi che servono per risolvere la situazione di empasse (devono essere versati 6 milioni di euro di arretrati, altrimenti si rischia grosso).

La seconda pugnalata arriva dai calciatori più rappresentativi, Barreto e Almiron, ma anche Ghezzal, Rudolf o Romero che hanno rifiutato di spalmare il proprio contratto in più mensilità e non hanno nemmeno accettato un compromesso con la società. Intanto Matarrese è costretto a destreggiarsi anche con il Comune per le pendenze sullo stadio San Nicola, e sicuramente si starà pentendo di non essere riuscito a cedere la squadra anni fa quando ne ha avuta l’opportunità.

Bologna: servono 7 milioni o si fallisce

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L’arrivo di Zanetti alla guida del Bologna non è stato sufficiente: il rischio fallimento è ancora dietro l’angolo. Lo rende noto Giovanni Consorte che era stato chiamato a gestire la società dopo il fallimento della gestione-Porcedda.

Secondo Consorte, servono in totale 17 milioni di euro per rilanciare la società. Di questi, 9 milioni e 45 mila euro sono stati già raccolti, sarebbero dovuti essere 10 tondi, ma alcuni imprenditori si sono tirati indietro all’ultimo momento perché la situazione societaria non è ancora molto chiara.

Bologna, ora il rischio si chiama fallimento

Foto: AP/LaPresse

I tre punti di penalizzazione in classifica sembravano uno spauracchio, ma al momento sono l’ultimo dei problemi per i tifosi del Bologna. La squadra che la scorsa estate è passata a Porcedda ora rischia seriamente di fallire. Se non si dovesse trovare qualcun’altro che la rileva prima di gennaio (e i Menarini hanno già annunciato di non volerlo fare), i rossoblù potrebbero fare la fine di altri club come il Napoli o la Fiorentina.

La responsabilità di questa situazione è attribuibile, almeno stando a quanto dichiara lo stesso Porcedda, ad un broker, il quale nonostante fosse stato dichiarato fallito, e con una sentenza passata in giudicato per falsità in scrittura privata, truffa e ricettazione, è riuscito a raggirare il neopresidente felsineo con delle fidejussioni bancarie false.

Liverpool, per la cessione si passa alle carte bollate

Entro 24 ore si conoscerà il futuro del Liverpool che sarà penalizzazione o passaggio di proprietà. La scelta tra queste due opzioni non è per nulla semplice e diventa un caso internazionale. I due Paesi coinvolti sono ovviamente l’Inghilterra e gli Stati Uniti, sede del club l’una e dei due proprietari l’altra.

Tutto inizia con l’offerta di John Henry, proprietario dei Boston Red Sox di baseball, il quale aveva offerto 300 milioni di sterline per rilevare il club, cioè l’intero ammontare dei debiti. I due proprietari, Hicks e Gillett, si erano detti contrari, chiedendo almeno 320 milioni, ma il direttivo della società ha deciso di scavalcare i due padroni e accettare l’offerta. Ovviamente non potevano passarla liscia.

Calciopoli-bis, ecco cosa rischia la Juventus

Si sta per concludere il processo alla Juventus denominato Calciopoli-bis, che vede coinvolti ancora una volta Moggi e la sua cricca. Le indagini si basano sullo scambio di sim telefoniche che servivano per i raggiri dell’ex dg bianconero, e che ha coinvolto molte più squadre di quelle che aveva coinvolto il primo calciopoli. Secondo la Procura di Napoli, che ha riaperto l’inchiesta, stavolta sono coinvolti in maniera diretta arbitri e dirigenti anche di squadre di serie B (uno su tutti il Messina).

I tifosi juventini però possono stare un pò più tranquilli di due anni fa. Infatti hanno già pagato tanto (la perdita di due scudetti e la retrocessione in B sono stati una bella mazzata) e adesso le pene che rischiano potrebbero essere più lievi. Soprattutto a pagare stavolta non saranno i tifosi, ma solo le persone coinvolte, e la società stessa in misura marginale. Ma andiamo a vedere cosa rischia la Juventus.