Liverpool, per la cessione si passa alle carte bollate

di Redazione 1

Entro 24 ore si conoscerà il futuro del Liverpool che sarà penalizzazione o passaggio di proprietà. La scelta tra queste due opzioni non è per nulla semplice e diventa un caso internazionale. I due Paesi coinvolti sono ovviamente l’Inghilterra e gli Stati Uniti, sede del club l’una e dei due proprietari l’altra.

Tutto inizia con l’offerta di John Henry, proprietario dei Boston Red Sox di baseball, il quale aveva offerto 300 milioni di sterline per rilevare il club, cioè l’intero ammontare dei debiti. I due proprietari, Hicks e Gillett, si erano detti contrari, chiedendo almeno 320 milioni, ma il direttivo della società ha deciso di scavalcare i due padroni e accettare l’offerta. Ovviamente non potevano passarla liscia.

Gli americani infatti si sono opposti, dichiarandosi vittime di una truffa, ma la corte di Londra ha dato ragione a Martin Broughton, presidente del Liverpool, e ha così dato il via alla procedura di vendita. Sembrava essere andato tutto ok, se non fosse che proprio poche ore fa la corte del Texas è intervenuta e ha di nuovo bloccato tutto.

Il motivo ancora non è noto, ma si sa soltanto che il tribunale ha deciso un’ordinanza restrittiva per i due soci, bloccando qualsiasi trattativa. In questo modo gli effetti sono due: rientra in gioco Lim, il miliardario di Singapore che aveva offerto 360 milioni per acquistare la società, ma che non piace molto al pubblico perché è tifoso del Manchester United; e poi c’è il problema maggiore: domani scade il prestito acceso con la Royal Bank of Scotland. Se non verrà restituito, i Reds subiranno una penalizzazione di 9 punti e finirebbero in amministrazione controllata.

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