Mancini non allena, ma fa sempre sentire la sua voce

In attesa di vederlo su qualche panchina di Serie A, per ora Roberto Mancini lo si può vedere solo in Sardegna, mentre trascorre le vacanze e spende qualcuno dei milioni di euro che sta prendendo dall’Inter senza nemmeno muovere un dito.

Ringrazia Mourinho il Mancio dalla sua lussuosissima villa, per avergli dato la possibilità di guadagnare senza lavorare, e così la sua abbronzatura continua ad aumentare. Nonostante questo, i giornalisti italiani gli hanno voluto ugualmente conferire il premio Maestrelli, premio che si assegna al miglior allenatore del 2008. E lì Mancini ha avuto la possibilità di fare il punto della situazione.

Recoba ad un passo dal Panionios

Da giugno è senza squadra e in due mesi non è riuscito a convincere nessun presidente a puntare sulle sue prestazioni. E così Alvaro Recoba, detto il Chino, è finito nella lunga lista dei disoccupati di lusso in attesa di una chiamata che poteva anche non arrivare mai. Il suo nome nel corso dell’estate è stato avvicinato al Monaco ed al Porto, ma poi le trattative si sono fermate alle pagine dei giornali.

Molto più concreta invece la possibilità di passare al Blackburn, dove avrebbe ritrovato l’ex interista Paul Ince. Ma il Governatore ha chiesto al Chino una settimana di prova, prima di decidere se ingaggiarlo o meno e figuriamoci se uno come lui poteva accettare di essere trattato alla stregua dell’ultimo degli esordienti.

Ora si è fatta avanti l’ipotesi Panionios, squadra greca dell’altro ex interista Lampros Choutos e pare che il Chino stia valutando seriamente la possibilità di trasferirsi all’ombra del Partenone, sebbene i greci siano stati estromessi dall’Europa per mano del Napoli nel turno preliminare dell’Intertoto. Ma arrivato a questo punto, Recoba non è che possa permettersi di badare troppo ai dettagli e, se ha voglia di giocare ancora sul suolo europeo, deve pur scendere a qualche compromesso.

Mourinho ringrazia Moratti

Voleva Mancini e l’ha avuto. Voleva Lampard e ci è andato molto molto vicino, chiedendo poi Muntari come seconda scelta, ed anche in questo caso è stato accontentato. Voleva Quaresma

Ancora in forse il futuro di Quaresma, il trasferimento forse è rimandato a Gennaio

Quaresma sì, Quaresma no. L’amletico dubbio che ha attanagliato l’estate dei tifosi nerazzurri sulla vicenda che riguardava Lampard fino alla fine del Luglio scorso si è trasferita sull’incertezza sull’ingaggio dell’esterno portoghese.

Sembrava fatta per i nerazzurri, che l’avevano spuntata venerdì mattina, e invece le cose continuano a complicarsi. Intervistato appena prima della gara contro la Sampdoria, il patron Moratti, alla domanda sul portoghese, ha fatto capire che per adesso non crede proprio che possa arrivare a Milano. E dopo la gara ha rincarato la dose. Ma andiamo a capire come mai.

Buon campionato!

Ci siamo. Dopo l’abbuffata di calcio estivo tra Europei, amichevoli più o meno di lusso ed Olimpiadi, si riapre il sipario sul campionato più bello del mondo (almeno una volta era considerato tale). Tra un’ora esatta allo stadio Friuli, Udinese e Palermo daranno ufficialmente il via alla nuova stagione, che promette di essere tra le più interessanti degli ultimi anni.

Non più solo Inter e Roma a contendersi il titolo finale, ma una serie di pretendenti che, almeno sulla carta, potrebbero dar fastidio ed inserirsi nella lotta.

Già da questa sera testeremo la condizione dell’Inter Campione d’Italia e fresca vincitrice della Supercoppa Italiana contro una Roma agguerita e sfortunata. L’avversario di oggi si chiama Sampdoria, chiamata a confermare quanto di buono fatto nello scorso campionato, quando ha “rischiato” persino di qualificarsi per la Champions League.

Quaresma e gli altri: ultimi colpi di mercato

Ormai è fatta. Potrebbero essere ore decisive per l’arrivo di Quaresma in maglia nerazzurra, ennesimo regalo di Moratti al neo allenatore, che ha già avuto modo di confermare la fama di vincente. Il passaggio del portoghese all’Inter è dato per imminente e non è escluso che la trattativa vada in porto proprio mentre andiamo online.

Finora si è parlato di una differenza di un paio di milioni di euro tra offerta e richiesta, ma a colmare il gap economico potrebbe arrivare la cessione di Pelè, che non sembra godere di grande considerazione nei piani di Mourinho. Quaresma invece sarebbe la pedina mancante in una squadra che ha già dimostrato di poter fare a meno di chiunque, perché comunque è il gioco che conta (e nella gara contro la Roma si è vista la mano del mister). Fatto sta che il tecnico ex Chelsea vuole regalarsi un altro campione ed il buon Moratti non può che accontentarlo.

E così a pochi giorni dalla fine del mercato estivo è necessario stringere i tempi sia per il mercato in entrata che per le cessioni, in rose che sembrano troppo ampie persino per correre su tre fronti. La stessa Inter si trova ancora a dover risolvere diverse beghe a partire dall’attacco, con Crespo e Suazo dati in partenza. Per l’argentino si era parlato di un clamoroso ritorno alla Lazio, ma sembra che Lotito non voglia sobbarcarsi il peso dell’ingaggio oneroso.

Supercoppa all’Inter nella sfida infinita

8-7: sono stati necessari novanta minuti regolamentari, 30 supplementari e ben 14 calci di rigore per decidere chi tra Roma ed Inter dovesse conquistare il primo trofeo ufficiale della stagione 2008-2009. La chiamano “la sfida infinita” e poco più di un’ora fa ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. Alla fine ha prevalso l’Inter, ma per come si era messa la gara, se avesse vinto la Roma nessuno avrebbe avuto qualcosa da ridire.

Buon calcio sotto il cielo di San Siro, con i nerazzurri che mostravano sin da subito di aver compreso il metodo-Mourinho ed offrivano alla platea uno spettacolo decisamente piacevole. La Roma per un po’ è stata a guardare, stordita dal pressing interista e dalle giocate superbe di Ibrahimovic & Co. In questa fase di gioco, è stato decisivo l’apporto del neo acquisto Muntari, sempre presente nel vivo dell’azione ed alla fine premiato con la soddisfazione del gol.

Un primo tempo perfetto per la squadra di Mourinho, che avrebbe potuto chiudere i conti già ad inizio ripresa, ma dopo un tentativo di capitan Zanetti, ci pensava De Rossi a ristabilire la parità: bordata da fuori area e gol sotto il sette, non senza responsabilità da parte di Julio Cesar. E’ il gol che ha cambiato la gara, donando alla squadra giallorossa una rinnovata energia che avrebbe potuto portare anche alla vittoria. Ma poi Mourinho ha indovinato la mossa decisiva, inserendo il baby Balotelli, che non si è fatto certo pregare su un intervento sbagliato di Mexes ed ha infilato Doni con preciso pallonetto.

Aspettando Roma-Inter

Comincia il conto alla rovescia per la gara che assegnerà il primo trofeo ufficiale della stagione 2008-2009. Domani sera andrà in scena la finale di Supercoppa Italiana che vedrà impegnate ancora Inter e Roma, le due squadre che si sono sfidate fino all’ultimo minuto (quasi) della scorsa stagione, per poi dividersi equamente i titoli: scudetto ai nerazzurri e Coppa Italia ai giallorssi.

Si riparte dunque da dove si era terminato tre mesi fa, quando la Roma sotto il cielo dell’Olimpico alzava la Coppa Italia, per mano del suo capitano, fresco di operazione al ginocchio e non presente tra i 22 in campo.

Sono trascorsi solo tre mesi, ma molte situazioni sono cambiate da allora. Sulla panchina dell’Inter è arrivata l’esperienza di mister Mourinho, giunto in Italia con l’intenzione di confermare la fama di vincente, a partire proprio dalla gara di domani sera. Ed a Milano è arrivata anche la classe di un romanista doc, Amantino Mancini, che ora spera di fare uno sgambetto alla sua ex squadra, portando a Milano la Coppa.

Giuliano Sarti: una papera che cambia la vita

E’ stato uno dei più forti portieri degli anni ’50-’60, eppure se chiedete chi era Giuliano Sarti, vi sentirete rispondere: “quello della papera”. Strano destino per uno che ha conquistato montagne di trofei, regalando emozioni e strappando applausi in qualunque club abbia militato.

Andava in scena l’ultima di campionato della stagione ’66-’67. L’Inter di Sarti guidava la classifica con 48 punti, seguita dalla Juventus a 47. Le speranze per i bianconeri erano ridotte al lumicino: troppo forte l’Inter di quegli anni per sperare che avrebbe lasciato punti a Mantova.

E invece un cross di Beniamino Di Giacomo si trasformò in incubo per i tifosi nerazzuri,quando videro Sarti colpevolmente superato. Scudetto alla Juventus ed inizo della triste fama di Giuliano Sarti, ricordato da quel momento in poi solo per quell’errore grossolano.

Roberto Boninsegna: goleador di razza

Per i più giovani è solo una voce della tv, uno dei tanti commentatori tecnici che vanno tanto di moda al fianco del telecronista ufficiale, ma chi ha qualche anno in più ricorderà il Roberto Boninsegna calciatore, attaccante tra i più forti degli anni ’60-’70.

In quel periodo c’era lui, c’era Gigi Riva, c’era Pietruzzo Anastasi e pochi altri a far sfracelli nelle aree avversarie, ma Bonimba è sicuramente quello che ha avuto la carriera più controversa, nonostante la valanga di gol realizzati su ogni campo.

Tifosissimo dell’Inter sin da ragazzino, è cresciuto nel vivaio nerazzurro, facendo tutta la trafila delle squadre giovanili. Al momento del provino con la prima squadra venne però scartato da Helenio Herrera e fu costretto a scendere nelle serie inferiori, pur di giocare con continuità.

Quaresma: “Inter prendimi”

L’Inter e Quaresma sono sempre più vicini. Nonostante Moratti continui a ribadire che il mercato nerazzurro sia già chiuso (e nessuno ci crede), in patria l’attaccante del Porto continua ad essere messo fuori squadra a causa dell’incertezza sul suo futuro.

Mercoledì prossimo i dragones giocheranno la finale di Supercoppa con lo Sporting Lisbona, e Quaresma non ci sarà. Il suo allenatore ha deciso di non convocarlo, come peraltro ha fatto anche in tutto il precampionato, per dare il buon esempio a tutti quei calciatori che volessero fare i capricci come lui. Il calciatore vuol andar via dal Porto, la sua squadra non è smaniosa di trattenerlo, e l’unica società in grado di acquistarlo, l’Inter appunto, continua a sonnecchiare.